Da un articolo di Anurag apparso sull'Osho Times n 307
Abraham Maslow è stato uno psicologo statunitense vissuto nel secolo scorso. Tra i diversi contributi lasciatici, un posto d’onore va a una sua conosciutissima creazione: la Piramide dei Bisogni, che può esserci utile per definire cosa significhi il successo nella nostra società.
Successo significa riuscire a soddisfare i bisogni in cima alla Piramide, muovendosi dal basso verso l’alto.
Vediamo da vicino tutti i livelli della Piramide. (FOTO)
Alla base esistono i bisogni fisiologici: sete, fame, sonno, l’equilibrio del nostro organismo.
Seguono i bisogni di sicurezza: la necessità di sentirsi al sicuro e protetti. Entrambi i livelli vengono normalmente inquadrati come bisogni primari.
Al terzo gradino della Piramide, compaiono i bisogni di amore e appartenenza e, un gradino più su, i bisogni di stima. Anche questi vengono raggruppati in una tipologia di bisogni, denominati sociali, in quanto dipendono dalla nostra relazione con le persone con cui interagiamo.
In cima alla Piramide, ci sono i bisogni di auto-realizzazione. Possiamo individuarli nella spontaneità, spiritualità, bellezza, assenza di giudizi su di sé, amore.
Per la nostra umanità, ogni gradino rappresenta una conquista, fatta di fatica e sforzo.
Però, la Piramide di Maslow non ci dice quanto ci condizioni e limiti, in questa scalata, la famiglia di provenienza.
Per esempio, consideriamo i bisogni sociali. Tra di essi compare il bisogno di essere accettati, di ottenere riconoscimento, di essere visti. Tutti questi temi hanno a che fare con i genitori, e la madre in particolare. Qualcuno cerca il riconoscimento dai capi, è un tema che incontro spesso nelle sessioni individuali. L’aumento e la promozione possono arrivare. Puoi anche fare carriera, ma la sensazione più profonda sarà sempre di qualcosa che manca, anche se professionalmente ti senti gratificato per un po’. Quello che manca è un riconoscimento più essenziale da parte dei tuoi genitori.
E non solo un semplice operaio o impiegato cade nella trappola del riconoscimento, ma anche l’imprenditore può essere vittima dello stesso meccanismo. Continua a creare senza mai fermarsi, a essere sempre e comunque parzialmente soddisfatto dei risultati. Manca sempre qualcosa. Tutto questo sforzo viene fatto, inconsciamente, per farsi vedere dal padre o dalla madre. La sensazione che non basti mai lo può accompagnare per una vita intera.
Quanti imprenditori ho incontrato che si sono rilassati solo con un lavoro sistemico sulla famiglia. Così hanno potuto esprimere i loro talenti e godere totalmente del loro successo.
La famiglia ci condiziona, nel bene e nel male.
Àrmati di pazienza per questo capitolo e rallenta un po’ la lettura. Il tema è quanto mai affascinante, ma allo stesso tempo necessita di lentezza.
Guardiamo chi non riesce a far carriera o tenta la propria impresa e non riesce. Definizione degli obiettivi, tanti esercizi di auto-motivazione e modifica delle convinzioni, eppure, dopo un po’, solo tanta frustrazione!
Manca un ingrediente misterioso, che sfugge a ogni analisi: la modifica delle convinzioni, è questa la strada corretta! Ma c’è una convinzione sottile, invisibile, che accomuna tutti gli esseri umani.
Si chiama amore cieco…
Se apprezzi il lavoro che facciamo, sostienilo. L'articolo continua su Osho Times n. 307 che puoi scaricare in versione digitale per soli 2,90 euro - al costo di un cappuccino hai 60 pagine di Osho energy - con un click ce l'hai per sempre sul tuo computer, smart phone, tablet. CLICCA QUI
Tratto dal libro di Anurag, Costellazioni familiari e aziendali
Info su: www.anurag-gaeta.it
ANURAG