Da un articolo apparso sull'Osho Times n 292
MEERA e SVAGITO
Svagito è un terapista, insegnante e leader della formazione. È stato il partner di Meera per 25 anni, scomparsa durante un’immersione subacquea in cui Svagito era presente.
Le persone che sopravvivono a un evento traumatico, come un incidente o un disastro naturale, mentre altri non ce la fanno, spesso sperimentano un profondo senso di colpa che può rimanere con loro molto tempo dopo l’evento. Si chiama “senso di colpa del sopravvissuto” e c’è dissenso nei circoli scientifici su quanto esso sia correlato alla colpa reale, alla vergogna o a entrambe.
Ma con qualsiasi evento traumatico è probabile che emergano sentimenti di vergogna o sensi di colpa, in particolare se ci riteniamo responsabili di quello che è successo. La mente può ruotare in cerchi infiniti su ciò che avremmo potuto o dovuto fare diversamente e su come avremmo potuto prevenire ciò che è successo. La nostra risposta dipende dal fatto che la nostra personalità sia più basata sulla vergogna o sulla colpa, e anche dal tipo specifico di trauma che stiamo affrontando. A vari livelli un senso di colpa o l’imputare a se stessi la responsabilità possono compromettere la nostra capacità di “funzionare” nel mondo.
Può succedere che una donna che ha subito degli abusi creda che sia stata colpa sua se l’autore del reato è stato attratto da lei. Può succedere che un sopravvissuto all’olocausto sia torturato da pensieri sul perché sia stato lui a sopravvivere e non il suo amico. Può succedere che dopo un incidente stradale una persona si giudichi per non aver prestato più attenzione e non aver risposto più rapidamente all’auto proveniente da destra. Oppure potremmo sentirci in colpa per non aver dato un senso di completamento a una relazione con una persona cara che è morta. Anche in situazioni insignificanti, ad esempio se non riusciamo a trovare le chiavi della macchina, ci sono persone che si autoaccusano eccessivamente per dei dettagli e si può immaginare quanto questo atteggiamento negativo verso se stessi possa moltiplicarsi in caso di un vero e proprio evento traumatico. Se rispondiamo con vergogna o senso di colpa dipende in gran parte dai problemi della prima infanzia.
Nella mia esperienza, dopo l’incidente di Meera, mi sono sentito molto in colpa a vari livelli. Mi sentivo in colpa per averla portata a quella vacanza, per non essermi preso più cura di lei controllando due volte la bombola dell’immersione o per non esserle stato più vicino durante quell’immersione. Mi sono sentito letteralmente come se l’avessi uccisa, di essere responsabile del suo incidente e di non averle salvato la vita. È stata una sensazione straziante che mi è tornata molte volte nei mesi a venire. E niente di ciò che proveniva dal mio intelletto o dal commento di altre persone poteva cambiare il modo in cui mi sentivo dentro.
Il mio senso di colpa poteva essere innescato praticamente da qualsiasi cosa...
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