Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 309
Non si sa molto di Kabir.
Per fortuna, perché quando si sa troppo di una persona, nella sua comprensione si genera più complessità.
Quando non sai nulla di una persona, la complessità è minore. Ecco perché in Oriente è sempre stata una delle antiche tradizioni più apprezzate quella di non parlare molto dei mistici, in modo da non porre mai degli ostacoli alla gente.
Non sappiamo molto di Krishna e non sappiamo molto di Buddha; o meglio, tutto ciò che sappiamo di loro è più mitologico che storico, non è vero, è romanzato. Ma riguardo a Kabir non esiste nemmeno il romanzo. Non è nemmeno molto antico, ma ha vissuto in modo tale da cancellarsi completamente. Non ha lasciato alcun segno.
Solo i politici lasciano segni nel tempo, solo i politici sono così sciocchi. I mistici vivono nell’assenza di tempo. Non lasciano segni nel tempo, non lasciano la firma. Non credono nel lasciare il marchio nelle sabbie del tempo. Sanno che sarà cancellato e che quindi non ha senso.
Kabir non ha detto molto di sé e non si sa molto di lui. Non si sa nemmeno se fosse indù o musulmano.
La storia racconta che nacque musulmano, ma fu allevato da un indù. E questo è bellissimo, è così che dovrebbe essere. Da questo nasce la sua ricchezza. Ha l’eredità di due ricche tradizioni, quella indù e quella musulmana. Se sei solo indù, ovviamente, sei povero. Se sei solo musulmano, sei povero.
Guardate la mia ricchezza: sono indù, musulmano, cristiano, sikh e parsi. Non solo, sono teista e sono anche ateo. Rivendico l’intero patrimonio dell’umanità! Rivendico tutto, non rifiuto nulla: dai Charvaka ai Buddha, rivendico tutto.
Tutta l’umanità vi appartiene, l’intera evoluzione della coscienza umana è vostra, ma siete così avari. C’è chi è diventato un indù e rivendica solo un angolino. Vive in quell’angolino, storpio e paralitico. E anzi, l’angolo è così stretto che non può nemmeno muoversi, non è abbastanza spazioso.
Una persona religiosa rivendica tutto: Buddha, Mahavira, Cristo, Zarathustra, Lao Tzu, Nanak, Kabir... Li rivendica tutti: fanno tutti parte di me e fanno tutti parte di voi. Qualunque cosa sia accaduta alla coscienza umana, ne portate dentro i semi.
Questa è l’unica cosa da capire riguardo a Kabir: che nacque musulmano e fu allevato da un indù. E non fu mai stabilito a chi appartenesse veramente. Persino nel momento in cui stava morendo ci fu una disputa tra i suoi discepoli. Gli indù volevano il suo corpo, i musulmani anche. E c’è una bellissima parabola a riguardo.
Kabir aveva lasciato un messaggio riguardo alla sua morte. Sapeva che sarebbe successo, che le persone sono stupide e avrebbero domandato il suo corpo e ci sarebbe stato un conflitto. Quindi aveva lasciato un messaggio: “Se ci sarà qualche conflitto, coprite il mio corpo con un lenzuolo e aspettate. La decisione arriverà”.
La storia dice che…
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Testo di Osho tratto da: Meetings With Remarkable People #10