Durante il mio soggiorno all’Osho Resort di Pune, qualche settimana fa, a un certo punto mi sono reso conto – e la cosa mi ha sinceramente stupito – di quanta gioia sentivo, praticamente a tempo pieno, e senza nessun motivo apparente.
Questo mi ha ricordato qualcosa che Osho ha detto e cioè che l’Oriente, per migliaia di anni, ha praticamente dedicato tutto il suo lavoro di ricerca a trovare una sola cosa: l’estasi.
Mi è anche venuta in mente la barzelletta del tale che va in vacanza e subito telefona al suo psicologo, dicendo: “Sono felice! Perché?”.
La mente è capace di trasformare ogni cosa in un problema, persino la felicità.
Per me non era affatto un problema, naturalmente, ma ero onestamente sorpreso di provare quella gioia costante per tutto il tempo che sono rimasto a Pune, già a partire dal momento in cui aprivo gli occhi, al mattino.
Una voce dentro di me mi ha risposto: “È perché sei a casa”.
E in effetti era così che mi sentivo.
L’esplorazione però non è finita lì.
Normalmente, quando mi sento “a casa” è perché mi ritrovo circondato da amici, o in un’atmosfera rilassante, o perché provo sensazioni che riconosco come “mie”, già felicemente vissute in passato. Il mio sentirmi a casa, in altre parole, di solito passa per la mente, per il cuore, o attraverso delle sensazioni…
Ma stavolta non era così, in apparenza non passava proprio attraverso a niente.
Mi ci è voluta la meditazione per comprendere....
Un raro brano di Osho
apparso sulla rivista Osho Times
Shiva dice:
Dopo aver conquistato gli attaccamenti in modo permanente, si raggiunge una saggezza spontanea.
Solo quando gli attaccamenti sono completamente conquistati la vittoria è completa. Qual è il significato dell’attaccamento? È l’atteggiamento: “Non posso vivere senza gli altri, l’altro è il centro della mia vita”.
Devi aver letto la favola per bambini in cui c’è un re la cui forza vitale è racchiusa in un uccello, un pappagallo o uno storno. È impossibile uccidere il re. Un proiettile passerà attraverso il suo corpo e il re rimarrà vivo. La freccia perforerà il suo cuore, ma il re non morirà. Puoi avvelenarlo, ma non sarà ucciso. Devi trovare l’uccello in cui è nascosta la sua forza vitale. Uccidi l’uccello e il re morirà.
Queste favole sono molto significative, anche gli adulti farebbero bene a comprenderle.
Attaccamento significa: non vivi in te stesso, vivi per qualcos’altro...
Un articolo apparso
sulla rivista Osho Times
Nel 1979, vivevo a Pune in pianta stabile oramai da tre anni ed ero uno dei bodyworker più esperti e meglio addestrati dell’ashram. Quindi rimasi molto sorpreso quando un mio caro amico, anche lui bodyworker, che era appena arrivato, fu invitato a lavorare sul corpo di Osho, cosa che a me non era mai stata chiesta.
Non è che non mi sentissi abbastanza amato – avevo donne a ogni angolo – solo che Osho era il nostro Buddha, la persona più importante della mia vita e lavorare sul suo corpo era sempre stato il mio sogno. Quindi, quando l'invito arrivò al mio amico, fui completamente sopraffatto dalla gelosia.
Poco dopo il lavoro del mio amico sul corpo di Osho si concluse e, non molto tempo dopo, arrivò il mio turno.
Osho soffriva di un brutto mal di schiena al tempo.
Niente avrebbe potuto entusiasmarmi di più dell’idea di svolgere questo lavoro così intimo per il mio maestro, ma mentre lo aspettavo, nella tranquillità del suo balcone da pranzo, per la nostra prima sessione, iniziai a sentirmi nervoso...