Da un articolo apparso sull'Osho Times n 293
KENDRA
Osho colpisce una discepola con un’indimenticabile bastonata Zen e 30 anni dopo la storia entra a far parte di un libro...
Un articolo di Kendra
Avevo vissuto nelle Comuni di Osho sin da quando ero bambina, avevo viaggiato con lui nel suo giro del mondo e Osho mi conosceva bene.
Era la fine degli anni ‘80, eravamo di nuovo a Poona e io e un altro americano di nome Devo avevamo ricominciato a vederci dopo una pausa di sei mesi.
Devo faceva parte della cerchia più ristretta di Osho a quel tempo e ogni tanto andava a parlare con lui in privato. Successe che poco dopo esser tornati insieme, andò a trovarlo per uno dei loro colloqui a due.
Osho gli aveva chiesto come andavano le cose e Devo gli aveva detto, tra le altre cose, che io e lui ci stavamo frequentando di nuovo. Osho volle sapere come si sentiva lui al riguardo e Devo, lui stesso me lo raccontò, si ritrovò a dirgli che “non si sentiva a posto”.
Quindi tutto questo doveva essere molto fresco nella mente di Osho quando, pochi giorni dopo, gli inviai una domanda da leggere nel discorso.
La mia domanda non aveva niente a che vedere con questa relazione, ma parlava di come mi sentivo e di quello che mi succedeva dentro... Gli raccontai che, sia nei miei momenti di gioia che in quelli di pianto, c’era in me un senso di vuoto, un senso di non appagamento e che faceva male. Le lacrime salivano incessanti persino mentre scrivevo la mia domanda. Non sapevo perché o cosa mi stesse succedendo: avrebbe potuto mostrarmelo?
Così, la mattina dopo, lesse la mia domanda alle centinaia di persone sedute nella Buddha Hall…
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