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L'occasione
di essere un buddha


"Un solo Buddha e tutto l’universo diventa un festival! E quando tante persone sono nel loro centro, tutto l’universo diventa una celebrazione.
Raccogli quanta più gioia, pace, silenzio, beatitudine, estasi da portare con te e convinci il Buddha dentro di te a seguirti: è la tua natura!
Deve esprimersi nelle tue azioni, nei tuoi gesti, nelle tue parole, nei tuoi silenzi. Deve diventare tutto il tuo essere, la tua poesia, la tua canzone, la tua danza…" – OSHO




Preziosi testi apparsi su Osho Times n. 218

 


Meditando, l’edizione estiva, più raccolta e intima, dell’OshoFestival di Bellaria, è una grande occasione per immergersi nella poesia e nell’incanto della meditazione.
Poesia perché la vita diventa un dono e una benedizione solo quando sentiamo di essere in armonia con la bellezza che ci circonda, e che il nostro condizionamento culturale all’infelicità spesso non ci permette di vedere.
Incanto perché meditazione è magia, la magia di vedere con occhi nuovi e di imparare ad abbandonare il passato attimo dopo attimo, respiro dopo respiro, per immergerci nel momento presente, nella sua estasi, nella sua eternità.
Osho afferma che la meditazione è un nostro diritto di nascita. Allora perché non siamo meditativi senza sforzo? Perché ci è stato insegnato l’opposto e ora sta a noi, con coraggio, gioia e amore per noi stessi, riprenderci ciò che è stato represso, lasciando andare
gli strati di inconsapevolezza e infelicità che abbiamo accumulato.
E l’unico modo per farlo è... farlo! Iniziare! Comincia a essere un Buddha!
Meditando è il giusto inizio!
Perché la sua struttura ci offre tutte le Meditazioni Attive di Osho, meditazioni più sottili derivate dal Vigyana Bhairava Tantra, il libro delle antiche meditazioni indiane, e appositamente rivisitate per adattarsi a una sensibilità moderna. E il sostegno di Shunyo, che oltre a guidare le meditazioni, è disponibile a rispondere alle domande personali dei partecipanti.
Eccone un piccolo assaggio...

Guardati intorno!
Sei circondata dall’estasi!
Domande e risposte tra Shunyo e i partecipanti all’edizione dello scorso anno di Meditando

Partecipante 1 (donna): Le Meditazioni Attive di Osho, da quello che ho capito, sono propedeutiche per arrivare a uno stato meditativo dell’essere che serve a vivere nel qui e ora senza essere distratti dal rumore della mente. Ma volevo capire che differenza c’è tra queste Meditazioni Attive e la Vipassana, perché anche la Vipassana insegna a osservare se stessi…
Shunyo: La Meditazione Dinamica è stata creata da Osho quando si è accorto che le persone al giorno d’oggi fanno fatica a stare sedute in silenzio.
Si è accorto che le nostre vite sono molto complesse e complicate: in un giorno riceviamo una quantità di informazioni e stimoli che un discepolo del Buddha magari riceveva in un anno. E inoltre tratteniamo le nostre emozioni, perché non viviamo più in modo naturale. E siamo molto influenzati dai media e da tutto il resto. Quindi sedersi in silenzio senza prima entrare in contatto con ciò che abbiamo trattenuto nell’inconscio è come stare seduti su un vulcano e non è facile osservare le eruzioni che arrivano se non abbiamo alcuna comprensione del fatto che non siamo la nostra mente.
Quindi i primi tre stadi della Dinamica sono una preparazione per far sì che la meditazione possa accadere. Quando ti ritrovi in piedi in silenzio, nello Stop! hai preparato il terreno per la meditazione: hai energizzato il corpo con il respiro, rilasciato qualsiasi emozione avesse bisogno di essere espressa, e poi saltando, ci hai messo tutto il tuo impegno, mostrando tutta la tua sincerità e determinazione nel raggiungere il silenzio. E quando il corpo entra in sintonia con il salto, anche questo diventa energizzante. E con quel tanto di consapevolezza che hai avuto durante i primi tre stadi, quando all’improvviso tutto si ferma, ti trovi nello spazio giusto per far sì che la meditazione accada. Perché non possiamo “fare” la meditazione, possiamo solo preparare il terreno affinché accada. Analogamente, la Vipassana è solo una tecnica per portarci nello spazio giusto per far sì che accada la meditazione.
Quindi è molto d’aiuto cominciare con qualcosa di espressivo e dinamico perché per “entrare” nella meditazione dobbiamo essere nel corpo.

Partecipante 2 (uomo): Grazie a Osho sento di avere esaurito il bisogno di fare domande metafisiche o esistenziali e quindi faccio una domanda diretta: il fatto di aver vissuto così tanti anni in strettissimo contatto con Osho lo senti più come un privilegio o una responsabilità, nel lavoro che porti avanti?
Shunyo: Decisamente un privilegio! Non sento affatto alcun peso. Osho ha rappresentato per me l’assenza di ogni fardello. E anche l’assenza di ogni responsabilità fuorché quella che ho verso me stessa. Quindi incontrare persone come voi, guidare le meditazioni, è un grandissimo regalo per me. Io imparo da voi e dalla vita in continuazione, continuando a essere una discepola... Grazie per la tua domanda, mi ha toccato molto.

Partecipante 3 (uomo): Agganciandomi alla domanda che ha fatto l’amico, secondo il mio punto di vista, Osho è la persona più eccezionale che sia mai esistita su questa Terra... tu cosa ne pensi? (Scoppio di risa)
Shunyo: Sì, lo so! Lo è, assolutamente!

Partecipante 3: Quindi sei d’accordo? (Altre risate)
Shunyo: Sì!

Partecipante 3: E non credo di essere di parte dicendolo, perché per molti credo che sia così, no?
Shunyo: È semplicemente un dato di fatto, cosa ci possiamo fare? Siamo molto fortunati ad aver trovato la nostra dimensione in questo stile di vita, perché ci dà una grande libertà e una grande gioia. E il nostro modo di guardare alla vita è... magico!

Partecipante 4 (donna): Ancora, do­po tutti questi anni con Osho, ogni qual volta mi trovo vicino a persone che soffrono sento la loro sofferenza.
Shunyo: Perché pensi che non dovresti sentirla?

Partecipante 4: Perché (Voce un po’ rotta dal pianto)... vorrei essere più leggera.
Shunyo: Forse c’è qualcosa nella sofferenza che ti dà qualcosa, ti dà una certa identità…

Partecipante 4: Preferirei non averla...  
Shunyo: Ma sei tu che continui ad alimentare quell’identità. Quindi co­mincia a sentire, ad esempio, con chi della tua famiglia ti senti connessa quando soffri.

Partecipante 4: Praticamente quello che non sopporto è l’incapacità dell’essere umano di gioire... ci sono tanti motivi per gioire e l’essere umano trova sempre qualcosa per soffrire.    
Shunyo: Non parlare dell’essere uma­no in generale, parla in prima persona, di’: “Io”. Sei tu che trovi le ragioni per non essere gioiosa ed è un processo su cui lavorare. Da chi l’hai imparato nella tua famiglia?

Partecipante 4: Continuo a impararlo. Sento di amare la vita, ma il contesto, la situazione è così difficile e mi sento totalmente sola in questo modo di celebrare... non c’è quasi nessuno intorno a me che...
Shunyo: Ma guarda intorno a te adesso! Sei circondata da persone che sanno veramente come celebrare e ora è tutto ciò che hai dopo aver tirato fuori tutte le tue lacrime e la tua sofferenza. Per te rappresenta un bellissimo lavoro in cui puoi immergerti e che puoi approfondire, ossia diventare consapevole: “Cosa mi dà questa sofferenza?”.
Non la risolverai ora perché è qualcosa che ti porti dentro da tutta la vita, perciò ci vorrà del tempo per vederlo: ti dà qualcosa e l’hai imparata da qualcuno, e in qualche maniera la sofferenza ti tiene connessa con quella persona. È qualcosa che può farti progredire nel tuo viaggio di sannyasin.
Per adesso fai un respiro profondo, apri gli occhi e guardati intorno: sei circondata da bellissime persone e puoi ritenerti molto fortunata!

Partecipante 4: Quando Osho era nel corpo...
Shunyo: No, no, no, Osho ci ha detto che senza il suo corpo fisico la sua presenza sarebbe diventata ancora più accessibile e io ho fiducia in questo, perché è ciò che ho sperimentato in prima persona. Quindi, per favore, che nessuno vada indietro nel tempo a rimembrare i bei tempi in cui Osho era nel corpo. Il suo corpo costituiva una grossa difficoltà per lui. Quindi guardati intorno e goditi queste giornate di oggi e domani, quello che sta accadendo qui è un miracolo. E questa esperienza diventerà parte di te.




"Seduti come Buddha
siete gli esseri più benedetti sulla Terra in questo momento.
Dovete diffondere questa estasi
in tutto il mondo.
Questa benedizione dovete condividerla con tutti,
chiunque, amici ed estranei…
Dobbiamo incendiare tutta la Terra
di questa nuova passione,
la passione per l’essere
più intimo e interiore.
Un nuovo fuoco che brucia il falso e porta alla luce l’oro puro.
L’umanità ha scor­dato il linguaggio
dell’essere Buddha.
Dobbiamo diffondere il messaggio
in tutti gli angoli più reconditi
della Terra.
"

OSHO

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