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Senza i dubbi
non c’è nessuna conoscenza

Un gustoso aneddoto di Osho a un grande raduno giainista negli anni '60... 

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 253

 

Osho

La prima volta che ho parlato a Bombay (doveva essere il 1960) sono stato invitato a un raduno giainista. Bombay ha la comunità giainista più ricca e numerosa dell’India. La loro celebrazione per il compleanno di Mahavira è forse la più grande di tutto il paese. Ovunque lo festeggiano in modo molto sfarzoso, perché sono ricchi, ma Bombay raggiunge sicuramente il massimo.

Invitano monaci, monache e studiosi famosi, a mettersi a confronto. La prima volta che ho parlato a Bombay era il giorno del compleanno di Mahavira. Erano presenti almeno venti o trentamila giainisti. E un uomo, un monaco giainista... che adesso non è più un monaco. È in America, sposato con una donna giainista; è fuggito. Ma a quel tempo era la vetta, la gloria dei monaci giainisti. Si chiama Chitrabhanu.

All’incontro, naturalmente, nessuno tra quelle venti-trentamila persone, sapeva nulla di me. Chitrabhanu parlò per primo raccontando una delle cose più significative di Mahavira, le uniche che si possano chiamare miracoli nella vita di Mahavira. Un serpente, un cobra, lo morse; Mahavira era in meditazione, nudo, e un cobra lo morse ai piedi. Invece del sangue, dalle ferite uscì latte. I giainisti lo hanno sempre dato per certo: non si sono mai posti il problema. Quando mi alzai, dissi: “Quest’uomo, Chitrabhanu, sembra un po’ pazzo”. Alcune persone presenti a quel raduno, che poi sono diventate miei sannyasin, dissero: “Ora ci sono tutti i presupposti per far scattare una rivolta. Chi è quest’uomo? Sembra un musulmano, con la barba, e il modo in cui parla, dando addosso a Chitrabhanu, che è il leader riconosciuto di tutti i monaci e della comunità giainista...!”.

E lo colpii duramente, perché quando colpisco, colpisco davvero. Oppure non lo faccio affatto; non c’è una via di mezzo. Dissi: “Quest’uomo è pazzo, dovrà spiegare come può uscire il latte dai piedi, perché per il latte una donna ha bisogno del seno, di una certa disposizione fisiologica che trasforma il cibo, il sangue, in latte. O dimostri che Mahavira aveva il seno nei piedi, oppure devi ammettere che è un sacco pieno di latte; o dovrai rimangiarti le tue parole”. Ci fu un silenzio assoluto. Parlai per trenta minuti, martellandolo il più possibile. E alla fine dissi: “Questi stupidi sono i vostri leader. E allora voi chi siete? Se accettate questo genere di idioti come punti di riferimento, sarete certamente molto al di sotto di loro. Quest’uomo è astuto e vi ha ingannato, perché qualunque cosa abbia detto, l’ha detta semplicemente con lo scopo di rafforzare il vostro ego. Non dovrebbe essere questa la via per un uomo che cerca la verità. Un uomo di verità dice semplicemente la verità, se ti urta, se fa di te un nemico, a chi importa? L’uomo che persegue la verità si preoccupa solo della verità. Quest’uomo ha mentito, tutto ciò che ha detto è una menzogna, sebbene sia scritta nei testi sacri. Anche quei testi sono stati scritti da questo genere di persone, quindi non le considero un’autorità e non considero neppure quest’uomo un’autorità. Quest’uomo dovrebbe alzarsi e rispondere alle mie domande, dovrebbe dimostrare quello che sta dicendo, altrimenti, domani, porterò un cobra, il cobra lo morderà e, al posto del sangue, mi aspetterò che esca del latte. Dovrebbe prendere provvedimenti; gli do ventiquattro ore”. 

E ovviamente quell’uomo alla fine fuggì in America con una ragazza di una ricca famiglia giainista. Ora è professore a New York e insegna filosofia giainista. Che filosofia giainista conosce? Continua ancora a fingere di essere un monaco. In America, nessuno si preoccupa di chiedere: “Come puoi essere un monaco giainista?”. Si ostina a dire di essere un monaco, porta ancora i simboli del monaco giainista. Il giorno in cui fuggì da Bombay, dovette farlo di nascosto, perché migliaia di giainisti erano lì solo per ucciderlo, perché prima di lui nessun monaco giainista aveva mai viaggiato in aereo. E in secondo luogo, non si è mai sentito di un monaco giainista in fuga con una donna. Magari è successo qualche volta, ma non è noto... E lui fece anche questo, così apertamente. Chiamarono la polizia, perché c’era la seria possibilità che, se fossero riusciti a catturarlo, lo avrebbero ucciso. Il rispetto può trasformarsi in odio molto facilmente. Si è spostato all’altro estremo, perché le ragioni per cui era stato onorato non sussistevano più (e, anzi, quello che stava facendo era esattamente l’opposto). E quell’uomo in fuga, continuò a fingere di essere un monaco giainista in giro per il mondo, e nessuno avrebbe mai pensato che avesse una donna con sé... Mentre scappava aveva cercato di portare via tutti i suoi simboli da monaco giainista: la sua ciotola e altri oggetti che quella particolare setta utilizza. Sotto scorta della polizia, fu accompagnato alla porta sul retro dell’aereo, e da allora non è mai più tornato in India. Non può tornare: lo stanno ancora aspettando.

 

Nell’unico incontro che ebbi con lui, gli avevo chiesto: “Nel ventesimo secolo, chiedi ancora alla gente di vivere contro la vita? E tu stesso non ne sei capace. Tutti i tuoi desideri sono presenti, come lo sono in tutte le persone, è naturale. Se sei un uomo di verità, devi accettarli e accettare che li stai reprimendo. Oppure puoi dire che li hai trascesi? In tal caso, mi dovrò impegnare per smascherarti”. Era rosso per la rabbia. E ho mostrato loro: “Guardate il suo viso, quest’uomo pieno di rabbia, può vivere al di là del sesso? Quest’uomo traboccante di rabbia, può essere davvero non violento?”.

E ha cercato di uccidermi tre volte, pur rimanendo un monaco giainista! Stavo tornando da Pune e un amico anonimo ha telefonato proprio mentre salivo in macchina. Ha detto: “Non portare Osho con l’auto, perché sulla via ci sono seguaci di Chitrabhanu e potrebbe essere pericoloso”. Quindi ho dovuto prendere un volo, hanno dovuto organizzare un volo speciale. Ma ho detto a uno dei miei amici di andare in macchina e vedere (nella stessa macchina in cui avrei dovuto viaggiare). Erano lì, con le pistole, e la strada era bloccata da grosse pietre. Quando hanno visto che io non c’ero, si sono sentiti in imbarazzo. Ma il mio amico ha confermato che l’informazione era corretta. Ed è successo tre volte. Quell’uomo stava cercando di uccidermi. Questa era la sua risposta e questo è il suo modo di essere non-violento. 

La violenza continua ad accumularsi. Qualunque cosa reprimi nella tua vita, la accumuli dentro di te. Queste persone sono più libidinose delle persone comuni, più arrabbiate delle persone comuni; perché la gente comune si arrabbia quando è arrabbiata, ma è una cosa momentanea, che arriva e passa. Queste persone, invece, continuano ad accumulare rabbia. Sono sedute su un vulcano; hanno solo bisogno di qualcuno che le colpisca nel loro punto debole. 

Non aveva mai parlato con me sullo stesso palco. Di solito diceva agli organizzatori che solo una persona poteva parlare: “O parla lui o parlo io. Non possiamo parlare entrambi dallo stesso palco”. Ma io dissi loro: “Mi piacerebbe parlare dallo stesso palco e lui può scegliere... Se crede che parlare per primo sia pericoloso, perché, parlando dopo di lui, posso criticarlo, sono pronto a parlare per primo; lascerò che mi critichi. Sono pronto a qualsiasi situazione: se vuole, può parlare prima e poi parlo io, e poi potrà rispondere. Io sono pronto, può parlare due volte e io parlerò una volta sola, ma so che una mia volta sarà di più delle sue due volte. Me ne sono già reso conto”. Era seduto lì come una pietra, palpitante di rabbia, furioso, quasi tremante. Così dissi alla gente: “Guardate le sue mani”. Teneva un pezzo di carta in mano e il foglio tremava. Dissi: “Guardate quel foglio di carta”. Stava prendendo appunti per quello che avrebbe dovuto dire contro di me, ma alla fine aveva deciso che non avrebbe avuto alcun valore, perché, quale prova avrebbe potuto portare? Nessuno prima aveva messo in dubbio. In venticinque secoli nessuno aveva chiesto come fosse possibile che il latte uscisse dai piedi. No, i seguaci non chiedono. Sono addestrati a non fare domande imbarazzanti. È chiesto loro di credere, perché la fede è premiata, mentre il dubbio è peccato. 

Ma senza dubbio non c’è conoscenza; non c’è possibilità di diventare consapevoli. E queste persone stanno recidendo le radici stesse da dove trarre la consapevolezza: la vita stessa, esperienze, sfide, opportunità. Ma se ti rimpicciolisci e ti ritiri dalla vita, non riuscirai mai a raggiungere la conoscenza...


​Continua su su Osho Times n. 253

Testo di Osho tratto da: From personality to individuality #12