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Osho: la mia illuminazione

Quel fatale 21 marzo del 1953...

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 299

 

Osho


 

Il Buddha ha detto:
“Poiché in realtà non c’è nessun ego, è come un miraggio”.
Mi ricorda quel fatale 21 marzo del 1953. Per molte vite avevo lavorato – lavorato su me stesso, lottando, facendo qualunque cosa si potesse fare – e non era mai successo niente.
Ora capisco perché non succedeva niente. Quello sforzo in se stesso era la barriera, la scala su cui mi trovavo era l’impedimento, la voglia stessa di cercare era l’ostacolo. Non che si possa raggiungere qualcosa senza cercare. La ricerca è necessaria, ma poi arriva un punto in cui la ricerca deve essere abbandonata. La barca è necessaria per attraversare il fiume, ma poi arriva il momento in cui devi scendere dalla barca, dimenticartela del tutto e lasciartela alle spalle. È necessario uno sforzo, senza sforzo nulla è possibile. Ma anche solo con lo sforzo, nulla è possibile.
Poco prima del 21 marzo 1953, sette giorni prima, avevo smesso di lavorare su me stesso…
Arriva un momento in cui vedi tutta l’inutilità dello sforzo. Hai fatto tutto quello che potevi fare e non sta succedendo niente. Hai fatto tutto ciò che era umanamente possibile. A quel punto cos’altro puoi fare? Nell’assoluta impotenza abbandoni ogni ricerca.
E il giorno in cui la ricerca si fermò, il giorno in cui non cercavo più nulla, il giorno in cui non mi aspettavo più che accadesse qualcosa, cominciò a succedere. Dal nulla sorse una nuova energia. Non aveva un’origine. Veniva dal nulla e da ogni parte. Era negli alberi, nelle rocce, nel cielo, nel sole e nell’aria, era ovunque. E avevo cercato così tanto, pensando che fosse molto lontana. Ed era così vicina, così vicina.
Proprio perché stavo cercando, ero diventato incapace di vedere ciò che era vicino. La ricerca è sempre rivolta a ciò che è lontano, a ciò che è distante… E non era lontano. Ero diventato presbite, avevo perso la capacità di vedere da vicino. Gli occhi si erano focalizzati sulla distanza, sull’orizzonte, e avevano perso la capacità di vedere ciò che era vicino a me, che mi circondava.
La fatica cessò e anch’io cessai. Perché non puoi esistere senza…

 

 

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Testo di Osho tratto da:
The Discipline of Transcendence, Vol. 2 #11,
t
radotto anche in Il potere della fragilità, Bompiani