Seduti in silenzio
senza fare niente
Osho commenta il famoso haiku di Basho, che racchiude l’essenza della meditazione:
Seduto in silenzio,
senza far nulla,
la primavera arriva
e l’erba cresce da sola.
Un prezioso testo di Osho apparso su Osho Times n 219
Osho,
quando ti ho sentito dire, per la prima volta: Seduto in silenzio, senza fare nulla, la primavera arriva e l’erba cresce da sola, la mia mente occidentale ha pensato che si trattasse di una metafora e ha cercato di scoprirne il significato. Poi, ho pensato che intendessi “sedere in silenzio” in senso letterale e ho pensato che fosse impossibile.
Adesso, seduto in silenzio in tua presenza, senza fare nulla, trovo che sia puro piacere… e l’erba cresce da sola. La mia sorpresa e la mia gratitudine sono immense. Non ho parole.
L’Oriente e l’Occidente si sono allontanati così tanto l’uno dall’altro, che sorgono continue e costanti incomprensioni. L’Oriente non comprende l’Occidente e l’Occidente non comprende l’Oriente. Ma, alla resa dei conti, l’Occidente è il perdente.
Per diecimila anni l’Oriente ha scelto un sentiero che non è della mente, non è intellettuale, non è razionale, non è logico, non è scientifico. E l’Occidente ha scelto l’esatto contrario. L’Occidente è ancora molto lontano dal raggiungere le vette più elevate della razionalità e forse non riuscirà mai a raggiungere la meta finale, perché la sua ricerca è focalizzata sugli oggetti esteriori. L’universo è illimitato e più la scienza va in profondità, più arriva a scoprire di non conoscere nulla. Ciò che conosce permette solo di rendersi conto che esiste ancora tantissimo da scoprire e che quella ricerca sembra non avere fine.
D’altra parte, l’Oriente ha raggiunto il suo obiettivo: ha conseguito la consapevolezza suprema. In qualche modo è riuscito a raggiungere la perfezione interiore. E questo crea nuove incomprensioni, perché l’Oriente parla delle vette della comprensione suprema e l’Occidente è in grado di comprendere solo le verità relative, in costante cambiamento.
E hanno anche scelto di esprimersi in modi diversi. L’Oriente parla per metafore poetiche, l’Occidente si esprime in termini matematici. L’Oriente si esprime intuitivamente, l’Occidente solo intellettualmente.
Questo è uno dei problemi da risolvere: come far sì che Oriente e Occidente si riuniscano. Questo incontro è indispensabile, è vitale, altrimenti qualsiasi risultato sia stato raggiunto in Oriente o in Occidente scomparirà in una nube nucleare.
Posso capire la tua domanda. Quando hai sentito, per la prima volta, questo famoso haiku, è stato naturale per te intenderlo come poesia, come un’espressione metaforica. Una mente cresciuta in Occidente non può pensare diversamente. È impossibile pensare che si tratti di una descrizione della realtà.
Non c’è alcuna metafora. Non è poesia. Gli haiku non sono poesia: la forma è poetica, ma il contenuto è realtà. Solo il contenitore è poetico, il contenuto è realtà assoluta.
Ma è difficile…
Come prima cosa, sedersi in silenzio è contrario alla mentalità occidentale. In Occidente esiste un proverbio: “Una mente vuota è la fucina del diavolo”. Sedendoti in silenzio, sarai vuoto e, fin dall’infanzia, hai sentito dire che una mente vuota è la fucina del diavolo. Già la prima frase crea difficoltà insormontabili…
L’Oriente conosce una prospettiva completamente diversa: la mente vuota non è la fucina del diavolo, ma del divino.
In Occidente a tutti viene insegnato a pensare e pensare è vantaggioso nella vita: sedersi in silenzio non dà alcun vantaggio. Non è un valore e forse può essere considerato addirittura un disvalore. Se stai cercando lavoro e dichiari che ciò che sai fare è stare seduto in silenzio senza fare nulla, perché la primavera arriva e l’erba cresce da sola, il tuo interlocutore rimarrà di stucco. Ti butterà fuori dal suo ufficio: “Vai a sederti da qualche altra parte, perché qui non vogliamo far crescere erba!”. Ai suoi occhi sembrerai pazzo.
L’Occidente non ha mai coltivato alcuna forma di meditazione. In questo senso è povero, molto povero. Conosce solo la preghiera, che non è neppure un’eco lontana della meditazione. Anche i cosiddetti profeti, i salvatori, i messia non sono mai riusciti ad andare oltre la preghiera: la preghiera è l’ultimo stadio, perché dio è l’obiettivo finale.
La meditazione è una rivoluzione nella dimensione religiosa: semplicemente mette da parte dio, senza neppure sollevare interrogativi in merito. Non ne vale la pena, perché si tratta solo di un’ipotesi non dimostrata, non sperimentata: non merita neppure di essere presa in considerazione.
Avevo un amico che insegnava teologia all’università di Jabalpur: non riusciva a capire come potesse esistere una religione senza dio e senza preghiera. L’Occidente non ha mai concepito una religione senza dio e senza preghiera. In realtà la religione può esistere solo senza: disturbano, sono ostacoli lungo il cammino della rivoluzione religiosa. Si tratta di nemici. Il diavolo non ha fatto nulla di male nel mondo: non esiste. Neppure dio esiste, ma ha causato un male immenso: ha tenuto la mente dell’uomo focalizzata su qualcosa di esterno e quando si è orientati all’esterno, si rimane nella mente. La meditazione non può essere orientata verso l’esterno, solo la mente possiede questa capacità. La mente non può orientarsi verso l’interno, solo la meditazione può farlo. Quindi, mente e meditazione procedono su strade diametralmente opposte.
Non è a caso che le persone meditative abbiano definito il loro cammino “il sentiero della non-mente”. Ma quando lasci andare la mente, anche gli dèi, le teologie, i diavoli, l’inferno e il paradiso con tutti i loro particolari, l’idea di peccato e di virtù, tutto è lasciato andare, perché fa parte della mente. E l’Occidente continua a rimanerne ossessionato: come se tu fossi solo mente e nient’altro, e tutta la tua esistenza consistesse solo di corpo-mente e basta.
Cresciuto in Occidente, chi ha posto la domanda ha pensato che doveva trattarsi di una metafora, o che ci fosse un significato. “Significato” è un termine della mente: se esiste un significato, pensaci su e trovalo! No, non puoi trovare alcun significato in quest’haiku. Ha origine da una sorgente interiore dell’essere, dove le cose esistono semplicemente, con immenso splendore, con squisita bellezza, ma senza alcun significato. Il significato è un concetto logico e la logica è un prodotto della mente. L’esistenza non ne sa nulla.
Quindi, all’inizio ha pensato che potesse trattarsi di una metafora. Naturalmente, è ciò che accade alla mente occidentale, ma anche una metafora deve avere qualche significato. Deve indicare qualcosa, deve essere una metafora di qualcosa, un esempio, un segno. Ma di cosa?
Se si ha come atteggiamento la ricerca di un significato, l’haiku perde qualsiasi senso!
È un’esperienza: in pochissime parole, descrive letteralmente tutto ciò che accade alla consapevolezza. Questa è la bellezza di un haiku: usa il minor numero di parole possibili. Non se ne può togliere neppure una, il superfluo è già stato tolto: è rimasto solo l’essenziale.
Seduto in silenzio… tre parole: inizia con “seduto”, inizia con il corpo. Se il corpo riesce a sedersi in modo tranquillo, rilassato, sarà di immenso aiuto alla mente, perché diventi silenziosa. Se il corpo è inquieto, teso, la mente non può essere silenziosa. Quindi l’haiku inizia dalle fondamenta: “seduto” significa rilassato, tranquillo, a proprio agio, a casa, privo di tensioni.
In tutta l’Asia esistono milioni di statue di Buddha, e Buddha stesso, prima di morire, disse: “Non fatemi alcuna statua”. Per più di trecento anni i discepoli, generazione dopo generazione, resistettero alla tentazione. Ma non appena la presenza fisica di Buddha diventò una cosa remota – dopo quattrocento, cinquecento anni – quella tentazione di avere quanto meno una statua di marmo in cui Buddha fosse raffigurato nella postura da seduto…
Non importa che sia una rappresentazione realistica o no, questo è irrilevante. Ciò che conta è che ti può ispirare, può farti comprendere come stare seduto. Per questo una statua di marmo va persino meglio del Buddha reale: è completamente rilassata, senza tensione, senza movimento. Le sono state conferite proporzioni, bellezza e una tale sensibilità estetica che, sedendoti accanto a una statua di Buddha, ti verrà voglia di assumere la stessa postura. E il miracolo è che, non appena assumi quella postura, la mente inizia a ricomporsi… come quando arriva la sera e gli uccelli tornano ai loro nidi, ai loro alberi. Presto scenderà la notte e tutti gli uccelli saranno al sicuro nei loro nidi, addormentati.
E se avrai la fortuna di trovarti alla presenza di un essere risvegliato, il suo corpo rilassato creerà una sincronicità con il tuo corpo, perché è fatto della tua stessa sostanza. Tutti i corpi sono fatti della stessa sostanza e funzionano sulla stessa lunghezza d’onda.
Se la postura è corretta, il silenzio discende su di te, proprio come la sera che, con il suo arrivo, oscura ogni cosa…
Seduto in silenzio…
La seconda cosa è la mente. Il corpo non dovrebbe essere teso, e la mente dovrebbe essere senza pensieri.
Seduto in silenzio, senza fare nulla…
È fondamentale comprenderlo. L’idea stessa di fare una meditazione disturba, perché ogni fare rende attiva la mente. La mente può restare passiva solo quando ci si trova in uno stato di non-fare, senza fare nulla.
Questo piccolo haiku racchiude tutta la filosofia del sentiero orientale. Non è neppure una meditazione: non fai nulla, stai semplicemente gioendo nel riposo. Stai godendoti la pace che arriva da sola, senza dipendere dal tuo fare. Sei semplicemente in attesa, senza fare nulla… aspetti che le cose accadano. Non c’è alcuna fretta, alcuna preoccupazione.
La primavera arriva…
Ricorda, l’esistenza non ha alcun obbligo di soddisfare i tuoi desideri, ecco il motivo di questa affermazione:
La primavera arriva…
Potresti essere in un’altra stagione e l’erba potrebbe non crescere! Non puoi lamentarti: “Stavo seduto in silenzio, eppure l’erba non è cresciuta”. Non eri in sintonia con l’esistenza!
Ci si deve accompagnare all’esistenza: la primavera arriva, devi aspettarla, non puoi farla arrivare tu, non puoi crearla, non è nelle tue mani.
La primavera arriva, arriva, e l’erba cresce da sola. E improvvisamente tutto diventa verde, all’improvviso l’erba cresce ovunque. Nessuno fa niente, semplicemente è arrivata la primavera e il suo arrivo è sufficiente perché l’erba cresca.
Tu siedi in silenzio senza far nulla, in semplice attesa dell’arrivo della primavera.
Così come arriva la primavera all’esterno, arriva anche dentro, esistono anche le stagioni interiori della vita. Dunque, non preoccuparti: la primavera non può non arrivare.
Tratto da: Osho, The Path of the Mystic #24