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La grazia
della totalità!



Una condivisione di Siddho sui vantaggi dell’essere consapevoli
 

Articolo apparso su Osho Times n. 215
 


Aver vissuto nelle comunità di Osho, sin da quando avevo poco più di vent’anni, mi ha sicuramente insegnato molte cose: la condivisione, il lavorare senza pensare in termini “economici”, non nel senso del danaro, perché Osho non ha mai giudicato il danaro o la ricchezza; parlo piuttosto della mente “economica”, in contrapposizione alla generosità che scaturisce dalla presenza, rispetto alle azioni.

Osho ci insegna ad agire da un spazio di consapevolezza, di osservazione e come conseguenza naturale ne scaturisce la totalità.
Nell’essere totalmente presente in un gesto, come ad esempio sorseggiare una tazza di tè, la consapevolezza si espande, tutti i sensi ne sono coinvolti. Il tatto, la sensazione della mano che sorregge la tazza, la sensazione del tipo di ceramica, liscia o ruvida, sottile o più grossa, le labbra che si appoggiano e percepiscono lo spessore della tazza, il caldo del tè, il gusto, e la sensazione dello stomaco che riceve un liquido caldo. Tutto questo accade all’interno di un ritmo e tu puoi essere partecipe di quel ritmo e di tutte quelle sensazioni.
L’esperienza sensoriale è percepita da una parte del cervello diversa da quella in cui sono collocati i pensieri; l’espansione dei sensi, porta all’espansione della consapevolezza. Un’azione in cui sono percepite anche le sensazioni, è un’azione che espande la sensibilità e quindi una parte maggiore di te ne è coinvolto.

La stessa azione svolta da uno spazio di “meccanicità” è molto meno appagante. Bevo il tè, trangugiandolo mentre la mia mente pensa ad altro, e alla fine non me ne sono neanche accorta! Questa azione mi lascia vuota e insoddisfatta.

Quante volte in un giorno facciamo azioni e movimenti da questo spazio meccanico e “assente”? Ecco perché alla fine di una giornata potremmo sentirci svuotati e, dopo anni di vita meccanica, profondamente tristi e senza gioia di vivere.

Un’azione consapevole porta con sé un certo coinvolgimento e una certa attenzione, e ci aiuta a essere nel momento presente. E quando sei nel presente e i pensieri non interferiscono, qualsiasi cosa tu stia facendo acquisisce la qualità della totalità. Un’azione consapevole è fatta meglio, l’area sensoriale espansa ti fa cogliere cose o dettagli anche alla periferia dell’azione stessa. La totalità non è concentrazione, è presenza nel qui e ora, e dal qui e ora sorgono intuizioni, si vedono cose che quando sei perso nei tuoi pensieri possono sfuggire... nasce una grazia intorno a quel movimento o a quell’azione.

Un altro fraintendimento in cui la mente spesso cade, è pensare che totalità sia sforzo o velocità; al contrario totalità è connessione al tuo ritmo naturale, a volte veloce, a volte lento, un ritmo in cui tu sei consapevolmente coinvolto. A volte la totalità porta all’assoluta non azione, piena di presenza.
Nella mia esperienza – mentre conduco un gruppo o anche mentre lavo i polsini delle camicie prima di metterle in lavatrice – la sensazione di appagamento interiore non ha nulla a che vedere con l’attività che sto svolgendo, ma con la mia presenza al momento. Quando sono totalmente lì, in ogni gesto, o percepisco ogni mio movimento, qualcosa sgorga da dentro, qualcosa che “avvolge” il movimento, e la qualità che ne deriva è la grazia.
Nella presenza mi accorgo di dettagli che la preoccupazione o i pensieri offuscano: la presenza infatti aumenta la percezione, e l’aumento della percezione aumenta la visione e la spontaneità.
Ecco le due facce della stessa medaglia: se da una parte c’è la totalità, dall’altra, quando sei immerso nel momento, le risposte che sgorgano da quello spazio sono spontanee, non prestabilite e non meccaniche. Divieni fluido e intelligente! Ed è un altro tipo di intelligenza, che non ha nulla che fare con la conoscenza, ma ha a che fare con l’essere totalmente vivo e vibrante in ogni cellula.

Ma allora qual è l’impedimento alla presenza? Perché non siamo naturalmente nel qui e ora?
Perché siamo stati “addestrati” ad avere una meta. Perché siamo stati allevati con condizionamenti che privilegiano il risultato e non danno importanza alla vita in ogni istante. Fin da bambini la spinta è stata al far bene, al risultato, a ciò che gli altri avrebbero visto o pensato di noi, e tutta l’energia così si è spostata all’esterno, alla periferia e non verso l’interno. E tutta l’ energia ha imparato il percorso neuronale del pensiero, del controllo, e non quello dei sensi, delle sensazioni.

La presenza è una nuova via, non contiene giudizio né aspettative, non ha né passato né futuro.
Osho, il Buddha e altri grandi mistici ce l’hanno mostrata, ma non fa parte del bagaglio culturale e di conoscenza acquisito, soprattutto in Occidente. Va quindi cercata consapevolmente, coscientemente.
Soltanto scegliendo la via della presenza possiamo avere una vita soddisfacente. La felicità o il benessere a cui tutti aneliamo sono infatti qui, a disposizione in ogni istante, in ogni nostra azione. Spesso cerchiamo l’appagamento chissà quando e chissà dove... in realtà è possibile solo qui e ora, in ogni momento, in ogni movimento, in ogni istante. E quando agisci dallo spazio della presenza, le tue azioni sono avvolte da qualcosa che è percepito come amorevolezza o grazia.

Nei gruppi che conduco, nelle sessioni, nella vita quotidiana, ho una passione che mi muove, un fuoco che arde indisturbato nel cuore: come essere sempre più presente, come assaporare ogni istante, come regalarmi un alto livello di soddisfazione interiore in ogni momento... È la candela che brucia da entrambi i lati di cui parla Osho!
È un continuo invito a salire sul treno della meditazione, della totalità e dell’amore!

 

Siddho conduce da molti anni gruppi e training In Italia e in Europa, e ha fondato un centro di meditazione a Milano, l’Osho Tao. Per informazioni: www.costellazionisistemiche.net - www.oshotao.it

Al prossimo OshoFestival di Bellaria dal 16 al 19 aprile 2015, Siddho condurrà alcuni eventi. Guarda il programma


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