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Disciplina e libertà
“La libertà non è licenza, ha una propria disciplina interiore. Solo le persone molto disciplinate possono godere della libertà, nessun altro” dice Osho... esploriamo l’argomento con alcuni meditatori
Ci hanno “rovinato” da piccoli, gratificandoci quando facevamo le cose che volevano gli altri e non quello che ci dava soddisfazione, facendo continui paragoni con quelli più “bravi” di noi, manipolandoci con promesse e manovre da politici, costringendoci a una disciplina alla quale era possibile al massimo ribellarsi, entrando in reazione: difficile trovare una tua strada, un percorso, una direzione quando sei piccolo e nessuno ti aiuta... anzi spesso ti ostacola. Da questo genere di esperienze nascono le difficoltà di molti con i temi della libertà e della disciplina, cose importanti nella vita, soprattutto nella vita di un meditatore. Come faceva notare Osho in un discorso fondamentale (lo trovi negli Extra in rete dell'Osho Times) le persone sono abituate a considerare la libertà solo come “libertà da”: liberarsi dal peso di discipline imposte, costrizioni e condizionamenti, quindi in reazione. Mentre altrettanto, se non più, importante è la “libertà per”, in positivo: libertà di costruire, di scoprire nuove potenzialità, di crescere! Questo però ha bisogno di una certa disciplina, anche se i due termini possono sembrare contraddittori...
Può essere solo questione di parole; io, ma non sono il solo, alla disciplina è meglio che non ci pensi, che non la nomini nemmeno: qualcosa, nella mia mente, va subito in reazione! Per fare delle cose che so che mi “fanno bene”: meditare con una certa regolarità, fare abbastanza moto etc. devo in qualche maniera fare dei trucchi e darmi una disciplina senza però poterla chiamare così!
Può essere una reazione al modo in cui anch’io sono stato cresciuto, e magari nasce anche dal fatto che l’unica cosa che mi ricordo di quello che mi ha detto Osho quando mi dava il sannyas è di lasciare andare tutti i “must”(devi), tutte le cose che gli altri hanno detto che “dovevo fare”, tutti i modi in cui “dovevo essere”. Niente doveri, nessuna disciplina. Qualche anno fa, quando facevo la Dinamica tutte le mattine, per 21 e più giorni consecutivi, e i miei amici si complimentavano per la disciplina che dimostravo... io cambiavo discorso! Per poter fare la Dinamica avevo cancellato la disciplina dalla mia testa... insomma, la facevo e basta. La contraddizione la risolvo in questo modo: togliendo il termine disciplina – nel senso di dovere – dalla mia mente e usando termini, e qualità, come “intelligenza, comprensione, consapevolezza” per agire in un modo che so che mi porta a crescere, a mettermi alla prova, a fare nuove esperienze di me stesso.
(Sahaja)
Disciplina per essere più libera!
Ed ecco, come un'altra meditatrice affronta la stessa,
apparente, contraddizione.
L'esperienza di Asmita (Colombia) intervistata per noi
da Richa all'Osho International Meditation Resort di Pune, India
Richa: Disciplina e libertà, come riesci a conciliare le due cose nella tua vita di tutti i giorni?
Asmita: In questo percorso in cui ci troviamo, focalizzato sulla meditazione, ritengo che la disciplina sia per me trovare il tempo di andare dentro, nel mio mondo interiore, e così diventare più consapevole di molte situazioni e riuscire a capire quali cose mi danno più libertà.
Richa: Puoi fare qualche esempio di come la meditazione ti dia una maggiore possibilità di essere libera?
Asmita: Soprattutto quando non sono qui al Resort so che è bene per me fare almeno una meditazione al giorno. Da questa meditazione posso avere più chiarezza, posso tornare a me invece di essere focalizzata verso il mondo esteriore e le sue follie. Durante quest’ora torno a me stessa e riesco a capire, a vedere con maggior chiarezza, alcune delle cose che mi sono accadute durante il giorno, ad esempio qualcuno che mi ha parlato in un certo modo, magari trattandomi male, o qualcuno che vuole qualcosa da me; nella meditazione mi rendo conto che il comportamento di quella persona in realtà non ha niente a che fare con me, è qualcosa di suo, magari in quel momento viveva delle forti tensioni. Una volta accettato questo, la mia libertà aumenta, non devo reagire in modo automatico.
Altrimenti, se non metto in atto questa disciplina di tornare a me stessa almeno un’ora al giorno, mi perdo, mi lascio coinvolgere in tutto e non ho più libertà; ad esempio, quando ritorno nel mio paese, vengo trascinata di nuovo nei miei condizionamenti sociali e famigliari. E se per uno o due giorni non medito sento che finisco di nuovo nell’inconscio collettivo. In molte famiglie, e anche nella mia, cercano di manipolarti con i sensi di colpa, ti dicono sempre cosa devi fare e cosa non devi fare. Senza meditazione non hai modo di sfuggire né a questo né ai giudizi collettivi che tendono sempre a considerare solo il lato negativo delle cose.
Al Meditation Resort certo è più facile, mi accade molto meno, ma io ho la mia “chiave”, so che è importante per me essere nella vita di tutti i giorni, nel mondo. E se magari sto organizzando dei corsi di crescita personale è importante mantenere in me uno spazio di meditazione: a volte certi processi possono creare rabbia nelle persone con cui sto lavorando, anche nei miei confronti, quindi è molto importante essere centrata in me stessa e capire che magari questa persona è in reale contatto con la sua rabbia per la prima volta in vita sua e lasciare che la esprima... Non c’è alcun bisogno che io la riceva, bastano comprensione e amorevolezza.
Richa: È molto bello quello che dici sulla disciplina e la meditazione che ti permettono di essere te stessa... ma com’era prima di conoscere Osho e iniziare a meditare?
Asmita: Prima? Ero persa, completamente. Essere qui, Osho, la meditazione... mi hanno cambiato la vita. Non solo essere qui per sei mesi ogni anno – un grande regalo che faccio a me stessa – ma anche la consapevolezza che sviluppo, il nutrimento che ricevo; è la responsabilità di mantenere il più possibile uno spazio simile anche quando non sono qui e anche la disciplina di tornare... è questa la chiave.
Richa: Quando sei all'Osho Resort guidi workshop e offri sedute individuali: anche qui hai bisogno di disciplina e di libertà; come fai a trovare un equilibrio, la tua strada in tutto ciò?
Asmita: Nel lavoro che faccio mi trovo continuamente di fronte a molte cose: problemi con l’autorità, qualcuno che si arrabbia con me, o vuol farmi vedere come devo fare quello che sto facendo, dovermi confrontare con qualcuno in maniera decisa... lentamente, perché non è facile, sento che sto imparando a non prendere le cose personalmente: ogni giorno faccio un piccolo passo in quella direzione.
E le meditazioni aiutano: tutti i giorni la Kundalini o la Meditazione Serale! E magari durante la giornata ho litigato con qualcuno e poi nella meditazione me lo trovo che balla vicino a me e il problema che avevo con lui sparisce!
La disciplina della meditazione mi aiuta anche qui, a tornare a me stessa e così trovo la libertà di poter scegliere da che spazio interiore muovermi: se voglio continuare a rimanere aggrappata al passato o se voglio agire partendo dalla realtà del momento presente.