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Son già passate alcune settimane dall’inizio dell’anno “nuovo”, ma ancora ne parlo perché sono incappato in due cose diverse che mi hanno fatto riflettere.
La prima. Giorni fa un conoscente, salutandomi, tra le varie parole di circostanza, ha usato anche il classico detto “anno nuovo vita nuova” che tutti abbiamo sentito centinaia di volte e che certamente ha una sua logica e, potenzialmente, anche la sua validità.
La seconda: rileggendo però i testi dell’Osho Times di febbraio– che stiamo spedendo in questi giorni a tutti gli abbonati con allegato il bellissimo libro su Dogen – mi ha colpito una frase di Osho che dice: “Questo secolo contiene tutto il passato, tutti i secoli che sono venuti prima”.


Vite passate

In fondo, lo sappiamo tutti che oggi è figlio di ieri. A livello di evoluzione dell’umanità è un fatto che appare evidente a chiunque abbia studiato anche solo superficialmente la storia. Tutte le idee che circolano oggi si basano sulle esperienze del passato. Tutta la tecnologia e la scienza di oggi si basano sulle scoperte del passato. 
In questo modo di procedere, risulta dunque difficile parlare di “anno nuovo vita nuova” nel senso di un salto improvviso tra ieri e oggi.


Al massimo è un progressivo mutare, passo dopo passo, di piccole cose di solito impercettibili, che si notano solo poi, guardandosi indietro a distanza di tempo. 
Gli uomini e le donne di oggi devono a tutti gli uomini e a tutte le donne dei millenni passati, quello che, nel bene e nel male, riempie oggi le loro vite.

La riflessione su queste due cose mi ha fatto considerare anche questo: in Occidente la maggior parte delle persone crede ancora in un’unica vita, come insegna la Chiesa. Ma in India è normale pensare in termini di reincarnazione e vite passate: ogni individuo, dopo la morte del corpo fisico, si rincarna in un altro individuo; rinasce, letteralmente, dimentico del passato e tornando nella vita come se fosse la prima volta.
E quindi, se un orientale, o comunque una persona che considera vera questo prospettiva, sente dire che “questo secolo contiene tutto il passato, tutti i secoli che sono venuti prima,” non potrà fare a meno di pensare a se stesso nelle sue mille vite passate… 

In questa ottica non esistono un’umanità del passato, un’umanità del presente o del futuro, siamo sempre noi, sempre più o meno gli stessi (a cui certo poi man mano si aggiungono nuovi uomini e donne per via dell’aumento della popolazione, ma questa è un’altra storia). 
Siamo noi che abbiamo scoperto il fuoco e inventato la ruota (magari sei stato proprio tu), che abbiamo fondato ed espanso l’impero romano, che abbiamo attraversato il medioevo… Anche le due guerre mondiali le abbiamo causate e combattute noi…

E quando ci preoccupiamo di che futuro lasceremo alle future generazioni, in realtà lo lasceremo a noi stessi nelle nostre vite future!

In questa prospettiva, io che sono tornato, vita dopo vita, e che sono stato protagonista della mia parte di azioni che hanno contribuito alle varie epoche, sia nel bene che nel male, ne ho anche subito gli effetti. Parafrasando Osho potrei dire che “questa mia vita contiene tutto il mio passato, tutte le mie vite che sono venute prima”.

L’approccio orientale mi dà davvero una visione diversa della mia vita. E tante cose di me le posso capire meglio in questa prospettiva: a livello psicologico, a livello di cosa mi attira o cosa mi fa paura, a livello di eventi che “mi accadono”. Ma anche a livello della meditazione: ho accumulato delle esperienze nel passato su cui posso appoggiare la mia crescita nel presente? Osho dice che per tantissimi di noi è così e, a un certo punto del cammino, molti ritrovano, sepolti dentro di sé, misteriosi tesori creati in vite passate.

Ma come si sviluppa la mia crescita spirituale, se di crescita si tratta, e come hanno fatto quei tesori a formarsi dentro di me?
Certo è dipeso da cosa ha attratto il mio interesse, a cosa mi sono dedicato con passione e totalità. Vita dopo vita cosa ha attratto la mia energia? Cosa ho scelto di nutrire?

E senza andare troppo in una dimensione che inevitabilmente non può che essere di fantasia: cosa mi attrae in questa vita? A cosa scelgo di dedicare la mia energia?
Perché se è vero che oggi beneficiamo o paghiamo le conseguenze delle vie su cui abbiamo mosso i passi nelle vite passate, così è vero che ora come ora possiamo solo decidere come muovere i passi in QUESTA vita, quali attrazioni scegliamo di seguire oggi. Dove va concretamente la nostra energia.

Se siamo attratti dalla meditazione, dalle qualità sottili, dalla gioia di vivere in amorevolezza e armonia, non possiamo non sentire il richiamo di un grande evento in arrivo, la grande festa della meditazione creata dalla visione di Osho: l’Osho Festival di Bellaria. Guarda il programma di quest’anno.

Prima di salutarci ecco anche oggi due begli articoli tratti dalla rivista Osho Times: è il momento di abbonarsiper non perdere il libro “La ricerca e la realizzazione - Dogen il Maestro Zen ” che abbiamo deciso di stampare e regalare agli abbonati comunque, anche se ancora non si è conclusa l’operazione “adotta un libro di Osho” (a cui puoi ancora partecipare).
Buona lettura - Akarmo