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Meditando? YES!

L'incontro con me stesso  

Una condivisione di Nurya e le risposte di Shunyo apparse su Osho Times n 259

 

Meditando
 

Cos’è “Meditando” 
se non l’incontro con me stesso?
Nulla di più, nulla di meno. 


Io faccio una fatica incredibile ad alzarmi presto al mattino. Inoltre non amo i posti troppo sfarzosi e figuriamoci quindi quando mi trovo di fronte alle gigantesche cariatidi che mi osservano senza tregua dal soffitto della sala congressi. Io non vado affatto matto né per il prosciutto di Parma né per i cappelletti all’emiliana… Eppure non vedo l’ora di poter tornare a Salsomaggiore!
Per quale motivo, quindi? Semplicemente per poter vivere ancora una volta la potente esperienza della meditazione, per gustarla nella gioia, nella giocosità e nella libertà, per ritrovare amici e tante altre persone che hanno voglia di immergersi sempre più in questa strada verso la consapevolezza. Consapevolezza in ogni gesto, in ogni incontro, in ogni attimo, in tutto, per vivere davvero la meditazione in ogni aspetto della vita, in ogni momento della giornata: ballando, mangiando, leggendo, suonando, cantando, muovendomi avanti e indietro tra l’albergo e la sala congressi, incontrando gli altri, incontrando me stesso…
Nella vita di tutti i giorni non è facile per me vivere ogni gesto in questa presenza, in questa totalità. Troppo spesso mi ritrovo a muovermi nel caos e ad agire con rapidità, immerso in ritmi che mi fanno perdere facilmente la connessione con quello che mi sta realmente accadendo, con chi mi sta di fronte e, soprattutto, con me stesso.
Perché qui, a Meditando, risulta invece tutto più facile? Non è una magia e non è un trucco: è davvero più immediato e vero, perché sono immerso in quello che è solitamente definito un “buddhafield”, questo fantastico cam­po energetico d’amore che mi fa entrare con più facilità in contatto con me stesso. È proprio vero che l’unione fa la forza! Qui mi sento aiutato, sostenuto e invitato a starci sempre di più, il tutto con gioia, con leggerezza, con un senso di vivo e vero amore. 
Shunyo e Marco con la loro presenza e la loro delicatezza mi spingono ad andare più a fondo; tutte le persone dello staff, con la loro silenziosa e quieta armonia, mi portano a vivere ogni attimo con maggiore intensità; ogni partecipante con il suo modo di essere e di stare mi permette di guardarmi a fondo e di osservare sia le mie fatiche e le mie fragilità, sia la mia bella luce che splende ancora più del salone invaso dal Sole e illuminato a festa. È come se potessi proprio sperimentare l’incontro col maestro, sentirlo vicino, avere il suo intenso sguardo su di me e gioire per questo. È un momento di vera e forte felicità in cui mi riconosco, mi accetto, mi amo e tutto questo mi aiuta a entrare con maggiore verità dentro di me, riscoprendo questo uomo nuovo che può accogliere il tutto a braccia aperte.
Passare dalla meditazione alla festa, dal silenzio alle risate, dall’intima connessione con me stesso a quella col cibo e il buon vino non è altro che il passo normale di chi cammina senza fretta, ma sicuro di fronte a quello che gli succede, di chi semplicemente osserva dalla cima della collina ciò che accade sotto.
È questo il bello di queste brevi giornate estive, incredibilmente piene: ritrovare lo spazio di presenza e di totalità in cui ogni gesto, ogni incontro, ogni attimo sono vissuti al cento percento, stando – come dice Osho – nel qui e ora! Tutto si trasforma in mu­sica, in poesia, tutto diventa gioia... un’incredibile grande gioia.


Nel corso del programma di sabato c'è anche quest'anno il momento delle domande e riposte con Shunyo... sempre preziosissimo! Ecco un assaggio di quelle dell'anno scorso.



Partecipante
Sono molto sensibile alle emozioni delle altre persone. Hai qualche consiglio per gestire queste situazioni?

Shunyo
Se ti toccano le emozioni delle altre persone è il momento di guardare dentro di te: che cosa mi sta toccando? Perché mi disturbano le emozioni di un altro? È un momento per guardare dentro e vedere dove sei. Per esempio se una persona si arrabbia e tu ne risenti: hai della rabbia bloccata da qualche parte? 
Osservare le tue emozioni è una cosa importante, ma quando sei confusa e pensi: “Questa emozione è mia o è dell’altra persona?” sappi che crescendo in consapevolezza e nella capacità di osservare quel che ti succede dentro, riesci a osservare anche questa confusione: “Sono io o è l’altro?”. 
Più siamo in grado di essere consapevoli di noi stessi, più diventa facile capire cosa succede a un’altra persona. Se qualcuno ti fa scattare la tristezza, lascia che ci sia e se non ha radici in te, la vedrai passare velocemente. Se è rabbia o gelosia, e hai la chiarezza che è ciò che sta passando nel tuo specchio, chiediti: “Ha radici in me, è mia?”. 
Se riesci a guardarla con chiarezza si dissolverà più in fretta. Molte volte non riusciamo a vedere la differenza e allora guardiamo semplicemente ciò che succede a noi. 
A volte, invece, è solo un indice del fatto che alcune situazioni della vita non vanno bene per noi. Se accade troppo spesso che resti coinvolta dai sentimenti degli altri in determinate situazioni e osservando hai raggiunto la chiarezza che questi sentimenti non hanno radici in te, fai qualcosa per cambiare la situazione, se è possibile.

Partecipante 
A volte quando capita mi viene da ridere anche se non è il caso. È forse un blocco?

Shunyo
Non direi che sia una cosa così seria come un blocco. 
Magari è solo un piccolo condizionamento che hai ricevuto dalla società e quindi in situazioni come gruppi, grandi eventi come questo, puoi trovarti a guardare profondamente negli occhi un totale estraneo. È una cosa completamente contraria alla nostra educazione. Ti senti strana e la cosa migliore per uscirne è ridere. Se semplicemente riesci a riconoscere che “Mi sento davvero a disagio in questa situazione” e a rimanerci, puoi continuare l’esercizio e avrai imparato qualcosa di importante.
A volte quando facciamo una meditazione, ci aspettiamo di dover avere una certa sensazione, o momenti di non mente o di beatitudine, ma è importante scoprire cosa accade a noi veramente. Sentimenti di resistenza, o una risata, o rabbia, o qualsiasi altra cosa, sono altrettanto importanti.
Non è così importante ciò che osserviamo, è importante che lo stiamo osservando. Ed essere consapevoli di qualsiasi sentimento strano che ci arriva è importantissimo.
A volte la resistenza è un condizio­namento che si deve sciogliere dentro 
di noi.

Voglio sottolineare che nella meditazione non cerchiamo di raggiungere un obiettivo. 
Qualsiasi idea abbiamo sulla meditazione, o qualsiasi idea in generale, appartiene alla mente. E possiamo persino sentire una frase bellissima di Osho, ma se non ne abbiamo esperienza è solo una cosa nella mente, una cosa che abbiamo sentito dire.
Nella meditazione ci addentriamo sempre nell’ignoto, perché la nostra mente non può mai capire cosa sta succedendo. E questo a volte ci mette a disagio. A volte pensi di avere raggiunto qualcosa e la mente subito dice “Ecco ho capito!”. Ma nel momento in cui la mente se ne impossessa, tu l’hai perso!
Quindi è importante entrare in sintonia, accettare, di non sapere. E qualsiasi tecnica tu abbia scelto di fare, falla per il gusto di farla, senza pensare al risultato. E le meditazioni di Osho – danzare, saltare, scuotersi – sono molto piacevoli, quindi goditele per quel che sono e se accade la meditazione: “Fantastico”. 
E se non accade, “Bello”, ti sei goduta la danza. Perché non possiamo fare accadere la meditazione. Possiamo solo fare la tecnica, lo sforzo e vedere che succede…

Continua su  Osho Times n. 259
 

Shunyo

SHUNYO anche quest'anno sarà l'anima di Meditando cone le musiche dal vivo di Veet Marco.
per info visita il sito