Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 256
Osho,
come si fa a smettere di pensare?
Osho: Il pensiero non può essere fermato. Questo non vuol dire che non si ferma, ma non può essere fermato. Si ferma di sua spontanea volontà. Questa distinzione deve essere compresa, altrimenti puoi diventare matto a star dietro alla tua mente.
La non-mente non nasce fermando il pensiero. Quando il pensiero non c’è più, c’è la non-mente. Lo sforzo di cercare di fermarla genera ancora più ansia e conflitto,
rendendoti scisso, diviso. Sarai in un costante tumulto interiore.
Questo non ti aiuterà.
E anche se riuscissi a fermarlo con la forza per qualche istante, non sarà affatto un successo, perché quei pochi momenti saranno come morti, non saranno vivi. Magari avvertirai una sorta di immobilità, ma non il silenzio, perché un’immobilità forzata non è silenzio.
Al di sotto, nel profondo dell’inconscio, la mente repressa continuerà a funzionare.
Quindi, non c’è modo di fermare la mente. Ma la mente si ferma, questo è certo. Si ferma di sua spontanea volontà.
Quindi che si fa? La tua domanda è pertinente. Osserva, non cercare di fermare. Non c’è bisogno di intraprendere alcuna azione contro la mente. Innanzitutto, chi lo farebbe? Sarebbe la mente che combatte contro se stessa. Dividerai la tua mente in due: una – il capobranco – che cerca di dominare, che cerca di uccidere l’altra parte di sé, che è assurdo. È un gioco folle. Può farti impazzire. Non cercare di fermare la mente, il pensiero, basta guardarla, lasciare che accada. Lasciale totale libertà. Lasciala andare veloce quanto vuole. Non provare in alcun modo a controllarla. Sii solo un testimone. È bella!
La mente è uno dei meccanismi più belli. La scienza non è ancora stata in grado di creare qualcosa di analogo alla mente. La mente rimane il capolavoro: così complicata, così immensamente potente, con così tante potenzialità.
Guardala! Goditela!
E non guardarla come se fosse un nemico, perché se la consideri un nemico, non puoi osservare. Sei già prevenuto, sei già contrario. Hai già deciso che c’è qualcosa di sbagliato nella mente, hai già tratto le tue conclusioni. E quando consideri qualcuno un nemico non guardi mai in profondità, non lo guardi mai negli occhi. Lo eviti!
Osservare la mente significa guardarla con amore profondo, con profondo rispetto: è il dono di dio per te! Non c’è niente di sbagliato nella mente in se stessa. Né nel processo di pensiero in se stesso. È un processo bellissimo, come altri processi. Le nuvole che fluttuano nel cielo sono bellissime, perché non i pensieri che fluttuano nel cielo interiore? I fiori che nascono sugli alberi sono belli, perché non i pensieri che fioriscono nel tuo essere? Il fiume che scorre verso l’oceano è bellissimo, perché non questo flusso di pensieri che corre da qualche parte verso un destino sconosciuto?
Non è bello?
Guarda con profonda riverenza. Non essere un combattente, sii un amante. Osserva! Le sottili sfumature della mente; le svolte improvvise, i suoi bei giri; i salti e i balzi improvvisi; i giochi che la mente continua a inventare; i sogni che tesse; l’immaginazione, la memoria; le mille e una proiezione che crea. Osserva! Rimanendo lì, distaccato, distante, non coinvolto, a poco a poco inizierai a sentire...
Più profonda diventa la tua osservazione, più profonda diventa la tua consapevolezza e iniziano a sorgere delle pause, degli intervalli. Un pensiero va, ma l’altro non arriva, c’è un buco. Una nuvola è passata, un’altra sta arrivando e c’è una pausa.
In quelle pause, per la prima volta avrai degli scorci di non-mente, sentirai il sapore della non-mente.
Chiamalo sapore di Zen, o di Tao, o di Yoga. In quei piccoli intervalli, improvvisamente il cielo è limpido e il Sole splende. All’improvviso il mondo è pieno di mistero, perché tutte le barriere sono lasciate cadere. Lo schermo sui tuoi occhi non c’è più. Vedi chiaramente, vedi in modo penetrante. Tutta l’esistenza diventa trasparente.
All’inizio saranno solo rari momenti, pochi e lontani tra loro. Ma ti daranno scorci di ciò che è il samadhi. Piccole pozze di silenzio: arriveranno e spariranno. Ma oramai sai che sei sulla buona strada: inizi a osservare di nuovo.
Quando passa un pensiero, lo guardi; quando passa un intervallo, lo guardi. Le nuvole sono belle e anche il Sole è bello. Non scegli. La tua mente non si è fissata: non dici “vorrei solo gli intervalli”. Sarebbe stupido, perché se ti attacchi a volere solo gli intervalli, di nuovo sei contrario al pensiero. E allora quegli intervalli scompariranno. Accadono solo quando sei molto distante, distaccato. Succedono, non possono essere provocati. Accadono, non puoi costringerli. Sono eventi spontanei.
Continua a osservare. Lascia che i pensieri vadano e vengano, ovunque vogliano. Non c’è niente di sbagliato! Non cercare di manipolare e non provare a dirigere. Lascia che i pensieri si muovano in totale libertà. E poi arriveranno degli intervalli più lunghi. Sarai deliziato da tanti piccoli satori. A volte passeranno dei minuti senza alcun pensiero; non ci sarà più traffico, ma un silenzio totale, indisturbato.
Quando arriveranno gli intervalli più lunghi otterrai una nuova chiarezza e non sarà solo la chiarezza per vedere il mondo, sarai in grado di vedere anche il mondo interiore. Con i primi intervalli vedrai il mondo: gli alberi saranno più verdi di quanto non appaiano in questo momento. Sarai pervaso da una musica infinita, la musica delle sfere. Sarai improvvisamente alla presenza di dio… Ineffabile, misterioso. Ti tocca anche se non riesci a coglierlo. È alla tua portata eppure oltre. Con gli intervalli più lunghi, lo stesso accadrà all’interno. Dio non sarà solo all’esterno, ma, improvvisamente, ti sorprenderà: è anche all’interno. Non è presente solo in ciò che vedi, è presente anche in chi vede, dentro e fuori. A poco a poco... Ma non attaccarti neanche a questo.
L’attaccamento è il cibo che permette alla mente di continuare. Essere testimone senza attaccamento è il modo per fermarla senza alcuno sforzo diretto.
E quando inizi a godere di quei momenti felici, sorge la capacità di trattenerli per periodi più lunghi.
Prima o poi, un giorno, finalmente, diventi il padrone. A quel punto quando vuoi pensare, pensi; se il pensiero è necessario, lo usi; se il pensiero non è necessario, gli permetti di riposare. Non che la mente semplicemente non ci sia più: la mente c’è, ma puoi usarla o non usarla. Ora è una tua decisione. Proprio come le gambe: se vuoi correre le usi; se non vuoi correre semplicemente ti riposi: le gambe sono sempre al loro posto.
Allo stesso modo, la mente continua a esistere...
Continua su Osho Times n. 256