Per cominciare, un caldo augurio di buon anno! Non ho ancora avuto l’occasione di dirlo, ma il 2020 è un anno speciale: tra pochi giorni saranno 30 anni che Osho ha lasciato il corpo, il 19 gennaio.
Quando è successo io non ero a Pune, ma in Italia. In quegli anni all'Osho Times facevamo i turni e tutti noi della redazione trascorrevamo un po’ di mesi in Italia, all'Oshoba, e un po’ di mesi a Pune a rotazione. Io tornai a Pune, come da programma, a marzo di quell’anno, il 1990.
Ricordo l’emozione di varcare la soglia della casa di Osho in India, “senza Osho”. O almeno… quello era il pensiero dominante entrando all’Osho Commune International di allora. Ma fui subito contraddetto dall’esperienza, perché quello che provai era tutt’altro rispetto a una sensazione di perdita. Fui travolto da un’onda fortissima di vita!
Non avevo mai visto così tanta gente a Pune come in quei giorni, e la gioia di lavorare e meditare tutti insieme era tantissima. I miei amici e compagni di viaggio, gli altri innamorati di Osho, come me, erano a tutti gli effetti un riflesso di Osho, un riflesso tangibile. Eravamo come circondati da un’aura luminosa, amorevole e amica ed era davvero bello stare insieme.
Era la conferma di quello che Osho aveva spesso detto, cioè che dopo la sua morte si sarebbe “disperso” nella sua gente. Nella mia comprensione è come se ogni innamorato di Osho portasse in sé un pezzettino del maestro.
E in questo contesto, dire che “Osho ha lasciato il corpo” indica una realtà che non è affatto sinonimo di “morte”.
Così, quel mio viaggio a Pune di 30 anni fa, invece di essere una caduta, come pensavo, nel dolore per la perdita del maestro, un toccare con mano la fine di una grande storia d’amore, fu solo l’inizio di una rinnovata avventura di amore e meditazione col maestro fuori dal corpo. L’inizio di una nuova dimensione che continua fino ai nostri giorni.
“Quando non ci sarò più, non perderete nulla. Forse acquisirete qualcosa di cui siete completamente inconsapevoli. Ora sono disponibile solo nel corpo, imprigionato in una certa forma. Quando non ci sarò più, dove mai potrei andare? Sarò qui, nel vento, nell’oceano!
E se mi hai amato, se hai avuto fiducia in me, mi troverai in migliaia di modi. Nei tuoi momenti di silenzio, improvvisamente, sentirai la mia presenza.
Una volta libera dal corpo, la mia consapevolezza sarà universale.
E non avrai bisogno di cercarmi. Ovunque sarai, con la tua sete e il tuo amore, mi troverai nel tuo cuore, nel battito stesso del tuo cuore”. Osho
E ora a 30 anni da quel fatidico giorno arriva una grossa sorpresa in Italia che fa davvero pensare a un altro nuovo inizio...
Chi è abituato ad andare in edicola certamente sa che il Corriere della Sera ogni sabato offre un libro in allegato al giornale. Ebbene, ti anticipo che da sabato 18 gennaio (una vicinanza di data che non può lasciare indifferente nessuno connesso a Osho) il Corriere della Sera uscirà con allegato un libro di Osho, e non solo: lo farà per 20 sabati di fila! Un’ottima occasione per rimpolpare la vostra libreria…
20 libri di Osho in edicola settimanalmente: quale evento migliore per essere consapevoli che è ancora vivo e forte il suo messaggio?
Quando l’Amministrazione Reagan negli anni ’80 ha affermato “vogliamo vedere Osho confinato in India e non sentire mai più il suo nome,” non poteva fare previsione peggiore: non solo ha fallito il tentativo ma a 30 anni dalla sua "morte" Osho è molto più conosciuto di quanto non lo fosse a quei tempi.
E per toccare con mano che la fragranza “Osho” vive concretamente tra noi e non è andata perduta con la sua "morte", è in arrivo un evento che non ha mai lasciato dubbi per nessuno di coloro che, negli anni, vi hanno partecipato: il grande Osho Festival di Bellaria!
Che da oggi “apre le danze” del 2020 con questo rinnovatissimo sito (ancora in parte in costruzione), guarda https://www.oshofestival.it
Ed ecco, come sempre, due bellissimi articoli tratti dalla rivista Osho Times.
Buona lettura, Akarmo