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Le difficoltà

Sul cammino della meditazione

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 256

 

Osho

Osho,
quali sono le difficoltà sul cammino della meditazione e come possiamo affrontarle?


Ci sono solo due difficoltà sul sentiero della meditazione: una è l’ego. 
La società, la famiglia, la scuola, la chiesa e tutti intorno a te, ti preparano a essere egoico.
Persino la psicologia moderna si fonda sul potenziamento dell’ego. L’ideologia generale della psicologia e dell’educazione moderna è che se una persona non ha un ego molto forte non sarà in grado di farsi avanti nella vita. C’è talmente tanta competizione che se sei umile chiunque sarà in grado di sopraffarti. Rimarrai sempre indietro. Hai bisogno di un ego d’acciaio, molto forte, per farti strada in questo mondo competitivo. Solo così potrai avere successo in qualsiasi campo. Negli affari, nella politica, in una professione qualsiasi: hai bisogno di una personalità molto assertiva. Tutta la nostra società è orientata a generare nel bambino una personalità assertiva.
Fin dall’inizio gli diciamo: “Devi essere il primo della classe”. E quando il bambino riesce a essere il primo della classe, tutti lo lodano. Cosa stai facendo veramente? Stai alimentando il suo ego fin dall’inizio. Gli stai trasmettendo una certa ambizione: “Puoi diventare il presidente, puoi diventare il primo ministro...”. E inizierà il suo viaggio con queste idee. Il suo ego continuerà a diventare sempre più grande collezionando successi.
E comunque vada, l’ego è la più grande malattia che possa accadere all’uomo. Se hai successo, il tuo ego diventa grande e questo è un pericolo, perché dovrai rimuovere una grande roccia che sta bloccando il cammino. O se il tuo ego invece è piccolo, perché non hai avuto successo e hai dimostrato di essere un fallito, diventerà una ferita. E farà male, creerà un complesso di inferiorità. E anche un problema: avrai sempre paura di entrare in qualsiasi cosa, persino nella meditazione, perché sai di essere un fallito, sai che non ce la farai. Questo pensiero è diventato la tua mente, perché hai fallito in ogni campo. E la meditazione è una cosa grossa, quindi non puoi avere successo. Se entri in meditazione con l’idea che sei destinato a fallire e che questo è il tuo destino, il tuo fato, ovviamente non potrai avere successo. 
Quindi se l’ego è grande è un ostacolo; se l’ego è molto piccolo diventa una ferita ed è comunque un ostacolo. In entrambi i casi è un problema di ego.


Il secondo problema... E dopo aver elencato entrambi i problemi ti dirò come sbarazzartene. Non è difficile, ma prima devi capire la questione in tutta la sua complessità...
Il secondo ostacolo sul sentiero della meditazione è la mente che chiacchiera costantemente. Non ti lascia in pace nemmeno per un singolo istante. La mente continua a chiacchierare: pensieri rilevanti, irrilevanti, significativi, privi di significato... Di continuo. Un traffico costante ed è sempre l’ora di punta. Quando chiudi gli occhi ci sono così tanti pensieri che corrono in tutte le direzioni. Se ti sedessi per dieci minuti a scrivere ciò che succede nella tua mente… E senza alcun editing, perché tanto non lo mostrerai a nessuno, quindi non preoccuparti! Chiudi la porta, bloccala dall’interno in modo che nessuno possa entrare e scrivi esattamente ciò che accade nella tua mente per dieci minuti. E dopo dieci minuti leggilo.
Resterai sorpreso: “È la mia mente o qualcuno è impazzito?”. Non ci avevi mai fatto caso, quindi non hai mai pensato a quello che succede nella mente.
E se ci provi, come fanno molte persone… Leggono dei libri sulla meditazione e pensano che se riesci a fermare i pensieri recitando un mantra o il nome di dio, forse la mente potrà essere liberata dai pensieri... 
I libri sono scritti per lo più da persone che non hanno mai meditato. Conosco molte persone che hanno scritto libri sulla meditazione. Alcuni sono venuti a chiedermi come meditare e ho detto loro: “Ma nella mia biblioteca ho il tuo libro”. Hanno detto: “Sì, ho studiato alcuni libri sulla meditazione e poi ho scritto il libro solo per aiutare gli altri”.
E io: “Ma prima di scrivere dovresti provare. Se non riesci ad aiutare te stesso, su quali basi pensi di poter aiutare gli altri? Potresti anzi aver distrutto la tranquillità mentale di molte persone”.
E ci sono anche dei cosiddetti maestri di meditazione che ti danno un mantra, o un nome qualsiasi, che se recitato, o cantato in fretta... Chiudi gli occhi, fai un certo rituale, ti fai un bagno, ti siedi nella posizione del loto e inizi la meditazione. E vai più veloce che puoi, sempre più veloce, a ripetere lo stesso nome: “Krishna, Krishna, Krishna...”. Devi ripeterlo il più velocemente possibile. Dopo cinque, sei minuti sarai in uno stato che è scientificamente noto come autoipnosi. Non è meditazione, ma non fa male. Dopo dieci, dodici minuti, quando ne uscirai, sentirai una certa pace, un certo benessere: ti sentirai bene.
Ma non è meditazione.
Non sono contrario se lo fai solo per stare bene. Puoi farlo, ma non pensare che ti aiuterà a realizzare il divino. Non è possibile, perché è semplicemente un sonno profondo creato deliberatamente. Quando ripeti una de­ter­minata parola continuamente, ve­locemente, la mente non ha modo di continuare a chiacchierare. Non le dai spazio per inserire i suoi pensieri. Il tuo canto è così veloce che la mente resta in una situazione simile a quella che si verifica a un incrocio dove il vigile ferma il traffico. Il tuo canto continuo crea la situazione di un vigile che ferma il traffico, ma il traffico c’è ancora, non è sparito; anzi, si è accumulato ancora di più. E nel momento in cui uscirai dalla meditazione, la tua mente farà una grande corsa, come non ha mai fatto prima. È naturale, perché tutto il traffico che avevi bloccato ora dovrà passare. Questa non è meditazione.
Un’altra cosa ancora, prima di dirvi esattamente qual è il problema della mente. Alcuni insegnanti di meditazione – e in particolare in questa parte del mondo, in Oriente – dicono: “Tieni la mente fissa su un punto. Parti da qualcosa di esterno – un punto nero sul muro – e poi chiudi lentamente gli occhi e con gli occhi chiusi guarda il punto nero”. 
E se hai osservato il punto nero per alcuni minuti, naturalmente continuerai a vederlo anche con gli occhi chiusi . L’impressione che ha lasciato richiede tempo per scomparire. È il negativo del punto nero positivo, fa parte della scienza della fotografia. È il negativo che hai creato dentro.
A quel punto guardi quel punto nero negativo e se riesci a continuare a guardarlo, dopo cinque, sei minuti accadrà la stessa cosa: l’autoipnosi. Ti sentirai bene e questo è il pericolo. Dal momento che ti senti bene, provi un certo benessere, pensi di essere sulla strada giusta. Non necessariamente.
E queste cose non sono facili comunque: recitare di continuo per cinque, sei minuti non è facile. Alcuni pensieri entreranno e creeranno disturbo.
Anche mantenere la mente fissa su un punto non è facile. I pensieri possono arrivare, passare e disturbarti. E se chiedi ai tuoi insegnanti diranno: “Questo è il tuo karma passato, dovrai aspettare”. Non c’è alcun karma passato, è semplicemente il metodo sbagliato.
È come se stessi imparando ad andare in bicicletta. Continui a cadere, chiedi consiglio a qualcuno e lui ti dice: “È a causa del tuo karma passato...”. Semplicemente non sai andare in bicicletta. Non ha niente a che fare con il karma passato o la vita passata. Hai semplicemente bisogno della tecnica giusta...




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