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Accettazione

Una parola molto fraintesa... 

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 253

 

Osho

Quando diciamo “accettazione”, che cosa intendiamo? Quando le Upanishad affermano che accettazione è beatitudine, nirvana, che cosa vogliono dire? 

Significa una morte, una stagnazione? No! Significa solo che qualunque cosa accada, qualunque cosa sia e qualunque cosa sarà, non saremo contro, non la combatteremo, ma fluiremo insieme a essa.

Ad esempio, c’è un seme: il seme accetta se stesso. Ciò non significa che il seme non possa crescere. Un seme significa solo una potenzialità di crescita, nient’altro. Essere un seme significa essere una potenzialità di crescita. Un seme accetta se stesso: significa che la crescita è accettata; è una cosa naturale. Il seme non farà alcuno sforzo per essere un albero, perché lo sforzo è necessario solo per diventare qualcosa che non sei. Ricordalo: lo sforzo è necessario solo per diventare qualcosa che non sei. Ma non puoi essere quello che non sei, non importa quanto sforzo ci metti.

Cresciamo solo per essere noi stessi, quindi lo sforzo nel suo senso più profondo è inutile; stai sprecando energia. La lotta è inutile; stai sprecando energia. 

Accettazione non significa assenza di crescita. Significa un flusso di crescita naturale senza alcuna lotta. La lotta crea una mente febbrile. E perché 

lottare? Contro chi stai lottando? Puoi semplicemente evolverti in ciò che è possibile per te. Accetta te stesso totalmente e poi fluisci con l’esistenza. 

Ci sarà crescita, ma questa crescita sarà naturale, spontanea. Non sarà una cosa tesa. 

Un Buddha cresce per diventare un Buddha. 

Davvero, non c’è sforzo, è un flusso.

Ma se vuoi essere Buddha, ci sarà una lotta. 

Così tanti ci hanno provato, a migliaia ci hanno provato, a essere Buddha. A quel punto è una lotta, perché quella buddhità non è nel loro seme. 

Possono essere qualcos’altro, il loro destino è 

diverso, ma stanno cercando di imitare Buddha.

Per questo a migliaia hanno seguito il Buddha, ma non hanno dato vita a un singolo illuminato. Hanno creato delle imitazioni del Buddha. Hanno creato delle copie, delle fotocopie false, morte, senza vita. 

Quando segui qualcun altro devi lottare. Quando sei pronto ad accettare il tuo destino, non c’è bisogno 

di alcuna lotta: ci crescerai dentro. E ogni individuo è unico, e ogni individuo ha il suo destino.

Accettazione significa essere qualsiasi cosa il tutto voglia essere attraverso te. 

Non combattere. Se sei una rosa, sii una rosa. Non cercare di essere un loto. Non c’è lotta: un bocciolo di rosa diventa un fiore di rosa. Ma impartiscigli degli insegnamenti, dagli degli ideali, e il bocciolo di rosa può cominciare a immaginare e a pensare di essere qualcos’altro. Allora ci sarà lotta, tensione, preoccupazione. E non solo lo sforzo sarà inutile, non solo non ci sarà alcun risultato positivo, ma ci saranno delle conseguenze negative. Se una rosa cerca di essere un loto, è impossibile. Quindi quella possibilità è annullata. Ma nello sforzo, nella lotta per essere un loto, è possibile che ora questo fiore non sia nemmeno più una rosa, perché l’energia si è dissipata.

Il principio dell’accettazione totale è semplicemente questo: accetta te stesso e fluisci con la natura ovunque ti porti. Questo è il tuo destino. 

Non metterti in mezzo; non cercare di convincerti 

di essere qualcos’altro: quella è lotta.

Invece questo è ciò che si intende per tao, questo è ciò che si intende per dharma, questo è ciò che si intende per swabhava interiore, la natura interiore. Seguila! E quando dico seguila, non voglio dire che devi fare qualche sforzo. Davvero, intendo: permettile di essere, permetti al tuo destino di essere. 

Non metterti in mezzo: permetti al tuo destino di crescere. A quel punto avviene un’evoluzione diversa: un’evoluzione della coscienza, non delle cose. 

Quindi magari attraverso l’accettazione non avrai una casa più grande, ma avrai un’anima più grande. 

Magari non diventerai più ricco economicamente, ma lo diventerai sicuramente spiritualmente.

​Brano apparso su Osho Times n. 253

Testi tratti da: Osho, The Ultimate Alchemy, Vol. 2 #13