Possono apparire quasi sinonimi, ma esistenzialmente sono diametralmente opposti...
Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 254
Domanda: Osho, hai detto che chi vuole raggiungere l’illuminazione deve mettere la disciplina e l’impegno al primo posto. Non è anche questa una cosa dell’ego, che contribuirebbe a rafforzarlo? Io sono sempre stato molto duro con me stesso e per questo mi sono privato di molte gioie della vita. Ti prego di spiegare la differenza tra disciplina e controllo.
Osho: Non c’è solo una differenza, c’è una grande differenza: disciplina e controllo si trovano agli opposti.
Il controllo proviene dall’ego, la disciplina arriva dal non-ego; il controllo equivale a manipolare te stesso, la disciplina è capire te stesso; la disciplina è un fenomeno naturale, il controllo è innaturale; la disciplina è spontanea, il controllo è una sorta di repressione.
La disciplina necessita solo di comprensione: tu comprendi e agisci in base a quello che comprendi. La disciplina non ha ideali né dogmi da seguire, non è perfezionista:
la disciplina ti conduce piano piano verso il tutto.
Il controllo è perfezionista, ha un ideale da perseguire: hai in testa un’idea di come dovresti essere. Il controllo contiene molti “deve essere” e “non deve essere”, la disciplina non ne ha. È una comprensione naturale, una fioritura.
La parola stessa “disciplina” ha una radice che significa “imparare”, come la parola “discepolo”. Il discepolo è colui che è pronto a imparare e la disciplina è la capacità di apertura che ti permette di imparare.
La disciplina non ha niente a che fare con il controllo. Al contrario, una mente disciplinata non pensa mai in termini di controllo, non ne ha bisogno. Non ha bisogno di controllo, è assolutamente libera.
Una mente indisciplinata ha bisogno del controllo, perché diversamente si sente in pericolo. Non ha fiducia in se stessa, quindi si impone un controllo. Per esempio: se non ti controlli potresti uccidere qualcuno, in un momento di rabbia, di collera, potresti diventare un assassino. Hai bisogno del controllo, perché temi te stesso.
Un uomo di comprensione, un uomo che comprende se stesso e gli altri, è sempre capace di provare compassione, anche verso un nemico. L’uomo di comprensione prova compassione anche per lui, perché sa capire anche il punto di vista dell’altro. Sa perché l’altro si sente come si sente, conosce il motivo della rabbia altrui, perché conosce il proprio sé, e grazie a questa conoscenza, conosce anche gli altri. È compassionevole, comprensivo e segue la sua comprensione. Quando dico questo, non fraintendetemi: la comprensione in realtà non va seguita. La parola “seguire” dà l’idea di qualcosa che deve essere fatto: tu capisci e di conseguenza devi fare qualcosa, seguire. No. Comprendi e tutto si sistema da solo. Non c’è bisogno di fare qualcosa. Le cose cominciano ad accadere.
Quindi, la prima cosa da capire è la differenza tra il controllo e la disciplina. Il controllo è una moneta falsa, inventata dalla società come sostituito della disciplina. Sembra uguale alla disciplina: tutte le monete false sembrano uguali all’originale, altrimenti non potrebbero entrare in circolazione nel mercato. Ci sono numerose monete false che riguardano anche la vita interiore. Per esempio, il controllo è la versione falsa della vera moneta, la disciplina, e a fronte della reale moneta della comprensione, troviamo la moneta falsa della conoscenza.
Nella religione, le sette sono la moneta falsa. Tante sono le sette che si offrono per soddisfare il tuo innato bisogno di religiosità: cristianesimo, induismo, giainismo. Tutti gli “ismi” sono falsi. La religione non contiene “ismi”, non è un dogma. È qualcosa che fiorisce dentro di te, non è qualcosa che è inculcato dall’esterno.
Fate sempre attenzione alle false monete in circolazione, perché sono in giro da così tanto tempo, che le persone si sono quasi dimenticate di quelle reali. La religione non è cristiana, non è induista e nemmeno musulmana; la religione è semplicemente religione. È un atteggiamento dentro il quale crescere, in cui non si può nascere. Nessuno può essere religioso dalla nascita; essere religioso è il risultato di uno sforzo creativo, che deriva dalla sofferenza e dall’esperienza, dalla ricerca e dal ritornare a casa, in cui si può perdere la rotta e poi ritrovare la strada giusta. Soffrendo e sperimentando, una certa qualità dell’essere va via via cristallizzandosi in te: quella cristallizzazione è la religiosità e la fragranza che la circonda quell’essenza cristallizzata, è la religione. È qualcosa di indefinibile.
La stessa cosa vale per il controllo e la disciplina. Stai alla larga dal controllo, non cercare mai di controllarti, chi stai controllando, veramente? Se comprendi davvero, non c’è bisogno di controllo; se non c’è comprensione, chi stai controllando? Questo è il nodo cruciale del problema.
Se comprendi, che bisogno hai di controllare? Qualsiasi cosa sarà quella giusta. E non è che la devi fare, la fai semplicemente perché è la cosa giusta. Se hai fame, non mangi le pietre, sai che le pietre non si possono mangiare, fine! Non c’è alcun bisogno di darsi delle regole: “Non mangiare le pietre quando hai fame”. Sarebbe stupido, così come è stupido anche solo dirlo. Quando hai sete, bevi dell’acqua. Che bisogno c’è di imporsi doveri e divieti? Nel momento in cui comprendi, la vita diventa semplice. Non esistono regole, non ce n’è bisogno, perché la tua stessa comprensione è la regola di tutte le regole.
C’è solo una regola d’oro ed è la comprensione; tutte le altre regole sono inutili, da scartare. Se comprendi, puoi lasciare andare qualsiasi forma di controllo, puoi essere libero, perché qualsiasi cosa farai, la farai attraverso la tua comprensione.
Se mi chiedi la definizione di ciò che è giusto, ti dirò: quello che è fatto attraverso la comprensione. Giusto e sbagliato non hanno un valore oggettivo; non esistono azioni giuste e azioni sbagliate, ci sono solo azioni compiute con la comprensione e azioni compiute attraverso la non-comprensione. Per questo, talvolta un’azione può risultare sbagliata in un dato momento e giusta un attimo dopo, perché la situazione è cambiata e adesso la comprensione dice qualcosa di diverso. Comprendere significa vivere momento per momento, in sintonia con una risposta sensibile alla vita.
Non ci sono dogmi fissi riguardo alle modalità d’azione; ti guardi attorno, senti, vedi e poi agisci, a partire dal sentire, dal vedere, dal sapere: l’azione arriva da sé.
Un uomo di controllo non ha una visione della vita, non ha sensibilità per la vita. Quando gli si apre la strada davanti, lui consulta la mappa; quando davanti a sé trova una porta, chiede agli altri: “Dov’è la porta?”. È cieco. E allora ha bisogno di controllare se stesso, perché la porta cambia continuamente. La vita non è statica, è dinamica.
Le stesse regole che andavano bene ieri, non andranno più bene oggi o domani. Ma un uomo che vive attraverso il controllo ha un’ideologia fissa, segue la sua mappa. Le strade cambiano ogni giorno, la vita si muove attraverso nuove dimensioni, ma lui persegue le sue inutili ideologie.
Si attiene alla sua idea, la segue, per ritrovarsi sempre nella situazione sbagliata.
Ecco perché ti sembra di avere perso molte gioie della vita. Doveva essere così, perché l’unica gioia che la vita può dare è una risposta di comprensione. Proverai ogni gioia, ma non avrai alcuna regola, nessuna idea, nessun ideale, perché non sei qui per seguire alcun codice, sei qui per vivere e scoprire il tuo personale codice di vita.
Quando diventerai consapevole del tuo codice di vita, ti accorgerai che non è qualcosa di fermo e immutabile. Contiene una dinamica intrinseca, proprio come la vita stessa.
Se provi a controllare, sarà l’ego a farlo: l’ego che ti manipola in tanti modi diversi. Attraverso l’ego, sei manipolato dalla società e attraverso la società, i morti, tutti coloro che sono morti, ti manipolano. Qualsiasi essere vivente, se segue un’ideologia morta, sta seguendo dei morti...
Continua su su Osho Times n. 254
Testo di Osho tratto da: La Via del Sole e del Vento - Ed. Mediterranee