Cielo che danza
Terra che canta
Risuonare, fluire e co-creare
Shunyata ci parla dell’evoluzione del suo lavoro: Living the Mystery
È sempre più significativa la ricerca che negli ultimi anni è stata fatta in campo scientifico, artistico-pedagogico e terapeutico, sul potere e gli effetti del suono. Ho avuto il piacere di incontrare, anche recentemente, splendidi artisti che si stanno prodigando per divulgare nuove pratiche che utilizzano le arti come strumenti espressivi, lavorando con una didattica ben precisa e di alta qualità. Altre pratiche simili sono esperibili nelle loro forme originali, provenienti da scuole mistiche o dalle culture legate alla Terra, altre ancora sono state rivisitate da coloro che le hanno riportate in auge. In realtà sono diversi colori e sfumature di uno stesso linguaggio che da tempi antichi, attraverso le più moderne esplorazioni, sta riaffiorando in modo eclatante, raggiungendo e coinvolgendo un numero sempre più ampio di persone, le quali non sono più solamente spettatori o fruitori, ma anche co-creatori.
Per quanto riguarda il mio percorso, iniziato vent’anni fa con l’esplorazione del potenziale corporeo attraverso la danza, in ogni sua forma, nel 2008 ho iniziato a sentire l’esigenza di focalizzarmi su specifici elementi come la risonanza, la riconnessione, il fluire e il co-creare, integrando alla musica e al movimento, anche il canto. Molte persone hanno sperimentato insieme a me i primi risultati positivi di questa ricerca che ho avuto modo di illustrare più da vicino in precedenti articoli (vedi OTI ottobre 2013). In un successivo sviluppo, lo scorso anno, ho iniziato a lavorare alla realizzazione del primo CD della Body Prayer, servendomi di ciò che avevo a disposizione e grazie al contributo di un giovane musicista; l’esperienza fatta mi ha insegnato molto, favorendo nuove intuizioni e sancendo la nascita del progetto “The MoonSisters” in collaborazione con due bellissime donne, Deva Chiara e Deva Vanya. La loro partecipazione è per me un’esperienza eccitante. Chiara e Vanya collaborano insieme da quindici anni e tra di loro l’empatia artistica è molto consolidata. Deva Chiara è una musicista sensibile che affianca alla sua esperienza di tastierista, studi sul canto, sulla voce e sulle percussioni. È uno spirito innovativo, pieno di entusiasmo, e grazie a questo progetto ha modo di sperimentare i profondi benefici della musica a 432 Hz.
Deva Vanya cattura con la sua presenza, e la sua voce emoziona chi ascolta. Il suo corpo e la sua anima amano danzare, dunque canto e movimento si fondono in lei in una meravigliosa alchimia.
Noi tre ci conosciamo da parecchi anni, abbiamo condiviso molti momenti insieme e questo ci permette di cooperare a un livello sottile, che mi auguro possa crescere sempre di più in qualità, bellezza ed efficacia. In questi giorni sto elaborando le tematiche degli eventi che offriremo durante l’autunno e l’inverno 2014 e che costituiranno uno spazio di infinite possibilità, guidate da suggestioni che accompagnano in magici viaggi sognanti.
Durante le nostre meditazioni, in linea di massima, non utilizziamo brani musicali prestabiliti, ma, basandoci sul tema in questione, lasciamo che il tutto si riveli nel momento. Canto, danza e musica nascono quindi dalla connessione tra di noi e tra la risonanza delle persone che vi partecipano attivamente.
Le basi musicali della Body Prayer hanno richiesto circa un anno di preparazione mentre le voci sono state registrate in studio una volta sola, senza la lettura di una parte scritta e senza le correzioni di intonazione che le moderne apparecchiature consentono di effettuare. Non è certo ciò che farebbero musicisti affermati e forse pochi rischierebbero soldi e carriera nel nome della spontaneità! Li capisco, dunque non è proprio possibile fare paragoni e noi non pretendiamo nemmeno di creare opere musicali. L’intento è quello di aprire un canale vibrazionale, creare un campo energetico che porti in uno spazio di meditazione e preghiera, in una forma che possa essere facile, accessibile a tutti e replicabile in qualsiasi momento. Possiamo affinare il sentire, la fiducia, il lasciarsi andare e non occorre essere danzatori, musicisti o cantanti, basta sapere che possediamo tutti un’innata e naturale capacità di rispondere al ritmo, al movimento e al suono della voce.
In tempi antichi le arti non erano solo spettacolo, produzione o commercio, ma espressioni armoniche di risonanza con le leggi che governano l’aspetto invisibile dell’universo: frequenze differenti formano schemi geometrici differenti correlati tra loro, il suono e le sue forme sono alla base della creazione della vita e della sua evoluzione. L’influenza del suono è molto pregnante ed è importante diventare consapevoli del fatto che siamo immersi in un campo elettro-magnetico con il quale interagiamo costantemente e che ogni essere composto da materia viva emana una sua singolare e originale frequenza. Le frequenze dell’ambiente, e quelle che produciamo, muovono il corpo, agiscono sulle emozioni, accendono o spengono il pensiero razionale, si allontanano o si avvicinano alla frequenza rapida che si trova nella dimensione d’emanazione della sorgente vitale. C’è solo vita, un’incessante danza di atomi che si muovono, compaiono e scompaiono, si sciolgono e si ricompongono, vibrano e risuonano.
Ciò che a me interessa è entrare in armonia con il suo battito, viverne il dispiegarsi momento per momento, fondermi con essa, comprendere che il modo in cui penso, sento e agisco, crea onde vibrazionali che avranno un certo tipo di effetto su di me e su ciò che mi circonda, comprendere che quando accetto la vita così com’è, come un flusso di esperienze, risuono con qualcosa di più vasto, cambio la mia frequenza e divento più consapevole di ciò che sto creando. I giovani delle generazioni più recenti stanno già vivendo un diverso approccio alla vita, fondato su cooperazione e rispetto, dove piano fisico e spirituale non sono separati, dove tutto si fonde in un vissuto creativo e allo stesso tempo ordinario.
Le piacevoli esperienze che stiamo vivendo durante gli eventi ci stanno nutrendo e ispirando; le persone che vi partecipano spesso non sanno nulla di meditazione, ma è risaputo che le arti uniscono ed elevano, ed è sempre più urgente tornare ad integrarle nella propria vita.
Osho ha usato molto l’arte come mezzo di sensibilizzazione e guarigione, con lo scopo di appassionare alla meditazione. La sua comprensione dell’animo umano ha fatto sì che l’enfasi fosse di nuovo restituita alla creatività e alla libera espressione, per riconnettersi con ciò che è essenziale. La costante ispirazione del maestro, l’amore per le arti e per la natura, sono la spinta creativa che nutrono la mia vita e la passione per ciò che faccio.
Non è solo al di fuori, ma anche dentro di noi, dunque può essere utile iniziare ad impratichirsi con le dimensioni interiori dell’immaginario, del sogno, del nulla, dello spazio e vedere cosa ne scaturisce.
Shunyata
Per informazioni sul lavoro di Shunyata: www.circle4life.com
Shunyata ha partecipato a varie edizioni dell’OshoFestival di Bellaria e offrirà alcuni eventi anche nel 2015, sempre a Bellaria in aprile.
432 Hz: l’accordatura aurea
L’accordatura aurea o scientifica è una speciale intonazione, storicamente impiegata in alcuni teatri e corti europee, che utilizza il LA centrale intonato a 432 Hz invece che l’intonazione standard a 440 Hz su cui è tarato il diapason (o corista) contemporaneo.
Uno dei principali sostenitori storici dell’accordatura aurea fu Giuseppe Verdi che, ai fini di uniformare a livello nazionale e internazionale gli standard musicali, nel 1881 scrisse alla Commissione Musicale del governo: “L’abbassamento del corista non toglie nulla alla sonorità e al brio dell’esecuzione, ma dà al contrario qualche cosa di più nobile, di più pieno e maestoso che non potrebbero dare gli strilli di un corista troppo acuto. Per parte mia vorrei che un solo corista venisse adottato in tutto il mondo musicale. La lingua musicale è universale: perché dunque la nota che ha nome LA a Parigi o a Milano dovrebbe diventare un SI bemolle a Roma?”.
Secondo alcuni, la musica suonata secondo tale accordatura porterebbe benefici misurabili alla salute e al benessere degli ascoltatori, mettendoli in contatto con la vibrazione universale. In molti han tentato di dare delle spiegazioni scientifiche di questa esperienza, ma ogni argomentazione offerta non esclude l’accordatura a 440 Hz, che da un punto di vista fisico-acustico rientra nei medesimi parametri. L’unico dato certo è che nell’accordatura aurea i DO di tutte le ottave sono una potenza di 2, caratteristica molto utile a fini di calcolo! Ma per quale ragione questo risulti più piacevole e naturale all’orecchio umano (e non solo) rispetto a un LA più squillante resta un insondabile mistero...
Marga