Oggi voglio condividere una cosa che avevo scritto per l'Osho Times cartaceo qualche mese fa subito dopo un ritiro di meditazione a Miasto l'autunno scorso. Una delle ultime occasioni di fare qualcosa in presenza, prima che ci chiudessero di nuovo tutti per la seconda ondata di covid.
L'avevo scritta a caldo, mi era uscita di getto dopo l'esperienza che mi aveva lasciato come sempre stupito, nonostate partecipo a ritiri di Osho Vipassana da tanti anni, perché era proprio come se fossi stato in Tibet per 5 giorni. Fuori dal mondo, ma profondamente dentro di me. Come se fossi stato ai piedi di un Buddha, in meditazione insieme ad altri diecimila monaci, da qualche parte nell’Himalaya.
Parlo della Osho Vipassana a Miasto con Shunyo, a metà settembre scorso, un appuntamento con la meditazione profonda che per me si ripete ogni anno, a volte anche più di una volta all’anno. Mi è venuto in mente il Tibet e per tutto il tempo l'ho avuto intorno come vero.
Del Tibet avevo avuto già in passato un forte assaggio, come una consapevolezza di esserci stato davvero in qualche vita passata in cui la meditazione era per me un percorso totale che coinvolgeva tutta la mia vita, con la mia bella tunica bordò e tutto il resto!
Poi durante una Vipassana con Shunyo di qualche anno fa, improvvisamente mi si era aperto davanti lo scenario di una mia vita precedente da monaco tibetano in un’epoca lontana. Ho rivisto i miei compagni di viaggio di allora e soprattutto il maestro che si stava prendendo cura di noi, di me, della mia meditazione. E avevo sentito un’immensa gratitudine riversarsi da me su di lui: grazie al suo lavoro di allora, la mia Vipassana di oggi è una fertile continuità nel processo di risveglio della mia consapevolezza.
Così ogni volta che partecipo a una Vipassana con Shunyo, rivivo come per incanto quell’atmosfera.
Che non è tanto una cosa coreografica come certe immagini belle e suggestive che ci arrivano in TV dei monasteri tibetani, ma un’esperienza profonda, nell’essenza del mio essere, a occhi chiusi a osservare il respiro che viene e che va, oppure a camminare lentamente con consapevolezza; e soprattutto l’esperienza di essere finalmente e di nuovo totalmente dedito senza distrazioni – a tempo pieno! – alla ricerca di quel profondo risveglio che Osho dipinge come la fioritura della nostra vita, anzi di tutte le nostre migliaia di vite passate a vagare distrattamente per il mondo.
È un dedicarsi alla meditazione in modo totale, a tempo pieno, almeno per qualche giorno, esattamente come succedeva in passato a chi si raccoglieva intorno a un maestro vivente. O a chi si ritirava in un tempio Zen. Magicamente è come un ritornare in un'altra epoca... ma fuori dal tempo.
E l’esperienza profondamente sacra che vivo sempre in questi ritiri di Osho Vipassana, stavolta ha avuto l’avvio da una meditazione serale proposta da Shunyo, in cui il respiro può essere visto come “io che respiro la vita”, ma anche come “la vita che respira me”.
Così per 5 giorni mi sono spesso visto come “la vita che respira me”, in una specie di grande abbraccio cosmico che mi sosteneva amorevolmente nel mio espandermi, a tratti, fuori dai miei piccoli limiti corpomente.
Limiti che naturalmente tornavano subito. Ma quei guizzi, ancora oggi che sono tornato alla mia vita normale nel mondo, mi accompagnano come stimolo e conferma che noi siamo molto più di quello che crediamo di essere. E che anche la vita che ci accoglie e ci nutre è molto di più di quello che superficialmente ci appare.
E con mia grande gioia, oggi so che non devo aspettare ancora molto per tornare… in Tibet, perché il 2021 è l'anno della grande Maha Osho Vipassana.
Dopo aver avuto tutto il tempo di gustarci le vacanze estive come dei veri “Zorba”, goderecci e festosi, subito a settembre un bel tuffo nel nostro lato “Buddha” che ha da offrire gioie e piaceri in una forma molto più sottile e vasta. La gioia delle esperienze sensoriali nel mondo si fa ancora più profonda quando le permettiamo di espandersi in altri territori, invisibili ma sempre ricchi di regali concreti.
Se hai già fatto esperienza della Osho Vipassana sai di cosa parlo. Se invece non ne hai mai avuto l'occasione... non perderti questo evento speciale che vede Osho Miasto trasformarsi in un vero tempio Zen dove l'unica cosa che succede è il ritiro di Vipassana che l'intera Comune sostiene con il proprio lavoro silenzioso e amorevole.
Se non conosci il valore della tecnica creata da Buddha basata sulla pura e semplice consapevolezza, sull'essere degli osservatori non coinvolti, senti cosa ne dice Osho: «Nessun trucco può aiutarti. Non c’è trucco né scorciatoia perché essere un osservatore è la via più breve per l’illuminazione. Se vuoi fare una strada più lunga, la puoi trovare; perché ti possono essere indicate delle cose non necessarie, non essenziali e il cammino diventa più lungo. Osservare è la via più breve...
Non ha bisogno di tempo, ma dell’intensità del desiderio, il modo in cui senti la sete; quando senti la sete di verità, come se fosse una questione di vita o di morte, metti tutta la tua energia in questo momento e la porta è destinata ad aprirsi!
E ricordati di non pensare mai a trucchi, perché non puoi arrivare da nessuna parte attraverso i trucchi per quanto riguarda la realtà.
La semplice verità è che osservare come dei testimoni è la via più breve possibile. Non può essere accorciata.»
Inoltre se non conosci Shunyo, hai la possibilità tra pochi giorni di sperimentare con lei la meditazione con due bellissime serate via Zoom. Non sarà Vipassana ma ci saranno delle tecniche che come la Vipassana si basano sull'essere presenti vivi e pulsanti, consapevoli delle nostre sensazioni, supportati dalle magiche musiche suonate dal vivo da Marco. Un modo gioioso e facile di vedere prendere forma, dentro di noi, di uno spazio sacro che può solo essere chiamato, vera meditazione.
Su questo sito trovi vari articoli: sono un assaggio della rivista Osho Times il mensile che da 30 anni ti porta in casa "l'arte della meditaiozne"... è un invito ad abbonarsi o rinnovare l’abbonamento. Buona lettura, Akarmo