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Lasciati vivere!

Anche se la vita è pericolosa... 

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n 269

 

Osho




Il coraggio di cambiare

Un sannyasin, tornato da una permanenza in Occidente, dice a Osho che è stato così difficile per lui riadattarsi a vivere là che non era sicuro di voler tornare a Pune.

 

Osho: Succede molte volte nella vita. Quando la tua coscienza inizia a cambiare, non puoi più rimanere nel vecchio schema, devi cambiarlo. Anzi, se osservassi attentamente la vita, lo vedresti accadere molte volte, ma accade così silenziosamente che non te ne accorgi.

Ad esempio, prima dei quattordici anni avevi degli amici. Dopo i quattordici anni quelle amicizie sono scomparse. Ti è successo qualcosa:

sei diventato sessualmente maturo. Quelle amicizie hanno iniziato a sembrarti infantili e sono diventate prive di significato.

Se fai una certa cosa e qualcosa succede alla tua coscienza, poi non puoi più continuare a farla alla vecchia maniera. Sei cambiato, quindi devi riadattare tutto. Ecco perché molte persone hanno scelto di non crescere: crescere porta problemi. Se cresci, ogni volta devi cambiare molte cose. Una cosa ti appare molto preziosa in un dato momento, ma poi vai un po’ più in profondità nella meditazione e non ti sembra più così preziosa, quindi la cambi. Questo può essere un po’ scomodo per molte persone e la scomodità si estende a molte dimensioni.

Ad esempio, ami una donna e la tua coscienza cambia. All’improvviso ti accorgi che quella donna c’è ancora, ti piace, provi dei sentimenti per lei, ma il romanticismo è scomparso. Oppure, sei innamorato di un certo tipo di lavoro, ma poi cambi e quel lavoro diventa semplicemente non più rilevante, non più valido per te.

Molte persone hanno deciso di rimanere in uno stato fisso di coscienza, in modo da non dover cambiare ogni giorno. Sono diventate stagnanti. Se continuassero a fluire, ogni giorno ci sarebbero nuove sponde e nuovi alberi, nuove persone e nuove città, nuove montagne e nuove valli. Il fiume non potrà che raggiungere cose nuove ogni giorno.

Le persone hanno deciso di rimanere statiche per un desiderio di comodità. Gli psicoanalisti affermano che di solito l’età mentale delle persone non va mai oltre i tredici, quattordici anni; è lì che si sono fermate. Hanno deciso che quello è il limite. Da quel momento in poi rimarranno a quello stadio. Questo è il loro lavoro, questo è il loro hobby, questo è ciò che è di loro gradimento, questo è il loro amore, questi sono i loro amici. Hanno definito il loro mondo e non lo cambieranno. 

L’unico modo per non cambiare è smettere di crescere.

Una persona in crescita deve vivere nel disagio, nell’insicurezza. E nel mio approccio la crescita è vita e la vita è pericolosa!

La morte è molto comoda, molto confortevole: essere nella tomba è il lusso supremo, non c’è niente di meglio! Qualunque cosa tu provi a fare sarà peggiore! E così tante persone vivono nella tomba...

Ti consiglio solo una cosa: non aggrapparti mai al passato, a qualunque costo. Rimani sempre aperto al futuro, perché solo il futuro arriverà. Il passato non tornerà, non lo incontrerai mai più; non lo troverai mai più. È finito ed è finito per sempre.

Quindi allenta la tua presa sul passato e, qualunque cosa accada, fidati della vita. Se senti di non amare più il tuo lavoro, cambialo! Non c’è niente di cui preoccuparti. E se senti di non stare più bene in Occidente, vieni a vivere in Oriente. Niente è un problema.

Non devi aggrapparti alle sicurezze, così continuerai a crescere. Fino all’ultimo istante, fino al momento della morte, è possibile continuare a crescere.

Se una persona muore a settant’anni, la sua età mentale dovrebbe essere di settant’anni - questa è la mia idea - non meno, perché se è inferiore vuol dire che non ha vissuto totalmente. Quello è il minimo, ma può anche essere di più. Una persona di settant’anni può avere un’età mentale di duecento o trecento anni. Se un uomo di settant’anni può avere l’età di dieci anni, perché non duecento? Sono possibili entrambe.

Vivi intensamente, vivi pericolosamente. Vivi fino all’ultimo istante della tua vita e lascia accadere qualsiasi cosa. Sì, a volte ci sarà dolore e molte volte ci saranno sofferenza e angoscia terribili, ma fanno parte della vita, non possono essere evitati. 

Se vuoi essere estatico, dovrai attraversare molte sofferenze laceranti. Se vuoi essere in uno stato interiore di beatitudine dovrai affrontare molti dolori. Ti preparano, ti purificano.

Quindi, qualunque cosa tu senta, segui il tuo sentire e ascolta sempre il cuore. 

Quando devi prendere una decisione, non decidere solo dalla mente; decidi dal cuore. Se senti che le cose stanno andando perfettamente, continua; non c’è fretta. Ma se inizi a sentire che qualcosa non va e non ti senti più in sintonia, che senso ha?

Non viviamo per qualcos’altro, tutto il resto è in funzione della nostra vita. 

Se una persona dipinge e adora dipingere, bene. Se un giorno scopre che è finita, che non può più dipingere o non lo ama più, può andare avanti, può continuare a trascinarsi, ma l’amore è scomparso. Dovrebbe smettere! Non è più necessario proseguire, non dipingerà più alcun bel quadro. 

Ed è possibile che un giorno possa tornare a dipingere. Dopo venti anni se ne sarà completamente dimenticata e tornerà ad emergere. Ricomincerà e proverà di nuovo una grande gioia. E dopo vent’anni di oblio ne uscirà qualcosa di originale. Non sarà più un tecnico, sarà più originale. Avrà dimenticato tutto ciò che sapeva e non dipingerà più grazie alle sue conoscenze o alla sua competenza; accadrà semplicemente dal cuore. E, naturalmente, tutto ciò che conosceva è entrato a far parte del suo sangue, quindi c’è, ma non è più visibile; è una forza invisibile. 

Ascolta sempre il cuore e seguilo. Sacrifica tutto ciò che è necessario: sull’altare del cuore, sacrifica tutto. Se hai voglia di stare qui, stai qui, questa è la tua casa! E se vuoi continuare col tuo lavoro in Occidente, continua, ma ascolta il tuo cuore. Non ti sto dicendo di fare questo o quello. Quello che fai non è importante, ma fallo con gioia e celebrazione.


 

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Continua su Osho Times n. 269

 

Osho da, Don’t Just Do Something, Sit There #22