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A scuola di Vipassana da Osho in persona

Durante la prima Pune, alla fine dei ritiri di Vipassana, Osho rispondeva, nei darshan serali, alle domande dei partecipanti e dei facilitatori...


Preziosi testi apparsi su Osho Times n. 216

 


Parlando della Vipassana, Osho afferma:
È l’unico, tra gli antichi metodi, che non usa l’immaginazione. È molto austero, puro. Tutta l’enfasi è sull’essere attento, questo è tutto, in modo che nulla sfugga all’attenzione. Non c’è nulla da fare davanti alla fattualità della vita: non la tocchi né la ritocchi. Non proietti nulla. La vita non è più uno schermo né un proiettore. Sei semplicemente un testimone, di qualsiasi cosa accada, senza alcun giudizio di buono o cattivo, bello o brutto.

Un partecipante dice: È stato bellissimo... e tutto era come una festa.
Molto bene! Continua quella festa, non interromperla. Prima o poi il gruppo finisce, ma non è necessario che finisca anche la festa, la celebrazione. Puoi farle diventare il tuo stile di vita.

Il partecipante: ci proverò. Mi sento come se fossi al punto zero, adesso, e con la possibilità di andare in questa direzione, continuando la celebrazione, o di smettere…

Continua, vai avanti. Aiutala ad andare avanti, perché la mente tende a ricadere nei vecchi modelli. Tutto ciò che hai imparato nel gruppo – il silenzio, la celebrazione, la gioia interiore – continualo. Il gruppo è solo un inizio, uno stimolo, poi continui da solo. Prosegui da solo per un paio di settimane e se senti che la luce si affievolisce e non senti più così tanta energia, ripeti il gruppo ancora una volta, dopo qualche mese. E ti darà ancora di più, andrà più in profondità. La Vipassana non è un gruppo che si fa una volta e poi è finito. È una cosa che dura per la vita. Nei paesi buddhisti la gente fa la Vipassana quasi ogni anno, per tre settimane. Tutti i tipi di persone. È quasi come per le persone in Occidente andare in vacanza per visitare questo paese e quell’altro, che è stupido. Nei paesi buddhisti – Burma, Tailandia, Ceylon – quando hanno tempo per una vacanza le persone vanno in un monastero buddhista a fare Vipassana, ogni anno. Dall’uomo più povero, fino al primo ministro. Il primo ministro birmano ha continuato persino negli anni in cui era primo ministro, ogni anno. Poi si è dimesso ed è diventato un monaco buddhista. Vive in India. Nessuno lo riconoscerebbe, è solo un mendicante buddhista! L’esperienza della Vipassana è stata più grande del suo ministero, di qualsiasi politica. Quindi prenditi questo impegno: quando senti che le cose si stanno affievolendo, stanno diventando confuse e non senti più la stessa energia, la stessa vitalità, rifai la Vipassana. Puoi farla da solo. Vattene in ritiro in montagna, stacci per tre settimane e falla da solo, ogni volta che ne senti il bisogno.

Un altro partecipante dice: mi sono sentito a volte molto sensuale, molto femminile. E una cosa un po’ angosciante è che nascono pensieri violenti, contro di te e contro di me.

Basta guardarli, no? Non lasciarti af­fliggere, perché così facendo, continueranno. Significa che ti lasci troppo im­pressionare, dando loro molta at­ten­zione e alimentandoli. Resta in di­spar­te. È solo la follia della mente. Guardala, senza molta attenzione. Quando ami una persona, in profondità la odi anche. Se mi ami, mi odi anche. Questo è ciò che sta affiorando in superficie. L’odio dice: “Uccidi quest’uomo!” e l’amore dice: “Piuttosto è meglio colpire me stesso”. Ma non c’è nulla di cui preoccuparsi. Basta prenderla come una cosa normale: capita a tutti. Di tanto in tanto questa dicotomia della mente affiora. Sii indifferente.
E in Vipassana può accadere a volte di sentirti molto, molto sensuale, perché sei così silenzioso che l’energia non si dissipa. Normalmente sprechi molta energia e poi sei esausto. Quando ti siedi semplicemente, senza fare nulla, diventi un lago silenzioso di energia che continua a diventare sempre più grande. Arriva quasi al punto di straripare e poi ti senti sensuale. Senti una nuova sensibilità, sensualità, persino sessualità, come se tutti i sensi fossero diventati freschi, giovani, vivi. Come se ti fossi tolto la polvere di dosso, ti fossi fatto un bagno e risciacquato sotto la doccia. Succede. Ecco perché le persone – soprattutto i monaci buddhisti – che hanno fatto Vipassana per secoli non mangiano molto. Non ne hanno bisogno. Mangiano solo una volta, un pasto molto scarso, molto piccolo, al massimo una colazione e solo una volta al giorno. Non dormono molto, ma sono pieni di energia. E non sono persone che non si impegnano, lavorano sodo. Spaccano la legna e lavorano in giardino, nei campi, nell’orto; lavorano tutto il giorno. Ma è successo loro qualcosa e ora l’energia non è più dissipata.
In Occidente si mangia quasi cinque volte al giorno. Una volta è sufficiente! Ma l’Occidente è così attivo, così frenetico, che l’energia è dissipata. Sono tutti sotto pressione e distruggono la propria energia. C’è così tanta preoccupazione e tensione che tutti sono quasi sempre sul punto di crollare. Ora gli psicologi dicono che su quattro persone, tre sono malate di mente in qualche misura. Tre su quattro è troppo! A quel punto anche il quarto desta qualche sospetto. Nessuno è normale... la normalità è quasi abnorme e ciò che è anormale è diventato la norma.
Quindi succede, quando ti siedi in meditazione... e la posizione seduta conserva molto l’energia. La posizione del loto, in cui siedono i buddhisti, è fatta in modo tale che tutte le estremità del corpo si toccano: i piedi sui piedi, le mani sulle mani. Quelli sono i punti in cui l’energia si muove e fuoriesce, perché l’energia per uscire ha bisogno di qualcosa di appuntito. Per questo l’organo sessuale maschile è appuntito, perché deve disperdere molta energia. È quasi una valvola di sicurezza. Quando l’energia dentro di te è troppa e non puoi fare nulla, la rilasci attraverso il sesso. Nell’atto sessuale una donna non rilascia energia. Quindi una donna può fare l’amore con molte persone in una notte, ma un uomo non può. Una donna può risparmiare energia e se conosce il metodo, persino guadagnarne.
Dalla testa non si rilascia energia all’esterno. La natura le ha dato una forma rotonda, così il cervello non perde mai energia, la conserva, perché è la parte più importante, la direzione centrale del corpo. Deve essere protetta: ecco la ragione di un teschio tondo. L’energia non può fuoriuscire da una cosa rotonda. Ecco perché tutti i pianeti – la Terra, il Sole, la Luna e le stelle – sono tutti rotondi. In caso contrario, perderebbero energia e morirebbero.
Quando ti siedi in meditazione diventi rotondo: le mani toccano le mani. Quin­di, se una mano libera energia, l’al­tra mano la riceve. E i piedi toccano i piedi... diventa quasi un cerchio. L’energia si muove dentro di te, non va fuo­ri. La conservi e diventi via via un lago. Un po’ alla volta sentirai quasi un sen­so di pienezza nella pancia. Anche se sei digiuno, se non hai mangiato, sentirai una certa pienezza e poi un impeto di sensualità. Ma è un buon se­gno, un buon segno. Quindi goditelo. Per almeno un’ora al giorno, semplicemente siediti e lascia che arrivi quella sensazione. E ti renderà più vitale, più vivo.

Un partecipante: Nel libro Il seme della Ribellione parli del completamento del cerchio interno, l’unione del principio maschile e femminile. Hai detto che Gesù aveva insegnato ai suoi discepoli un metodo per farlo. Ma non voglio fare nulla se sta già succedendo...

Sta accadendo. E quando accade senti un cambiamento immediato. Se sei maschio ti senti femminile; se sei di sesso femminile ti senti maschile. Senti subito qualcosa di strano. Nel mo­mento in cui il cerchio si chiude, l’altra parte, la parte negata, esplode nella consapevolezza. Se sei uomo, per la prima volta all’improvviso senti la donna che si diffonde dappertutto in te e ti senti femminile. Se sei una donna, improvvisamente senti qualcosa che cambia: una parte negata che era “in cantina” mai riconosciuta...
Perché tutte le società del mondo impongono un modello su ogni bambino. Insegnano al maschio che è solo un maschio. “Non fare la femminuccia, non fare la bambina”. Ogni ragazzo è entrambi, e ogni ragazza è en­trambi. Alle ragazze insegnano: “Non fare il maschiaccio. Non fare questo, non fare quello. Questo è per i ragazzi, non per te”. Biologicamente, la differenza è solo di grado. L’uomo e la donna non sono due sessi. La divisione non è così netta, non sono compartimenti stagni. Si sovrappongono, penetrano l’uno nell’altra. L’uomo e la donna sono un unico sesso, solo l’enfasi è diversa in ciascuno. L’uomo è più uomo e meno donna. La donna è più donna e meno uomo, ma la differenza è di gradi, non di qualità. Ma il condizionamento è tale che a un ragazzo insegnano che non è per niente una ragazza, quindi dovrà negare questo aspetto di se stesso, che così va nell’inconscio e continua ad accumularsi… l’altra parte, la parte negata. Dovrà provare la sua virilità, provare di essere un uomo. Gli uomini non piangono facilmente, perché è stato insegnato loro che le lacrime sono solo per le donne. E si perdono molto.
Quindi, quando ti accade di diventare una totalità, quando anche se solo per un attimo il tuo cerchio si chiude, improvvisamente l’enfasi cambia… la parte negata, la parte fresca che non è mai stata utilizzata, che è nuova di zecca...
La tua parte maschile è quasi usurata, l’hai usata per trenta, quaranta, cinquanta anni. La tua donna è completamente nuova, giovane, vergine. Quando esploderà, il vecchio uomo sarà completamente detronizzato e sarà così vitale.
Quindi non c’è bisogno di preoccuparsi, non c’è bisogno di pensarci. Soltanto, ogni giorno per un’ora, siediti, goditela e entraci dentro. Lascia che quella sensazione prenda possesso di te.

Tratto da:
Osho, Get Out Of Your Own Way #4



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