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Tra la mente e il cuore

Il malinteso

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 308

 

Osho


 

La mente è un malinteso. Ogni genere di mente, buona o cattiva, istruita o analfabeta, colta o incolta, cristiana o indù. È irrilevante che tipo di mente sia. La mente così com’è significa malinteso. La mente significa che porti con te delle conclusioni a priori: non vedi ciò che è, vedi ciò che vuoi vedere. Non vedi, ma proietti. La tua mente è un proiettore e usa tutto come uno schermo. Proietta se stessa sullo schermo.

Al buio puoi scambiare una fune per un serpente. Il serpente non esiste, è la proiezione della tua paura: la fune diventa uno schermo. Ma per te il serpente è reale, come se fosse davvero lì. È in grado di impressionarti, anzi, lo farà di certo. Comincerai a tremare, a correre… E magari scivolerai su una buccia di banana e cadrai, o potresti avere un infarto. E tutte queste cose saranno reali. Potresti persino finire ammazzato! E non c’era alcun serpente. Sei stato tu a creare tutta la storia, a inventarla, a proiettarla.

Il mondo che conosciamo in realtà non è il mondo com’è veramente: è il mondo che proiettiamo. È di un malinteso. Ecco perché i mistici orientali lo hanno definito maya, un’illusione. Questo non vuol dire che le rocce non esistono, che i muri non esistono e che ci puoi passare attraverso. Non significa che la materia non esiste. Significa semplicemente che non conosci ciò che esiste. E che ciò che conosci è qualcos’altro. Qualcosa esiste di certo, ma per la mente rimane sconosciuto.

La mente è una barriera. Non ti permette di vedere, sentire, conoscere, capire. Continua a creare malintesi, è la fonte di tutte le distorsioni. Quindi, finché non metti la mente da parte, non può sorgere la comprensione.

Comprensione significa uno stato di nonmente. E la meditazione è tutta lì. Meditazione è l’arte di mettere da parte la mente, senza permetterle di interferire, senza permetterle di frapporsi tra te e il reale. Quando affronti il reale senza alcuna interferenza – filosofica, politica, religiosa – quando tra te e il reale non si frappone alcuna idea, quando il reale si riflette semplicemente in te come un albero si riflette nel lago, o un volto nello specchio, allora c’è comprensione.

La comprensione è un effetto collaterale della meditazione. Il malinteso è un’ombra della mente.

Sono solo due i modi in cui può vivere un uomo: vivere in quanto mente o vivere in quanto meditazione. Se vivi in quanto mente vivi nel malinteso e dal momento che milioni di persone attorno a te vivono nella mente, non diventi mai consapevole di quello che fai alla realtà, di come la distorci, di come la eviti di continuo, anziché familiarizzare con lei, di come la tua mente fa da barriera... e non da ponte. E se vivi a contatto con persone che hanno menti simili alla tua... Un cristiano che vive insieme ad altri cristiani non penserà mai che ci sia qualcosa di sbagliato nel cristianesimo. Un indù, invece, riesce a vederlo molto facilmente, perché non ha le stesse proiezioni. E i cristiani riescono a vedere la stupidità degli indù, è così palese. Continuano a essere in disaccordo, nel tentativo di dimostrare che l’altro è in errore, ma la realtà è che è la mente a essere in errore.

Questa è la differenza. Non ti sto dicendo che l’induismo è nel giusto, o che lo sia il cristianesimo. Ti dico semplicemente che la mente è in errore e che la nonmente è nel giusto. La nonmente non può avere attributi: non può essere indù, non può essere musulmana, non può essere cristiana. La mente può avere un attributo, anzi ce l’avrà certamente, non può essere altrimenti. La mente avrà una certa definizione, un certo limite. La nonmente è vasta come lo spazio nell’universo, è vuota, è cristallina. È chiarezza, è trasparenza...

 

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Testo di Osho tratto da: Dalla mente alla musica, Oshoba Editore