Un articolo apparso su Osho Times n 263
“Scegli una tecnica e giocaci almeno tre giorni. Se ti darà una sensazione particolare di affinità e di benessere, se ti darà la sensazione particolare che fa per te, allora comincia a fare sul serio”.1
Con queste parole, Osho ci incoraggia a esplorare le 112 tecniche di meditazione del Vigyan Bhairav Tantra, detto anche The Book of Secrets, Libro dei Segreti. Alcune persone l’hanno fatto davvero ed ecco la seconda storia, il racconto di uno dei designer dell’edizione in 2 volumi con le 112 carte (in inglese)...
Quando il progetto del Libro dei segreti fu completato e finalmente pubblicato, volli scoprire quale sutra sarebbe stato più adatto a me. Impiegai mezza giornata per darmi davvero il tempo di “sentire” tutte le carte. Seguendo le istruzioni di Osho, iniziai leggendo i 112 sutra sulle carte e selezionandone 21. Poi tra questi ne scelsi 7, arrivando infine a 3.
Un sutra mi parlò con grande forza: “Tu che sei graziosa, gioca. L’universo è un guscio vuoto dove la tua mente si scatena all’infinito”.
Lo conoscevo bene, perché era una delle carte che avevo disegnato!
Questa tecnica riguarda la vita, il nostro atteggiamento nei confronti della vita. Mi ha sempre attratto la giocosità. Essere giocosi significa godersi l’attività nel momento, senza concentrarsi sul risultato finale. Davvero, questa meditazione può essere usata per tutto: per il lavoro, per la relazione, nell’amore per stessi, nelle situazioni difficili, per cucinare, per dipingere… Per tutto. Invece di avvicinarci alla vita per ottenere qualcosa, la affidiamo all’esistenza. E non si ferma mai, in nessun momento della vita: è una ricerca sempre in corso.
Una storia. Sono un artista e un tempo mi guadagnavo da vivere vendendo i miei dipinti. Ricordo un momento in cui mi trovavo di fronte a un grande quadro appena finito e chiesi a mia moglie: “Cosa ne pensi?”. Lei mi rispose che mancava l’elemento della giocosità. Mi resi conto del fatto che aveva ragione, ma cosa potevo farci a quel punto? Per evitare il controllo della mente, presi il pennello con la mano non dominante, chiusi gli occhi e continuai a dipingere. Sul quadro già finito! La mia mente urlava che lo stavo distruggendo, che avrei dovuto smettere. Quando aprii gli occhi, vidi che l’ingrediente mancante, una libera giocosità, era proprio lì, sulla tela.
Nella mia esperienza la giocosità implica sempre un elemento di coraggio e di rischio. In questo mondo serioso, se ti avvicini alle cose giocosamente corri facilmente il rischio di essere giudicato un’idiota totale, o almeno un po’ stupido.
Il semplice atto di camminare da A a B. Normalmente siamo impegnati a pensare e a concentrarci su come arrivare velocemente alla destinazione finale. O invece possiamo introdurre un piccolo elemento inaspettato – un piccolo salto, una piroetta – che ci fa sorridere e celebrare il momento. Questa è la mia ricerca e la mia sfida ogni giorno; e non si ferma mai.
Di solito, pensiamo che il gioco abbia a che fare con i giochi da tavolo, i giochi di carte, o lo sport, lo spettacolo, la danza etc. Un atteggiamento giocoso, tuttavia, può essere infuso in qualsiasi azione o situazione. Indica che ho una scelta: posso essere serio, gravato, preoccupato per il risultato finale, o godermi il viaggio, a mio agio e rilassato. Questo è particolarmente interessante in situazioni difficili da affrontare, come il dolore fisico, la paura o la malattia, di fronte alla morte. Il sutra mi dice che posso essere giocoso persino in quel momento.
Voglio solo essere chiaro: essere giocosi è una cosa profonda. Non significa comportarsi in modo infantile. Significa connettersi alla sorgente della creatività, permettendole di accadere e mettendoci da parte. Significa correre un rischio. Ad esempio di apparire ridicolo o strano agli altri. Lasci andare l’idea del risultato, dello scopo. Ci vuole coraggio per questo.
Al momento, ho davanti a me lo scenario di un’importante ricostruzione del ginocchio su una gamba che ha già subito un intervento anni fa. Questo fa emergere molte paure. Il pensiero di finire su una sedia a rotelle è spaventoso. Come gestirò il dolore e il disagio che seguiranno inevitabilmente? Situazioni come questa sono la vera prova.
Ma come si inserisce l’elemento della giocosità in questo scenario?
Anche se ho una naturale tendenza a essere giocoso, non avrei mai pensato che il gioco potesse diventare una meditazione. Nella mia mente, la meditazione era qualcosa di serio, in cui le persone stavano sedute o digiunavano. Aveva qualche elemento di difficoltà e austerità, che gli dava un’aura rispettabile. E, al contrario, il gioco era… beh, solo un gioco. Qualcosa che fai nel tempo libero.
Il messaggio di questo sutra, “Tu che sei graziosa, gioca”, è stato un dono meraviglioso nella mia vita. È rimasto con me in tutti questi anni e ne sto ancora esplorando i confini. Non ho mai sentito di aver bisogno di nient’altro. Questo non significa che sono contrario a meditare seduti in silenzio! Lo faccio regolarmente e anche questo può essere giocoso.
Puoi trovare il commento di Osho a questa meditazione nel capitolo 79 di The Book of Secrets, pubblicato in italiano in: I Segreti della Gioia, Bompiani Ed.
1. Il libro dei segreti, Bompiani Ed.
Articolo apparso in inglese su oshovipassana.com
Articolo apparso su Osho Times n. 263