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Mi ricordo che quando tornai da Pune, nel lontano 1978, vestito di arancione e con il mala al collo, tutti mi chiedevano, spesso con sospetto, che cosa mi fosse successo, chi era "questo" Osho e cosa insegnava.
Io avevo un sacco di cose da raccontare e quindi le domande erano tutte benvenute. Anche perché mi davano l’occasione di provare a togliere dalla testa dei miei amici e conoscenti alcuni dei pregiudizi che quasi tutti avevano sulla relazione “maestro e discepolo”. Quante domande...
Ricordo un amico in particolare, un intellettuale… Tenuto conto del suo alto livello culturale, mi prodigai a spiegare tutto per bene, con tanto di riferimenti precisi e dovizia di particolari.
Lui mi ascoltò in silenzio, dandomi la sensazione di essere davvero presente a ciò che raccontavo.
E alla fine mi disse semplicemente: “Ok, ok. Ma io non sono d’accordo!”.
 

Arancioni

 

In quegli anni tornando dall’India in Italia, ci trovavamo un po’ tutti di fronte a questa sfida. 
Da un lato Osho non voleva che tentassimo di convertire gli altri, come avevano fatto i missionari cristiani nei secoli scorsi. D’altro canto eravamo molto vistosi e le domande che si sollevavano intorno a noi erano tante e articolate. Era delicato l’equilibrio tra il semplice condividere e il rischio di “voler convincere”.
C’è un brano di Osho che mi ha aiutato a rilassarmi con i tanti amici e conoscenti che “non erano d’accordo”:
"Devo ricordarvi che il fatto che siate miei discepoli non significa che dovete essere d'accordo con me con qualcosa d'altro eccetto la meditazione. La nostra relazione è basata solo sulla meditazione e niente altro. Non propongo una dottrina che dovete abbracciare. E nemmeno una religione di cui dovete diventare membri. Non sto lavorando per creare un'organizzazione in cui dovete entrare a far parte. Non dovete essere d'accordo con me su niente, su nessuna delle mie affermazioni. Siete completamente liberi di non essere d'accordo o di restare indifferenti".

Se poteva essere così tra me e Osho, figuriamoci coi miei amici intellettuali!
Ma c’è un punto su cui non c’è posto per la discussione ed è proprio lì che entra in gioco l'essere discepolo: “Solo per una ragione siete qui con me e il giorno in cui non sarete d'accordo su questo punto, sarà arrivato il momento di andarvene. Questo punto è la meditazione. La meditazione non è filosofia, non è teologia. È semplicemente un metodo per essere silenziosi, un metodo per cercare dentro. Se non siete d'accordo su quel punto, ad esempio dicendo che non esiste un 'dentro', che non c'è alcun bisogno di cercare, che non serve andare dentro... non mi interessa affatto convincervi. A quel punto siete assolutamente liberi di andare ovunque e fare ciò che vi pare".

Dietro questa affermazione si nasconde un'implicazione enorme...
ESISTE UN "DENTRO", ESISTE UN MONDO INTERIORE!
Ma che cos'è?

Il mondo esteriore non lascia dubbi: c’è questa stanza, che è nella casa, che è in una città, che è in un’estensione vasta di territorio, che si trova su un pianeta… il sistema solare… la Via Lattea… infinite quantità di galassie… addirittura forse vari universi, che la nostra mente fa fatica a concepire (ci arrivano solo certe formule matematiche). Ma comunque sia, è esperienza di tutti che il mondo esteriore è davvero enorme!

Ma il mondo interiore? Osho dice: “Fuori di te c'è un universo infinito. Anche dentro di te c'è un universo infinito". E ancora: “Il viaggiare in giro per il mondo a un certo punto può diventare un viaggiare verso l'interno. E quello è il segreto della meditazione. Nel momento in cui il viaggiatore che c'è in te comincia un viaggio verso la tua interiorità... E ricorda, non è un luogo piccolo. È grande, è vasto come l'universo esteriore. Perché l'esterno e l'interno devono essere in equilibrio. L'esistenza si riequilibra costantamente. Nel tuo piccolo corpo hai una dimensione della coscienza che è vasta come tutto l'universo. Ogni essere umano porta un universo dentro di sé".

Eccomi qui seduto in meditazione. Occhi chiusi che guardano verso il mondo interiore. Cosa vedo? E tu cosa vedi dentro di te? Cosa chiami “mondo interiore”?
I pensieri? Le sensazioni? Le emozioni? L’energia?
Se facessi un paragone tra il mio mondo interiore a quello esteriore… di che dimensioni è dentro di me? Grande come la mia stanza? Come la mia casa? O la mia città? Grande come il pianeta Terra? Come la galassia?

Se Osho ha ragione (e non ho motivo di dubitarlo) a dire che il mondo esteriore è grande ESATTAMENTE come quello interiore, ne ho ancora tanta di strada da fare dentro di me: dovunque mi fermi, in qualunque punto faccia una pausa, davanti a me c’è ancora l’infinito!!!
E il metodo, l’astronave su cui viaggiare, rimane sempre lo stesso per tutti: la meditazione.
Se non hai idea di fin dove ti possa portare, fino a quale galassia interiore, vieni alla Maha Osho Vipassana a settembre. Un viaggio di una settimana oltre il corpo… oltre la mente… oltre le emozioni!
Fai ancora in tempo a prenotare...

Ed ecco due begli articoli tratti dalla rivista OshoTimes a cui è bello essere abbonati. Buona lettura, Akarmo​