Osho e gli italiani
Shunyo che ha vissuto per tanti anni in India accanto a Osho come parte del suo staff personale, racconta come Osho amasse molto gli italiani...
Nella sua serie di discorsi The Rebellious Spirit (lo spirito ribelle), sostiene che nei suoi discepoli italiani il cristianesimo è solo una vernice superficiale, e che basta scalfirne un leggero strato... ed ecco che sotto c’è un pagano che danza, palpitante, e pieno di vita.
L'approccio di Osho è vivere totalmente, abbracciando sia il mondo materiale, sia quello spirituale. Una persona che sa come divertirsi e celebrare tutto ciò che gli porta la vita, sarà in grado di arrivare facilmente alla meditazione.
Osho racconta un sacco di barzellette italiane, ricordo che una volta ha inserito un personaggio italiano in una barzelletta irlandese. Gli ho scritto dicendogli giocosamente che stava spingendosi troppo in là, che quella sicuramente era una cosa contro il Dharma. Ha riconosciuto che era vero che era contro il Dharma, e si è scusato, ma poi ha detto che a lui piaceva includere i suoi italiani dovunque poteva.
Penso che Osho abbia visto negli italiani una grande opportunità di comprensione dei suoi insegnamenti. Molte persone mancano il punto della meditazione, perché pensano che sia qualcosa di serio, e altre volte la gente non ottiene gran che dalla meditazione, perché si aspetta dei risultati troppo in fretta.
La mia esperienza in Italia, è che le persone che vengono per i miei corsi e training, sono pronte a godersi la meditazione come parte della vita quotidiana, in un atteggiamento amorevole e rilassato.
"Le persone che possono godere dei piaceri semplici della vita sono già pronte per la meditazione, perché cosa può esserci di più semplice della meditazione, e cosa può dare più piacere"?
La meditazione è semplice, è la nostra mente che la rende complicata e difficile, perché noi (o le nostre menti) siamo troppo abituati a risolvere problemi e ad affrontare situazioni difficili. Quando si tratta di meditazione, la nostra mente non ha nulla da fare, diventa inutile, perché la meditazione è la nostra natura e non c’è nessun bisogno di pensare. Naturalmente, la nostra mente, che ha mantenuto il controllo per tutta la vita, quando si tratta di qualcosa di così semplice e naturale come la meditazione, cerca di renderla complicata.
Creiamo un obiettivo: “Illuminazione, e in fretta per favore”, e non ci rendiamo conto che gli obiettivi, i successi e i fallimenti, appartengono tutti al mondo delle azioni, e che non c’è posto per queste cose nel rilassamento e nella meditazione.
Ho notato che il tipo di personalità stile Zorba, riesce a godersi il momento più facilmente dei tipi più seriosi, perché è più naturale.
Per esempio, gli italiani amano il cibo. É una cosa molto primaria, basilare, eppure se non iniziamo dal nostro corpo non potremo mai arrivare alla spiritualità. Dobbiamo iniziare da dove siamo. E siamo nel corpo.
Se siamo capaci di rilassarci nel corpo e godercela, allora c’è solo bisogno di aggiungere la consapevolezza e tutta la vita diventa una meditazione.
La meditazione non deve essere qualcosa di separato dalla vita, è parte della vita. Se siamo capaci di goderci la vita, la meditazione ci verrà più facilmente, perché non siamo interessati a prendere le cose troppo sul serio. La serietà e il creare problemi, sono caratteristiche del nostro ego.
Forse è la legge dell'effetto inverso che ha portato molti italiani a interessarsi alla meditazione e alla celebrazione della vita, rifiutando l’influenza così seria, triste e piena di sensi di colpa del cattolicesimo in Italia.
Da un'intervista a Shunyo apparsa su Osho Times la rivista dedicata a Osho e la sua visione.