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Un giorno, provenienti dall'anno 2029, giungono a Los Angeles un Terminator, cyborg assassino dalle fattezze umane, e un soldato umano chiamato Kyle Reese, entrambi alla ricerca di una ragazza chiamata Sarah Connor. Kyle spiega a Sarah che in un futuro prossimo una rete globale di difesa di intelligenza artificiale, nota come Skynet, raggiungerà l'autocoscienza ribellandosi all'intera umanità e scatenando un olocausto nucleare, e che John Connor, il futuro figlio di Sarah, sarà il leader di un movimento di resistenza che manderà la malvagia intelligenza artificiale sull'orlo della sconfitta; il Terminator è stato mandato indietro nel tempo per uccidere Sarah prima della nascita di John.
 


Terminator



Iniziava così la fortunata saga cinematografica di Terminator, arrivata a 6 film. Quando è uscito il primo, nel 1984, era davvero fantascienza alquanto improbabile… Oggi, ahimè, a leggere le notizie che arrivano dal mondo della scienza, sembra invece una maledetta premonizione.

​È di qualche settimana fa, infatti, la notizia che in un test sperimentale con l’intelligenza artificiale applicata a un drone è successa una cosa da scenario di Terminator. Il drone era stato messo nelle mani dell’intelligenza artificiale. Alla quale era stato dato il compito di colpire a tutti i costi un certo obiettivo. Nel procedere verso questo scopo però, l’operatore umano che aveva istruito l’intelligenza artificiale cambia idea e annulla l’operazione. Da un robot ci si aspetterebbe la totale ubbidienza… invece questo drone, con la sua bella intelligenza artificiale, ha vissuto come un problema l’interferenza del “padrone” umano e invece di interrompere la ricerca dell’obiettivo, si è girato indietro ed è andato a colpire e distruggere l’operatore umano.

Diciamo che era un test virtuale… quindi non c’è scappato il morto… ma rimane comunque una prospettiva inquietante. Anche perché questa intelligenza artificiale di cui si parla tanto non è più una cosa da fantascienza, ma ha invaso le nostre vite da tempo anche senza che ce ne accorgiamo. Molti call center a cui ci rivolgiamo per le nostre informazioni varie, sono degli assistenti virtuali, delle intelligenze artificiali, non delle persone, che interagiscono con noi come se fossero una persona. E non parlo di messaggistica da tastiera, e nemmeno di messaggi audio registrati, ma di vere e proprie voci “umane” al telefono, con cui dialoghiamo liberamente!

La cosa che preoccupa è che questa intelligenza artificiale sta imparando. Quindi è destinata a crescere. Con la possibilità di accedere a informazioni praticamente infinite dall’intera rete di internet è destinata a diventare infinitamente più istruita di qualunque essere umano mai esistito.
Uno dei risultati che hanno già previsto è che la bellezza di 400 milioni di persone nel mondo perderanno il lavoro, sostituite nelle loro funzioni dall’intelligenza artificiale.
Ma può davvero un robot sostituire un essere umano? Può prendere decisioni al suo posto tenendo conto di tutti gli aspetti?

Osho: «Il computer può avere solo ciò che gli è stato inserito; non può avere altro. L'informazione deve essergli data, poi la tiene in memoria: è un sistema di memoria. Può fare miracoli per quanto riguarda la matematica. Un computer può essere molto più efficiente di qualsiasi Albert Einstein per quanto riguarda la matematica, ma non può essere un meditatore.
Ci sono molte qualità che sono impossibili per il computer. Un computer non può essere innamorato. Potete tenere molti computer insieme: non si innamoreranno! Un computer non può avere alcuna esperienza di bellezza. Un computer non può conoscere la beatitudine. Un computer non può avere alcuna consapevolezza. Un computer non è in grado di sentire il silenzio. E queste sono le qualità che dimostrano che l'uomo ha qualcosa di più dell'intelligenza artificiale.
L'intelligenza artificiale può fare lavori scientifici, matematici, calcoli, calcoli molto rapidi e molto efficienti, perché è una macchina. Ma una macchina non può essere consapevole di ciò che sta facendo. Non può concepire nulla al di là della meccanica, e tutto ciò che è significativo è al di là della meccanica.»

Che posto hanno per esempio l’amorevolezza o l’intuizione per l’intelligenza artificiale? Come fa a darmi una risposta che tenga veramente conto di me, non tanto dei miei interessi materiali che sono facili da calcolare se hai le informazioni, ma darmi un consiglio su qualche scelta importante che tenga conto della mia felicità, o della mia maturazione come essere umano o della mia crescita spirituale, o della crescita spirituale di chi mi circonda?

Per esempio, una settimana fa parlavo con una mia amica di solito molto intuitiva... parlando del più e del meno - non le avevo nemmeno chiesto niente - a un certo punto dopo uno strano discorso un po’ filosofico per i miei gusti, tanto da ascoltarla quasi annoiato, mi guarda improvvisamente negli occhi e mi dice “E ricordati di non bisticciare con chi ti ama!”.
Sobbalzo per lo stupore... e mi guardo dentro. Con chi ho bisticciato? Ma non mi viene in mente nessuno... era tanto che non mi capitava di bisticciare con qualcuno in genere. Metto la sua domanda in standby nel campo delle cose misteriose per un momento prima di decidere che la mia amica è un po’ suonata.
Poi proprio ieri mi chiama mia sorella davvero molto arrabbiata con me. “Cosa ho fatto?” le chiedo. “Sei stato via da casa per tanti giorni e non mi hai detto quando tornavi... ero preoccupatissima... non si fa così!”

Non le avevo detto niente perché pensavo non le interessasse. Perlomeno non aveva mostrato nessun interesse per me le ultime volte che ci eravamo sentiti. Stavo per risponderle male... “Te ne sei fregata di me e adesso vieni qui a scaricarmi addosso della rabbia?” Ma mi sono ricordato di quella frase strana messa in standby… Accidenti mia sorella mi stava dicendo che ci teneva a me, che mi voleva bene… e così invece di arrabbiarmi ho colto l’occasione per riallacciare un rapporto andato un po’ a degenerare nel tempo.

Come può fare delle cose così l’intelligenza artificiale che rimane comunque un computer logico puramente basato su calcoli e informazioni memorizzate?
E quindi: per chi teme di perdere il posto di lavoro scalzato dall’intelligenza artificiale... abbiamo come esseri umani un nostro ambito in cui nessun computer potrà mai subentrare. La nostra passione dovrebbe essere più lì che non nell’accumulare informazioni, conoscenza.
Sviluppare l’amorevolezza, aprirci all’intuizione, risvegliare la consapevolezza, crescere in saggezza... queste sono le cose che ci fanno davvero umani, umani nel senso di “in viaggio verso il potenziale divino che c’è in noi”.

Arrivederci alla prossima newsletter quindicinale,
Akarmo