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Una questione di pratica

Shunyo risponde alle domamde dei partecipanti agli eventi Osho Experience

Da un articolo apparso su Osho Times n 256

 

Shunyo alla vipassana
 

Partecipante 1:
Sento che la mia mente è più forte del mio cuore…

Shunyo: È vero, sembra sempre che la mente sia più forte del cuore, perché è così che siamo stati allevati: “Pensa, usa la testa”. Il bambino è completamente libero e innocente, ma man mano che cresce deve usare la testa sempre di più. Deve imparare a sopravvivere per conto suo.
I genitori hanno le intenzioni migliori, ma non conoscono la meditazione e quindi trasmettono i loro condizionamenti ai figli. Ed è questa mente condizionata che ci dà l’impressione che la mente sia più forte del cuore. Ma non lo è. Dobbiamo imparare a portare la nostra presenza al centro del cuore e gradualmente diventare consapevoli di questo condizionamento che ci impedisce di vivere come vogliamo. Dobbiamo imparare a portare consapevolezza alle nostre attività quotidiane, come camminare. Sembra troppo semplice, ma ogni volta che portiamo consapevolezza a ciò che facciamo, quella quantità di energia non va verso la mente condizionata.
Siamo noi che manteniamo la nostra mente forte e impegnata, perdendoci in essa o lottando contro di essa. La meditazione ci aiuta a prendere un po’ di distanza dalla mente sempre indaffarata. Le tecniche che ci aiutano maggiormente sono la Dinamica e la Kundalini, che Osho ha creato proprio per le menti contemporanee. Quindi comincia a praticare una di queste meditazioni attive e poi porta la consapevolezza che impari grazie a queste tecniche nella vita quotidiana.
Piano piano questo schema di pensiero, questo velo di condizionamenti, avranno sempre meno controllo sulla tua vita. Il cuore c’è, è presente, dobbiamo solo ricordarcene…

Partecipante 2:
Qual è l’approccio migliore nei confronti della paura?

Shunyo: Dipende da che genere di paura. Osho dice di affrontare la paura, perché generalmente si trova nell’inconscio e se la ignoriamo le diamo più potere e se invece riusciamo a guardarla…
Ha anche suggerito una tecnica: ti siedi sul letto e inviti la paura, cerchi di conoscerla e se inizi a guardarla in questo modo e riesci a farci amicizia, perde la presa che ha su di te.

Partecipante 3:
Osho dice che le radici del male – rabbia, lussuria, gelosia – basta guardarle, perché fanno parte del buio e quel che serve è portare loro luce. 
Ma non funziona…

Shunyo: Ci vuole pratica. Se vuoi cambiare il modo in cui i tuoi pensieri si soffermano sempre su elementi negativi ci vuole pratica. Devi cominciare a cambiare il modo in cui funziona il tuo cervello. Si può fare. Come forse sai, gli scienziati hanno scoperto, circa una ventina di anni fa, che il cervello non smette di crescere e cambia a seconda delle esperienze che viviamo. E se vogliamo imparare a meditare e diventare consapevoli, dobbiamo fare pratica. 
Se decidi di diventare un violinista non basta prendere in mano un violino: devi fare pratica ogni giorno, altrimenti produrrai solo dei rumori fastidiosi.
Dopo un po’ che fai pratica, la parte del cervello collegata alla musica cambia e cresce. Lo stesso vale per la meditazione. Ecco perché gli scienziati sono così interessati a mettere elettrodi sulla testa di monaci e meditatori, perché si stanno rendendo conto del fatto che il loro cervello funziona diversamente rispetto a quello di chi non si è mai seduto in silenzio.
È molto difficile portare luce a un’emozione negativa se prima non crei la luce. E la crei portando maggiore consapevolezza possibile nella tua vita quotidiana. E ci vuole amorevolezza verso te stesso, perché te ne dimenticherai di continuo. A volte alla fine di una giornata puoi renderti conto di non esserti ricordato di te stesso nemmeno una volta… In quel momento, anziché sentirti inadeguato, puoi dire invece: “Adesso però ci sono”…
C’era un monaco Zen, Bokuju. Durante la giornata molte volte all’improvviso si metteva a urlare: “Bokuju, ci sei?”, poi faceva una pausa e rispondeva a se stesso: “Sì maestro”. Spesso lo faccio anche io. Mi perdo e poi dico: “Oh, Shunyo, ci sei?”. 
In quel momento ci sei, sei tornato. Non sei più perso nel passato o preoccupato per il futuro. 
Più ricordiamo noi stessi e più quell’energia continua ad aumentare… Possiamo chiamarla consapevolezza. E diventa una luce che possiamo usare per illuminare gli angoli oscuri.

Partecipante 4:
Mi capita di osservare il mio respiro e mi sembra che ci sia un segreto nascosto nello spazio tra un respiro e l’altro. Prima mi chiedevo se era vero, ora mi chiedo cosa c’è di speciale…

Shunyo: C’è un segreto… ed entrando in quel segreto scoprirai un grande NULLA!!!
Osho dice che tra i respiri c’è un intervallo e durante quell’intervallo non respiri.
Si dice che se non respiri non sei vivo e l’intervallo tra i respiri è un’opportunità per esplorare quel nulla... 
E già il fatto di aver scoperto che c’è un segreto lì indica che la tua consapevolezza è piuttosto acuta. Perché la maggior parte di noi respira senza realizzare che c’è questo intervallo tra espirazione e inspirazione e tra inspirazione ed espirazione. 
Quell’intervallo è una bellissima meditazione in se stessa. 
Portare consapevolezza a quell’intervallo ti farà penetrare la profondità del segreto che hai scoperto…

 


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Per maggiori info sul loro lavoro: www.oshovipassana.com