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La magia della sera

Osho Evening Meeting Meditation gli otto passi d’oro
 

Da un articolo di Sadhana apparso su Osho Times n 256

 

Dance
 

Cosa fa la maggior parte delle persone alla sera? 
Molti arrivano a casa stanchi, dopo una giornata di lavoro, e si ritrovano annoiati ed appesantiti, alla ricerca di un po’ di rilassamento e riposo. 
Alcuni tentano di affogare le proprie preoccupazioni in un drink, altri le dimenticano perdendosi in una serie TV. Chi è single a volte si ritrova circondato da un’atmosfera di strana tristezza, tipica dell’ora del tramonto. Per altri è il momento di andare a fare la spesa al più vicino – o più conveniente – centro commerciale, immergendosi nella folla di centinaia di persone tutte con lo stesso obiettivo: terminare anche quel compito e finalmente cenare e collassare sul divano di casa…
E se la stessa energia fosse trasformata in gioia, silenzio, con la qualità dell’essere testimoni, che potrebbe addirittura riversarsi nelle medesime attività il giorno seguente? Sarebbe bello, vero? Magico! 
Questa magia è possibile… Succede invariata da anni all’Osho Meditation Resort di Pune come a Osho Miasto e in tutti i luoghi di Osho che offrono l’Osho Evening Meeting Meditation.
Succede all'Oshofestival di Bellaria e – perché no? – è possibile organizzarsi e farla a casa propria! 
Nella tradizione orientale le ore della sera, e specialmente i momenti che seguono il tramonto, sono usate per cambiare la marcia dall’esterno all’interno. È il momento migliore per la meditazione. Nella musica classica indiana ci sono delle melodie speciali – ragas – composte appositamente per questo momento.
Hanno morbidi quarti di tono che spingono i sensi a ritrarsi dall’esterno e ripiegare all’interno, proprio come il loto raccoglie i suoi petali allo svanire del giorno…
Nell’approccio di Osho questo tempo del giorno è usato per trasformare le energie: dalla tristezza alla gioia, dalla stanchezza all’estasi, dall’attaccamento all’essere testimoni.
E accade attraverso un processo scientifico che consiste di otto passi che portano alla vetta come un sentiero che si snoda tra le montagne…
Nelle pagine seguenti una “decodifica” del misterioso e potente processo della Meditazione Osho Evening Meeting, uno degli ultimi doni di Osho ai suoi discepoli. I suoi ultimi discorsi erano infatti strutturati, anche se non formalmente, secondo questa cadenza ben precisa che ha lo scopo di portare i presenti direttamente al centro del proprio essere...
Al festival di Bellaria l’Evening Meeting è offerto in versione ridotta, dal passo 1 al passo 4.

1. Danza
Il processo inizia con la danza, al tempo di una musica vibrante. Ma non è come danzare in discoteca, muovendo il corpo meccanicamente, è l’espressione di una gioia interiore.
A Pune o a Miasto, come nel mondo, le persone che si riuniscono per l’Evening Meeting hanno lavorato intensamente tutto il giorno. Si fanno una doccia, indossano vestiti puliti e sono pronte per la doccia interiore!
La musica inizia con una melodia delicata e via via diventa sempre più rit­ma­ta. Il ritmo cresce, sempre più ve­lo­ce, e i corpi sono energizzati dalla danza.
Quando il corpo si muove vigorosamente la mente smette di chiacchierare, le emozioni evaporano e tutta la nuvola mentale nel suo complesso è convertita in estasi che esplode tre volte nel grido: “OSHO!”, usando il suono per raggiungere il silenzio.


2. Silenzio 
Dopo la danza ci si siede. I sensi sono accesi, il corpo sfregola di gioia. Si scende in un profondo silenzio. La musica diventa dolce e conduce il me­ditatore tra fasi di suono e di silenzio.
L’assenza di suono è infine spezzata da tre colpi di tamburo che denotano la fine di questo stadio.
Il silenzio che avvolge si fa più profondo man mano che si procede, riempiendo ogni poro del corpo-mente.
La parola “meeting”, incontro, è importante in questo contesto. Normalmente non è associata alla meditazione, perché di solito quando le persone si ritrovano è un incontro di personalità, sempre in una certa misura false e sempre sulla difensiva. Questo in genere porta malintesi e confusione. 
Nel silenzio raggiungiamo il centro del nostro essere. I limiti della periferia si dissolvono, le personalità lasciano andare la maschera ed è più facile l’incontro, un incontro reale. 
Quando sono i centri a incontrarsi non ci sono né barriere né conflitti, solo un grande lago di consapevolezza… 


3. Ascolto
Ascoltare è una delle cose più difficili per l’uomo contemporaneo. Siamo tutti così pieni di rumore che è molto facile vomitare il nostro caos interiore sugli altri. Tutti vogliono parlare e nessuno vuole ascoltare. Lo scarto comunicativo che si viene a creare è una delle cause dei problemi che abbiamo. Il mondo sarebbe qualitativamente diverso se si insegnasse alle persone l’arte dell’ascolto.
Il terzo stadio di questa meditazione consiste nell’imparare proprio questo: l’arte di ascoltare. È il momento del video-discorso di Osho. Parole pronunciate da una coscienza illuminata. 
Non c’è bisogno di ricordare ciò che è detto. Arte dell’ascolto non vuol dire ricordare. Ciò che è richiesto è la presenza, l’ascolto attraverso il silenzio. È molto facile che l’ascoltatore scivoli sempre più in profondità nella voce sonora di Osho, assorbendo la sua essenza e dimenticando le parole. Non c’è bisogno di sentirsi in colpa se non si ricorda nulla, Osho stesso dice: 
“L’enfasi non è sul ricordare, ma sull’ascolto. Se ascolti in silenzio, tutto ciò che è importante sarà assorbito dal cuore e magari scorderai le parole… Le parole sono solo contenitori, non sono il contenuto. Il contenuto sarà assorbito nel cuore e il contenitore può essere gettato via… Non puoi sempre portarti dietro tutti i contenitori. Ascolta perfettamente. Non preoccuparti di ricordare, perché ti arrecherà disturbo. Fare le due cose insieme è come prendere appunti, magari non per iscritto, ma dentro la mente. No, non creare fastidi, ascolta e basta. Se ciò che è detto è vero, il tuo cuore lo assorbirà. E il cuore non ha un sistema di memoria. La memoria si trova nella testa. 
Ma ciò che è assorbito dal cuore muterà le tue azioni, il tuo comportamento. Cambierà  te. Porterà una trasformazione, non ti porterà conoscenza, ma trasformazione. Farà di te una persona nuova. Quindi non preoccuparti di ricordare…”.
Quando ti abitui ad ascoltare attraverso il silenzio, hai acquisito una capacità. Un’abilità che è immensamente utile dappertutto: al lavoro, nelle relazioni, nel mondo degli affari. 
Ascolta le persone e creerai in loro un’apertura. Hai trovato uno strumento che ti sarà utile per migliorare la comunicazione con gli altri.

4. Ridere
L’approccio di Osho all’interiorità accade attraverso gli opposti. Mentre la mente è impegnata, il lavoro accade a un livello più profondo. Se la mente diventa seria ad ascoltare le parole profonde e ispiranti di Osho, ecco l’antidoto: la risata!
Non appena il discorso è finito, Osho racconta le sue famose barzellette…
Ma cos’hanno a che fare le barzellette con la meditazione? Osho risponde: 
“Il senso dell’umorismo è una parte essenziale dell’interezza dell’uomo. Lo mantiene in salute, giovane, fresco. Per secoli sono state delle persone tristi a dominare la religione. Hanno estromesso la risata dalle chiese, dalle moschee, dai templi. Il giorno in cui la risata ritornerà nei luoghi sacri saranno sacri veramente. Perché saranno di nuovo integri. La risata è l’unica qualità che distingue l’uomo dagli animali. Solo l’essere umano è in grado di vedere il ridicolo, l’assurdo. Solo l’uomo ha la capacità e la coscienza  per  essere consapevole della barzelletta cosmica che è l’esistenza. È una barzelletta cosmica, non è una cosa seria.
La risata è molto più sacra della preghiera, perché la preghiera può essere recitata da qualsiasi stupido, non richiede molta intelligenza. La risata richiede intelligenza, presenza mentale, velocità nel comprendere le cose. Una barzelletta non può essere spiegata: o la capisci o no. Se la spieghi perde il suo scopo essenziale, per questo nessuna barzelletta può essere spiegata. Il senso dell’umorismo richiede presenza, presenza immensa. Non è un’analisi, ma una comprensione”. 


5. Gibberish
Quando ogni fibra del tuo corpo vibra di risate, l’effetto delle poche tensioni e preoccupazioni rimanenti è lavato via. E comincia un processo unico, noto come gibberish. 
È una porta verso la non-mente, uno stato dove ragione e razionalità non funzionano. Gibberish è dire cose senza significato, coscientemente. È un potente esercizio anti-stress per l’emisfero sinistro del cervello. 
La mente diventa pulita e fresca. 
Le cellule cerebrali sono vive e i nervi sono distesi.
Come si fa il gibberish? L’istruzione è: parla una lingua che non conosci. Se non conosci il cinese, parla cinese. Ma non usare parole che abbiano un significato. 
Quando un grande gruppo di persone fa gibberish insieme, il risultato è come il suono di migliaia di api che ronzano simultaneamente.


6. Let-go
Un colpo di tamburo pone fine im­provvisamente al rumore e tutti ri­piombano nel silenzio. La voce suadente di Osho guida le persone attraverso gli strati più silenziosi dell’essere. Let-go è dissolversi lentamente nel tutto, senza un’identità separata. Tutte le difese sono abbandonate. Let-go è il rilassamento supremo.
A questo punto la voce di Osho porta le persone ancora più lontano:
“Sempre più veloce, sempre più in profondità… Mentre cominci ad avvicinarti al centro del tuo essere, un grande silenzio discende su di te come pioggia leggera. Ancora un po’ più vicino e la pace comincia a crescere in te, molto luminosa.
I mistici la definiscono ‘una pace che va oltre ogni comprensione’, perché è al di là della mente.
Ancora un po’ più vicino e cominci a essere ebbro del divino. Il passo finale dentro il centro e sei pura estasi, una danza senza movimento, una canzone senza parole, una musica priva 
di suono…”.


7. Testimone
“Rilassati… Ma continua a ricordare che non sei il copro, che non sei la mente, che sei solo un testimone. E l’essere testimone comincia a diventare sempre più profondo e all’improvviso senti un grande fondersi di coscienze, i confini scompaiono.
Raccogli tutti questi fiori, questi profumi dall’aldilà. Devi portarli con te”. 


8. Celebrazione finale
L’Evening Meeting finisce con qualche minuto di celebrazione. 
Come spiega Osho:
“Non è senza un buon motivo che voglio che concludi la tua meditazione ogni giorno con la celebrazione, con la gioia. Piano piano, con la meditazione che va più in profondità, la tua celebrazione avrà maggiore splendore, diventerà più maestosa, più miracolosa”.


Essere testimoni è la quintessenza di questa meditazione della sera. Non è qualcosa di cui fai esperienza per alcuni momenti e che poi dimentichi, devi portarlo nella tua vita di tutti i giorni. Puoi essere testimone del ritmo sfrenato degli affari, della follia del mondo del lavoro, delle stagioni cangianti delle emozioni, senza attaccarti a nulla di tutto ciò. 
Questa qualità è il segreto di una vita di successo. Non importa che lavoro fai, se riesci a essere un testimone, centrato, imperturbabile, hai successo in te stesso.
Questo Evening Meeting è un piatto d’asporto.
Impara a danzare, a essere in silenzio, ad ascoltare, a ridere, impara il gibberish, il let-go, a essere un testimone e celebrativo e hai imparato gli otto passi dorati di una vita di successo.


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Tratto da  Osho Times n. 256