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Ho sentito proporre alla radio, l'altro giorno, "L'usato senza il suo passato". Era lo slogan di un garage che vende auto usate ricondizionate. E mi ha subito intrigato, non per le auto, ma per l'idea di non essere nuovi eppure senza un passato. Che suona un po' come una specie di koan. Bello, no? 
E ho pensato al peso del passato sulle cose, sulle persone, su di me, su di te... A 'sto punto, essendo tutti qui da un bel po', ci è impossibile essere nuovi. Quella è una porta chiusa. Siamo tutti “usati”. Ma: ci è possibile essere senza passato?
Per un'auto forse il passato è solo una minore qualità, ma per un essere umano le possibilità sono varie...
Il passato può essere una zavorra, un peso che fa di noi degli schiavi del condizionamento, prigionieri delle idee di altri o delle nostre azioni precedenti.

 

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Oppure può trasformarsi in un gradino su cui appoggiare il piede nel nostro cammino verso l'alto, verso la crescita, verso la saggezza che nasce da un buon uso dell'esperienza. A livello personale il passato è la base su cui si forma l’esperienza e in definitiva la maturità. E quanto bene può fare al mondo una persona matura, saggia ed esperta? A livello pratico è quella che ci può tirare fuori dalle difficoltà anche a livello psicologico. 

Ma il passato può essere anche immateriale, come se appartenesse alla vita di un altro, un passato senza alcuna influenza sul nostro presente... Così saremmo anche noi un po' "un usato senza il nostro passato".
Osho parla spesso della meditazione in questi termini. Una dimensione in cui sei libero, al 100%, di essere come sei in questo momento, senza alcuna influenza che ti condizioni. Una nuvoletta leggera nel cielo blu di primavera. È lo stato in cui vive permanentemente la persona illuminata. Il mistico, il maestro...

​Quindi l'idea di passato va decisamente maneggiata con cura. 
Tutto il percorso dall’essere inesperti e immaturi, “nuovi” per così dire, passando attraverso l'esperienza, raggiungendo (in alcuni casi) la maturità – “usati” che valorizzano il passato – per arrivare a essere dei mistici, scorre su un’unica lunga linea verticale che piano piano apre l’occhio interiore, dandoci sempre più capacità di vedere, in profondità e in altezza, sia dentro le persone che negli avvenimenti, fino ad arrivare aldilà di tutto, persino di noi stessi.
Ma è un percorso di crescita iniziato col primo passo, che è vedere in profondità dentro se stessi! Osho la spiega così:

Domanda: “Osho, in che modo osservare conduce alla non-mente? Riesco sempre di più a osservare il mio corpo, i miei pensieri e le mie emozioni, ed è bello. Quando ti sento dire che ‘la meditazione è essere testimoni’, sento di capire. Ma quando parli della non-mente, non mi sembra affatto una cosa facile”.

​Osho: “Quello della meditazione è un lungo pellegrinaggio. Quando dico che ‘la meditazione è essere testimoni’, si tratta dell’inizio della meditazione. E quando dico che ‘la meditazione è non-mente’, si tratta del compimento del viaggio. L’essere testimoni è l’inizio e la non-mente è il compimento. L’essere testimoni è il metodo per raggiungere la non-mente. È naturale che tu senta che l’essere un testimone è più facile: è più vicino a te.

Ma essere testimone è proprio come un seme, occorre un lungo periodo d’attesa. E non solo di attesa, ma di fiducia che questo seme germoglierà, diventerà una pianta; un giorno arriverà la primavera e la pianta fiorirà. La non-mente è l’ultimo stadio della fioritura. 
Ma non essere impaziente. L’esistenza richiede immensa pazienza. I suoi misteri supremi si rivelano solo a chi ha immensa pazienza.
Non-mente è una parola semplice, ma in realtà significa illuminazione, liberazione, libertà da ogni legame, esperienza di assenza di morte, di immortalità.
Queste sono parole grosse e non voglio spaventarti, per cui uso una parola semplice, non-mente. Tu conosci la mente... e puoi immaginare uno stato in cui questa mente non funziona.
Quando questa mente cessa di funzionare, tu diventi parte della mente cosmica, la mente universale. Quando fai parte della mente universale, la tua mente individuale diventa un ottimo servitore. Ha riconosciuto il padrone e porta notizie dalla mente universale a chi è ancora legato alla mente individuale.
Quando vi parlo, in realtà è l’universo che mi sta usando. Le mie parole non sono le mie parole; appartengono alla verità universale. Questo è il loro potere, questo è il loro carisma, è questa la loro magia”.

Essere testimoni è il punto d'arrivo di tutte le meditazioni. E quale meditazione meglio della Vipassana dà sostengo totale e a tempo pieno a questo testimone interiore? Il 2019 è un anno speciale. Torna infatti la Maha Osho Vipassana con Shunyo a Miasto
Una persona da sola può meditare, ma cento meditatori insieme per una settimana, in cui Miasto diventa al 100% un tempio zen in totale sostengo ai 100 Buddha, sono una forza qualitativa, un’energia che è come una grande corrente che uno da solo potrebbe non essere mai in grado di raggiungere.
È un appuntamento davvero unico da non perdere, un appuntamento con se stessi a un livello più alto. E con altri 100 Buddha...

Ma intanto ecco anche oggi due begli articoli tratti dall’Osho Times. Buona lettura, Akarmo​