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Essere l'ancora del Maestro

Swaram intervista Veena su Vivek/Nirvano, la donna che si prese cura di Osho dai primi anni ‘70 fino alla sua morte, nel dicembre 1989, una morte che Osho definì “prematura”

Un articolo apparso su Osho Times n 268

 

Osh e Nirvano
 

«Nirvano si prendeva cura di Osho ormai da anni. Il suo rapporto con lui è antico, risale a vite precedenti, secondo quanto Osho ha raccontato nei suoi discorsi, e lei se lo ricorda. Era una donna-bambina misteriosa dai grandi occhi blu, del segno dei Pesci, con tutte le qualità di coloro che appartengono a questo segno dominato da Nettuno...» Shunyo 


Swaram: Veena, benvenuta al podcast di oggi. Per iniziare, raccontaci come hai conosciuto Vivek, poi diventata Nirvano.

 

Veena: Era l’inizio del 1972, quando Osho viveva in un appartamento a Woodlands, Bombay, e stava tenendo una serie di discorsi in un luogo chiamato Cross Maidan. Io andai ad ascoltarlo e c’erano circa 300-400 indiani che danzavano il kirtan, piuttosto esaltati, quindi mi avvicinai a una delle poche occidentali, una giovane donna: “Ti dispiace se mi siedo con te? mi sento un po’ sola”. 

Lei disse: “Sì, anch’io! Per favore, siediti”. E così feci. Era Nirvano e quello fu il nostro primo incontro.

Dopo il discorso tornammo insieme a Woodlands dove Osho viveva con sua sorella, la segretaria, Laxmi, e Nirvano che dormiva su un materasso in soggiorno, che non era esattamente comodo né privato! 

Dopo alcuni giorni Laxmi ci disse che degli amici, in viaggio per alcuni mesi, avevano messo a disposizione un appartamento e che avrei potuto trasferirmi lì insieme a Nirvano. Era un appartamento molto elegante, con pavimenti e bagni in marmo, e ci restammo per tre o quattro settimane. Fu molto facile, perché Nirvano era una persona riservata e non parlava molto.

Poi Osho ci convocò e ci disse di recarci a Monte Abu, in Gujarat, dove alcune settimane dopo avrebbe tenuto un campo di meditazione. Avevano già acquistato i biglietti del treno per noi, quindi Nirvano e io salimmo sulla carrozza delle signore e partimmo. Il treno andò prima ad Ahmedabad e poi su, alla stazione del Monte Abu.

Avevamo una lettera di presentazione per soggiornare in un ashram lì vicino, ma era un posto orrendo e puzzolente, quindi non ci fermammo.

Lungo la strada avevo visto un cartello che diceva “Dak Bungalow”. Erano delle abitazioni costruite dagli inglesi in tutta l’India ai tempi dell’Impero Britannico, in modo da avere sempre un posto decente dove alloggiare quando viaggiavano in missione ufficiale. 

Era un luogo assolutamente fantastico, in stile indiano con degli enormi soffitti e giardini. Pagavamo solo 2 rupie a notte, per le quali il custode era felice di cucinare per noi e prendersi cura. Ci siamo divertite moltissimo a esplorare il Monte Abu mentre attendevamo che Osho arrivasse per il campo.

 

Swaram: Quindi quello fu l’inizio di una lunga amicizia con Nirvano e so che in seguito avete vissuto insieme nella casa di Osho. Puoi descrivere qual era il lavoro di Nirvano?

 

Veena: Penso che pochissime persone capiscano quanto sia delicato e fragile il corpo di una persona illuminata e di quante cure e premure Osho avesse bisogno.

Nirvano gli portava il tè la mattina, cosa estremamente importante, e aveva l’incarico di dargli le medicine per una forma non grave di diabete da cui era affetto. A parte pulire la sua stanza e altre cose pratiche, compiti che erano svolti da un’altra persona, Nirvano si prendeva cura di tutti i bisogni di Osho, fondamentalmente di tutta la sua vita! Organizzava tutto, dai vestiti ai bisogni medici e poi al pomeriggio, dalle 3 alle 5, lavorava anche come segretaria, oc­cupandosi di tutti gli affari dell’ashram, spesso insieme a Laxmi.

Devo chiarire che pochissime persone vedevano Osho in veste privata: nessuno entrava nella sua stanza a meno che non ci fossero delle cose da sbrigare.

Nirvano aveva un team di persone che la sostenevano nel prendersi cura di Osho. Ad esempio Shunyo, che si occupava del bucato, Amrito della parte medica e Devageet del lavoro dentale. Io lavoravo da sola nella sartoria e il mio lavoro consisteva nel cucire i vestiti di Osho e tutto ciò che era necessario nella sua stanza, come le tende.

Il lavoro di Nirvano consisteva nella supervisione del team che si prendeva cura di Osho. Le condizioni igieniche erano estremamente controllate: soltanto Shunyo poteva toccare un indumento dopo che era stato lavato e prima che Osho lo indossasse, in modo che non ci fosse pericolo che noi diffondessimo dei germi: Osho prendeva il raffreddore molto facilmente. E poi c’erano i cuochi: Mukti, Nirgun e altri... 

Era un team di circa dieci persone che facevano sì che, quando Osho doveva andare a tenere il discorso del mattino o il darshan della sera, tutto fosse pronto: i vestiti, le scarpe, i calzini abbinati, il cappello... E poi c’erano le sessioni fotografiche: Nirvano supervisionava tutto, era l’amministratore delegato ed era anche l’infermiera! E quando Osho iniziò con gli Energy Darshan, si occupava anche di tutte le medium e quello era un lavoro davvero grande, perché molte cose accadevano sotto la superficie.

Ha dedicato la sua vita – 24 ore su 24 – a prendersi cura di lui, non solo per lui, ma anche perché fosse in grado di lavorare con tutti noi. A volte Nirvano è stata oggetto di tanta gelosia e odio e hanno detto contro di lei molte cose brutte, mentre in realtà dovremmo essere tutti in ginocchio a ringraziarla per essersi presa così tanta cura di Osho.

 

Swaram: Nirvano era l’unica ad avere accesso alla vita privata di Osho, ad esempio a entrare nella sua stanza?

 

Veena: C’erano solo due persone che avevano accesso alla stanza di Osho: Nirvano e Laxmi, la segretaria dell’ashram, che lo incontrava nel pomeriggio. Le altre persone che vivevano nella casa non avevano alcun accesso a lui e anzi, quando si spostava dalla sua camera al balcone della camera di Nirvano per mangiare, avevamo precise istruzioni di non farci trovare né in corridoio né per le scale. Eravamo tutti molto consapevoli della sua routine e non lo avremmo disturbato per nessuna ragione al mondo.

A volte era necessario fare qualche lavoro nella sua stanza... Ad esempio, Nirupa che faceva le pulizie nella sua stanza, ci andava quando Osho mangiava sul balcone di Nirvano. Io dovevo andare nella sua stanza principalmente per riparare le tende, che ci davano problemi infiniti, ma lo facevo durante il discorso. E qualsiasi altro lavoro fosse necessario, lo si faceva durante il discorso o il darshan, in modo che non ci incontrasse mai. 

Se invece avevamo delle domande, era sempre Nirvano che entrava per fargliele, ma anche questo non era mai una questione personale, era puramente funzionale, aveva a che fare con il lavoro. E anche Laxmi andava al pomeriggio per le faccende dell’ashram e per fargli scegliere le domande delle persone a cui avrebbe risposto durante il discorso. 

Per il resto non c’era alcun contatto personale, neanche con le guardie... Su richiesta di Osho c’era sempre una guardia – che chiamavamo samurai – fuori dalla sua porta e nel giardino, 24 ore su 24, per assicurarsi che nessuno potesse entrare e disturbare il suo silenzio.

 

Swaram: Parlando con diversi sannyasin, ho avuto l’impressione che non fosse facile essere in presenza fisica di Osho, che il suo campo energetico fosse così forte che le persone non riuscivano nemmeno a “funzionare” correttamente. Come faceva Nirvano a gestirlo, come riusciva ad assorbire l’energia di Osho e ad andare avanti con le sue attività quotidiane giorno dopo giorno?

 

Veena: Oh, questa è una domandona, a cui non credo di poter rispondere!
Comunque immagino che più il tuo corpo è in armonia e più energia puoi prendere. E penso che Nirvano avesse effettivamente raggiunto un livello abbastanza alto e che quindi fosse in grado di assorbire l’energia di Osho. Ricordo che una volta entrai per sistemare le tende e l’energia nella stanza era così forte che crollai sul pavimento, ma lei continuò a mettere a posto la stanza, il foglio che stava leggendo e le penne, guardandomi e ridendo fino a quando non mi fui ripresa. E poi parlammo delle tende. 

In quel senso era molto forte, ma mi chiedo anche se quel costante assorbire energia – specialmente durante gli energy darshan, durante i quali lei era la sua medium principale e lui continuava a riversare energia attraverso di lei, per diffonderla a così tante altre persone – potesse nel tempo aver indebolito la sua resistenza.

 

Swaram: Mi parli del rapporto tra Nirvano e Osho? Questa relazione è piuttosto misteriosa e oggetto di molte speculazioni. Alcune persone dicono che Nirvano era la fidanzata, l’“amante” di Osho, o la governante, ma sappiamo anche che Nirvano aveva fidanzati e relazioni amorose, quindi qual è la tua comprensione della relazione tra Nirvano e Osho?

 

Veena: Probabilmente questo è il punto più importante di tutta la nostra conversazione. Per quanto mi riguarda, in base alla mia osservazione dei due insieme – e questo mi è stato confermato anche da parecchi miei amici intimi che erano anche vicini a lei – la funzione di Nirvano era di mantenere Osho qui sul pianeta. Ora può sembrare strano ed esoterico (e penso che lo sia!), ma Osho ha parlato abbastanza spesso di quanto sia fragile il corpo di una persona illuminata… Quando una persona si illumina, la sua connessione con il pianeta, con la terra e la sua gente, si interrompe. Fondamentalmente, dovrebbe decollare ed entrare a far parte dell’esistenza! 

Osho ha parlato di vari maestri che hanno fatto tutto il possibile per rimanere nel corpo per aiutare quante più persone potevano. Per esempio, mi ricordo che ha raccontato di un maestro indiano illuminato, Ramakrishna, che mangiava sempre, chiedeva continuamente da mangiare. Uno dei suoi discepoli gli disse: “Questo è davvero terribile, tu sei illuminato e non dovresti essere così attaccato al cibo!”. E il maestro rispose: “Il giorno in cui smetterò di mangiare sarà il giorno in cui morirò”. E fu proprio così: smise di mangiare e morì. 

Osho disse che era solo il cibo, il consumo e la digestione del cibo, a tenerlo nel corpo e in relazione con la terra. E quando sentì che era tempo di andare, smise di mangiare e morì.

La maggior parte dei maestri illuminati ha avuto una moglie o comunque una donna che si prendeva cura di loro. È la dimensione taoista del maschile e del femminile e dell’equilibrio tra loro che consente alle persone illuminate di rimanere più a lungo. Sento molto, molto fortemente che Nirvano era l’ancora di Osho su questo pianeta.

E a livello personale non penso che sia affar mio, o di nessun altro, sapere esattamente quale fosse la loro relazione. Quello che so è che era al di là della mia comprensione. La sua profondità, la forza, la bellezza erano al di là di me… 

Ti racconto una storia assolutamente strabiliante. 

Successe dopo un discorso. Nirvano usciva sempre prima di lui e lo aspettava a distanza, in modo che lui potesse camminare all’indietro con le mani in namastè. Questa volta si girò a meno di un metro dalla porta dove si trovava lei. Io stavo guardando e vidi questa connessione di energia dall’hara (DanT’ien in cinese) di entrambi ed era così forte… Era quasi come se lei lo stesse tirando ed entrambi sorridevano e si guardavano negli occhi. Rimasi sbalordita nel vedere la loro connessione energetica. Così forte! Mi colpì profondamente. 

Quindi ridurre la loro relazione a qualcosa che possiamo capire è inutile: bisogna solo ammettere che la loro relazione era su un piano completamente diverso.

La loro relazione era di un’incredibile bellezza e valore e il suo scopo, ripeto e ne sono assolutamente convinta al cento percento, era di tenerlo su questo pianeta per noi...

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