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Dhyana

Lo yoga supremo

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 291

 

Osho


 

 

La meditazione è lo Yoga supremo. Tutto ciò che è noto col nome “Yoga” è solo un’introduzione. Le posizioni del corpo, asana, e le tecniche di respirazione servono solo a preparare il corpo. Ma molti si fermano lì e pensano “questo è tutto” e sprecano praticamente tutta la vita in una specie di ginnastica. Ottima di per sé, non c’è niente di male in essa – fa bene alla salute, dona vitalità, prolunga la vita – ma alla fine non ha significato. Che tu viva settant’anni o ottanta non importa, se vivi una vita senza senso. Non importa affatto se sei sano o malato. In fondo solo una cosa conta: se sei stato in grado di conoscere te stesso oppure no, tutto il resto è irrilevante. E non sto dicendo di non cercare di stare in salute; sii sano, ma ricorda che non è quello l’obiettivo. È bello avere un corpo sano, un veicolo sano va sempre bene. Ma è proprio come l’automobile: hai una bella macchina, in condizioni perfette, ma se non hai una direzione da prendere, persino il motore più perfetto è inutile, ti metterai nei guai. Se continui a correre qua e là senza una direzione, impazzirai. Il corpo è un meccanismo, un meccanismo molto bello; usalo, ma deve essere usato per qualcosa di più elevato.

Il significato arriva sempre dall’alto. Se non ti impegni in qualcosa di più grande di te, rimarrai privo di significato. E dhyana è quel qualcosa più grande di te: più grande della tua mente, più grande di tutti i tuoi sogni e aspettative, più grande di quanto tu possa mai concepire. E quando un uomo si impegna nella meditazione, la vita inizia ad avere un significato. All’improvviso inizi a prendere forma. Non sei più una folla interiore, inizi a integrarti: in te sorge un centro. L’unico scopo della meditazione è creare un centro in te. In questo momento sei solo una circonferenza, nessun centro.

Ci sono molti “io”, ma nessun “IO” e ogni “io” a turno finge di essere l’”IO” con la I maiuscola. Quando sei arrabbiato un “io” diventa dominante e quando ami è un altro “io” che diventa dominante; e non parlano nemmeno tra loro. Quindi ciò che decidi con rabbia si annulla con l’amore e ciò che decidi con amore si annulla nella rabbia. E pensi di avere un “IO”, ma non ce l’hai. Quando hai un “IO” la tua vita ha ordine, non è più nel caos. Ma normalmente le persone vivono nel caos, non hanno alcun ordine. E ricorda: l’ordine è vita e il caos è morte. Vivere nel caos non è vivere.

Quindi metti tutta la tua energia nella meditazione. Mantieni un obiettivo nella tua visione: che devi creare un centro in te. Con quel centro che sorge, con quel “maestro” che entra in gioco, tutti i tuoi sensi iniziano semplicemente a seguirti; non è necessario controllarli. Basta la presenza stessa di quell’”IO” dentro di te; la sua presenza mette tutto in ordine. Quindi pensa, contempla, medita sempre di più, trova vie e mezzi... E ci sono milioni di vie e mezzi. Una volta fissato l’obiettivo, troverai le tecniche giuste. Quando la tua energia è motivata, inizia a trovare la sua strada.

Io sono qui solo per motivarti, per darti un determinato obiettivo. Una volta che l’obiettivo diventa per te così importante da essere una questione di vita o di morte, non c’è più paura, nessun problema: troverai la strada giusta per raggiungerlo. L’obiettivo deve solo diventare un desiderio così intenso da essere come una fiamma dentro di te. 1

 

Per questo dico che l’unica cosa essenziale, il vero nucleo di ogni religione, di tutto lo Yoga, di tutti i metodi di ricerca, è la meditazione.

Si dovrebbe mettere da parte tutto ciò che non è essenziale. Puoi usare le cose come trampolini, ma non di più, solo come trampolini. Non devi preoccuparti troppo di loro. Tutta la tua preoccupazione dovrebbe essere concentrata; dovresti muoverti come una freccia verso la meditazione, solo allora in questa piccola vita, in così poco tempo, con potere ed energia a disposizione e con così tanti problemi che ti circondano, puoi sperare che la freccia raggiunga il bersaglio.

E nel momento in cui conosci qualcosa della meditazione – non su di essa, ma il suo vero sapore – arriva una grande liberazione, un grande sollievo. All’improvviso tutte le tensioni scompaiono: ansie e angosce non si trovano più.

A volte mi sforzo di trovare un po’ di ansia, ma non ci riesco, semplicemente non funziona. Ci ho provato in tutti i modi possibili, ma arrivo sempre alla stessa conclusione: non funziona.

Una volta assaporata la meditazione, è impossibile trovarsi nell’infelicità. La beatitudine diventa inevitabile, una doccia naturale, e continua a scendere, come fiori che piovono dal cielo. 2

 

 

Testi di Osho tratti da:

1. Hallelujah! #12
2. Nirvana now or never #3

 

Questo articolo di Osho continua sull'Osho Times n. 291