Lo scorso 19 gennaio sono scoccati ben 33 anni da quando Osho ha concluso questa sua “visita al pianeta Terra”, come recita l’epitaffio sulla lapide di marmo dove sono conservate le sue ceneri.
Dopo tutti questi anni senza Osho nel corpo, ci sono molti amici che si chiedono se dobbiamo pensare al lavoro di Osho come un picco di tanti anni fa da cui ci stiamo allontanando, oppure… che futuro abbiamo come sviluppo dell’enorme potenziale ed eredità lasciata da uno dei più grandi maestri di tutti i tempi?
Come si fa a rispondere? Chi può saperlo oggi?
Certo, se guardiamo un altro maestro del calibro di Osho, Gautama il Buddha vissuto 2.500 anni fa, il picco in termini di diffusione di quella stessa qualità vissuta dai suoi discepoli a lui contemporanei è stato raggiunto molto dopo la sua morte...
Un raro brano di Osho
apparso sull'Osho Times
Un viaggiatore molto colto, un giorno si recò in visita da un famoso fachiro.
Per qualche ragione l’uomo era sconvolto, probabilmente a causa di un viaggio difficile, e con rabbia si slacciò i lacci delle scarpe, gettò le scarpe in un angolo e aprì la porta con un tonfo pesante.
Un uomo arrabbiato si toglie le scarpe come se fossero il suo peggior nemico. E si avvicina persino a una porta come se ci fosse una grande ostilità tra lui e la porta...
Da un articolo di Sudas apparso sull'Osho Times
Era il treno più freddo e deserto sul quale fosse mai salito e da Torino doveva arrivare a Parigi. Gli sembrava di avere un po’ di febbre, ma forse era l’emozione di fronte all’impresa che l’aspettava. Non aveva mai viaggiato da solo per così tanto tempo; si aspettava di tutto, ma non successe niente, solo un freddo cane e un deserto che un po’ lo inquietava, un po’ lo eccitava.
S. si era messo in testa di incontrare Alberto Giacometti nel suo studio, a Parigi, in rue Hippolyte Vaindrom...