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Osho discute...

...con il suo professore

Dal un articolo apparso su Osho Times n. 290

 

Il College
IL JAIN DEGREE COLLEGE

 

Eravamo studenti dell’ultimo anno al DN Jain Degree College, di Jabalpur. Jai Narayan Awasthi era il nostro professore di poesia hindi e Harikant Shrivastava era il professore di prosa hindi.

Un giorno, il professor Shrivastava stava tenendo una lezione sul genere narrativo del racconto. Durante la lezione consultò il suo taccuino diverse volte. Gli studenti ascoltavano con attenzione e alcuni prendevano persino appunti. Nessuno faceva domande.

Il professore stava spiegando che è sempre una situazione di vita vissuta a dar vita a un racconto.

Rajneesh (Osho) era seduto sull’ultima sedia o panca, vicino alla finestra aperta, e guardava il giardino verde o il cielo aperto.

Io ero seduto poco davanti a lui.

Probabilmente seguiva quelle lezioni solo per soddisfare la frequenza minima richiesta. Di solito non si mostrava interessato a ciò che si insegnava in classe.

Quel giorno, era dello stesso umore indifferente, a fissare il cielo aperto fuori dalla finestra. Il professore non era contento dell’indifferenza dello studente nei confronti della sua lezione. Si sentiva offeso e a quel punto non ce la faceva più.

Gridò: “Tu, all’ultimo banco! Cosa stai facendo esattamente?”.

“Sta parlando con me?” disse quello all’ultimo banco.

Tutta la classe si fece attenta a questo scambio di domande e risposte.

“Sì, ti sto facendo una domanda. Cosa guardi dalla finestra?”.

“Guardo ciò che vale la pena di guardare”.

L’intera classe scoppiò a ridere.

La rabbia del professore si fece più forte. “Quindi non stavi prestando attenzione alla lezione?”.

“Faccio attenzione a ciò che vale la pena di ascoltare”.

La classe iniziò a godersi la conversazione.

Il professore si infuriò. “Allora, dimmi cosa ho detto del racconto?”.

“È meglio che non me lo chiede”.

“Perché?”.

“Perché quello che ha detto non è corretto”.

Lo studente aveva esagerato. Aveva messo in dubbio le conoscenze del professore. E questo fece molto male al suo ego.

“Come?” esclamò, frustrato.

Rajneesh (Osho) ripetè: “Quello che sta dicendo non è corretto, signore. Una ‘situazione’ non dà vita a un racconto”.

Il professore rise di questa risposta incomprensibile.

E dichiarò: “È così facile. Si è verificata una situazione, lo scrittore ne è stato testimone e ha scritto il racconto”.

Tutti gli studenti convennero che il professore aveva ragione: non c’era modo di non essere d’accordo.

Tuttavia, quello dell’ultimo banco incalzò: “Signore, si è verificata una situazione, lo scrittore ne è stato testimone e ha scritto un racconto al riguardo. Questo è corretto. Tuttavia, questo non implica che il racconto nasca dalla situazione”.

Questa autocontraddizione lasciò l’intera classe a corto di parole. E il professore era contento di poter utilizzare l’occasione a suo vantaggio. “Ora, per favore, dimmi come nasce il racconto”, disse sarcasticamente, mentre sorrideva a tutti gli studenti.

Rajneesh (Osho) rispose: “Signore, visto che me lo chiede, per favore ascolti. Il racconto non si basa sulla situazione. È il risultato di un sentimento”.

“Di un sentimento? Ma il sentimento si attiva solo se si verifica una situazione!” disse il professore.

“Sì, signore, questa è la sequenza: situazione, sentimento e produzione del racconto”.

“Questo dimostra che la madre del racconto è una situazione!”.

“No, signore, questo dimostra solo che l’emozione, il sentimento, è la madre di tutti i racconti!”.

“La tua argomentazione non ti sembra strana?”.

“Non è così strana. È la strategia corretta. Per favore ricordi che io sono il figlio di mia madre, non il figlio della madre di mia madre. Di conseguenza, il sentimento è la madre del racconto, mentre la situazione è la madre della madre!”.

L’intera classe scoppiò a ridere, perché si ritrovò d’accordo con questa logica.

Gli studenti che pensavano che Rajneesh (Osho) fosse stizzoso, chiuso e un po’ selvaggio, cominciarono a sentirsi attratti da lui.

Nel dibattito aveva sconfitto il professore, il cui ragionamento era stato confutato. Si trovava in una situazione umiliante quando, per sua fortuna, suonò la campanella, scandendo la fine dell’ora.

“Bene, affronteremo di nuovo la questione”, disse, sollevato, e se ne andò.

 

Estratto dal libro Sudhiyon ke Rajhans (Ricordando il Re dei Cigni), del famoso poeta defunto, il professor Jawaharlal “Tarun” di Jabalpur
Tradotto dall’hindi da Swami Ageh Bharti

 

Da un articolo apparso su OshoNews.com

 



Tratto da Osho Times n. 290